PALERMO – “La Regione Siciliana paga due volte le stesse corse d’autobus, per la medesima tratta alla stessa azienda, uno scandalo in piena regola. A riuscire in questo pessimo capolavoro è, manco a dirlo, la Regione Siciliana che eroga due contributi distinti da altrettanti assessorati, le corse autobus per gli studenti pendolari”. A renderlo noto è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle, Stefania Campo, già autrice di una mozione e di una interrogazione in cui si chiedono maggiori controlli da parte della Regione Siciliana sul servizio che costa 156 milioni di euro. “C’è una legge del 1973 – spiega Campo – che stabilisce che il sindaco assicuri agli alunni il trasporto gratuito attraverso il rilascio di abbonamenti ai servizi pubblici e che il contributo per il trasporto scolastico sia commisurato al costo dell’abbonamento per il servizio di linea verso la scuola allocata nel comune più vicino, mentre il corrispettivo da erogarsi alle ditte viene commisurato tenendo conto della distanza chilometrica effettiva tra i comuni di partenza e le località di destinazione, secondo i costi indicati dall’Assessorato delle Infrastrutture e della Mobilità che mette a disposizione 5 milioni di euro per il rimborso ai Comuni. Ebbene, c’è il sospetto più che fondato – spiega Campo – che vi siano casi di accavallamento di più forme di contribuzione della Regione verso la stessa identica “corsa”. Succede infatti che per il trasporto degli studenti, la stessa corsa, risulterebbe sdoppiata e utilizzata sia per il trasporto interurbano di alunni, già finanziata a parte, che da semplici pendolari, privati viaggiatori o lavoratori in trasferta, che a loro volta pagano il prezzo del biglietto. Cosa potrebbe quindi verificarsi? Che la stessa corsa venga “pagata” ben tre volte. Una prima volta con il contributo regionale per il trasporto pubblico locale ordinario, la seconda volta con il contributo regionale per il trasporto degli studenti ed una terza volta con il proprio biglietto da parte dei viaggiatori stessi. Una storia incredibile che avverrebbe praticamente in tutte le tratte, senza voler considerare le condizioni di disagio di bus vetusti o dell’assenza di pensiline nelle fermate. Altra beffa? Ci viene confermato da decine di addetti ai lavori, che le ditte esercenti impieghino volutamente la maggior parte dei chilometri a loro esclusiva disposizione per svolgere, al posto di ‘corse bis’ (che secondo la legge regionale n. 68 del 1983 non sono rimborsabili), ‘corse compatibili’ solo con gli orari scolastici, prevedendo addirittura, in molti casi documentabili, spesso anche doppie corse; eludendo in tal modo la non remunerabilità delle corse bis e, contemporaneamente, riducendo al minimo, i chilometri a disposizione per le altre tratte, in particolare per quelle meno affollate ma essenziali, in quanto non servite diversamente, per quelle necessarie alle utenze più deboli, come ad esempio i Comuni montani. Insomma quello del trasporto pubblico locale in Sicilia si conferma un vero e proprio Far West in cui la Regione continua a non controllare. Alla luce di tali fatti, ho messo nero su bianco una serie di richieste ma anche di proposte al presidente Musumeci, nell’auspicio – conclude Campo – che apra gli occhi e razionalizzi le risorse”.