Si legge bel Vangelo della liturgia di altra domenica : “Signore, questo discorso è duro” E si trattava di altro argomento. Ma viene facile applicare anche al discorso di oggi l’espressione citata: “ questo discorso è duro: “va’ vendi quello che hai e dallo ai poveri”. Allora appare chiaro che Gesù spesso insegnava delle cose nuove ed anche “dure”, cioè difficili da accettare . Le letture di oggi, in particolare la pagina del libro della Sapienza e quella del Vangelo , se si esaminano attentamente hanno dei punti di incontro, assai significativi. C’è una interferenza che fa completare o arricchire il discorso e induce a serie riflessioni. Come si rileva, certamente, con chiarezza, la parola chiave è “ Sapienza”, alla quale fare riferimento nel considerare o valutare le ricchezze. L’argomento è realmente “duro” anche perché “si indurisce” ancor di più sbagliando nell’utilizzare un criterio di giudizio non esatto e non realistico, come diremo appresso. La prima lettura dell’Antico Testamento è un appassionato elogio della Sapienza. E’ il dono più grande che si possa ricevere : non c’è bene o tesoro che possa valere di più; né gemme inestimabili, né oro né argento. La vera ricchezza incalcolabile è la Sapienza. E’ ovvio, anche se non detto esplicitamente che possedere ricchezze e non avere la Sapienza rende difficile la salvezza eterna. E Gesù, in perfetta sintonia, prosegue: “quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio” Il discorso già duro, impegnativo, poi, viene considerato inaccettabile, se si valuta con ottica unicamente economico-amministrativo- politica. Gesù, invece, ne parlava in termini di liberazione dal peccato, con un criterio squisitamente religioso. La ricchezza non deve “ indurire “ il cuore, anzi deve rendere disponibili, avendone i mezzi, alla carità verso i bisognosi; non deve opacizzare la visione dei valori spirituali. La salvezza è la ricompensa data alla capacità di non farsi dominare dai beni terreni, di considerare vero tesoro la conquista del regno dei cieli. Chi avrà usato le ricchezze, con generosità, per il bene dei fratelli, dei poveri, riceverà il centuplo, la vita eterna.