Questa domenica cade il giorno 4 di novembre : è naturale, quasi ovvio, sentirci richiamati alla memoria della vittoria, quella ottenuta a prezzo di dolore e di morti sul campo di battaglia, con l’orrore delle armi. Ma la liturgia non consente e non prevede , come è giusto, non aprire il vocabolario della follia, della violenza, dell’inutile strage Tuttavia noi non rinunziamo a parlare di vittoria, anche se su un terreno diverso. Adattando, leggermente, le parole di Gesù, pronunciate in altre circostanze, possiamo dire con gioiosa sicurezza . “ questa è La Vittoria che vince il mondo, l’amore “ Con il vero amore di Dio, provato con l’amore verso il prossimo, e con “ GLI ALLEATI “ Preghiera, Parola, Penitenza, arriveremo alla vittoria e raggiungeremo la bandiera che gagliarda garrisce per noi in cielo. Il fulcro centrale di tutta la legge anche dell’Antico Testamento era l’amore di Dio proclamato con tono di alto comando, perentorio e affettuoso: “ Ascolta Israele,… amerai il signore Dio tuo” E Gesù rafforza, questo comandamento, aggiungendo quello dell’amore del prossimo, col quale si rende visibile l’amore di Dio, come dice S. Giovanni. E il nuovo Israele , cioè la Chiesa, il popolo di Dio, quindi tutti noi, riceve lo stesso ordine: amare Dio e il prossimo, non ci sono comandamenti più importanti di questi. Non ci sfiori la tentazione di considerare superfluo questo ammonimento dicendo, “ e questo si sapeva” è quasi un logoro ritornello di cui si parla sempre. E’ vero perché è proprio l’elemento fondamentale della legge antica e della nuova, ed è il cuore del Vangelo .E’ chiaro che molto si può dire su questo argomento ma mi piace sottolineare , con un breve tocco, un aspetto che viene solitamente sottovalutato. Quando si è accusati, o colpevoli di non essere nel rispetto della fraternità, dell’amore del prossimo, del fondamentale principio del vivere cristiano, ci si rifugia in una scusa ingannevole. “ ma io non odio il mio prossimo con cui sono in rottura “. Però si assume un atteggiamento rigido di indifferenza, o di sordo astio, o di sguardo bieco e dispettoso, che non sono proprio la espressione dell’amore cristiano e fraterno. Si vive nella indifferenza. Ma si deve dire che il contrario dell’amore non è l’odio ma l’indifferenza; questa uccide perché è come dire “ tu per me sei morto” La virtù non è “ non fare male” è piuttosto “ fare il bene”. Allora la vita cristiana deve avere il suo fondamento nei comandamenti dell’amore come indicato da Gesù, amore concretamente espresso nelle opere , amando Dio e il prossimo.
“E sedutosi … li ammaestrava”: Il primo è: ascolta Israele: Amerai il Signore Dio tuo ( di don Salvatore Callari)
Lun, 05/11/2018 - 07:00
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