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“E sedutosi … li ammaestrava”: Và vendi quello che hai (di don Salvatore Callari)

Don Salvatore Callari

“E sedutosi … li ammaestrava”: Và vendi quello che hai (di don Salvatore Callari)

Lun, 15/10/2018 - 07:00

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Si legge bel Vangelo  della liturgia di   altra  domenica : “Signore, questo discorso è duro”  E si trattava di altro argomento. Ma viene facile  applicare anche  al discorso di oggi l’espressione citata: “ questo discorso è duro: “va’ vendi quello che hai e dallo ai poveri”.  Allora appare chiaro che Gesù spesso insegnava  delle cose nuove ed anche “dure”, cioè difficili  da accettare . Le letture di oggi, in particolare la pagina del libro della Sapienza e quella del Vangelo , se si esaminano attentamente  hanno dei punti di incontro, assai significativi. C’è una interferenza che fa completare o arricchire il discorso e induce a serie riflessioni. Come si rileva, certamente, con chiarezza, la parola chiave è “ Sapienza”, alla quale fare riferimento nel considerare  o valutare le ricchezze. L’argomento   è realmente  “duro” anche perché  “si indurisce” ancor di più sbagliando nell’utilizzare un criterio di giudizio non esatto e  non realistico, come diremo appresso. La prima lettura dell’Antico Testamento è un appassionato elogio della Sapienza. E’ il dono più grande che si possa ricevere : non c’è bene o tesoro che possa valere di più; né gemme inestimabili, né oro né argento. La vera ricchezza incalcolabile è la Sapienza. E’ ovvio, anche se non detto esplicitamente che possedere ricchezze e non avere la Sapienza rende difficile  la salvezza eterna. E Gesù, in perfetta sintonia, prosegue: “quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio” Il discorso già duro, impegnativo, poi, viene considerato  inaccettabile,  se si valuta con ottica unicamente  economico-amministrativo- politica. Gesù, invece, ne parlava in termini di liberazione dal peccato, con un  criterio squisitamente religioso. La ricchezza non deve “ indurire “ il cuore, anzi deve rendere disponibili, avendone i mezzi, alla carità verso i bisognosi; non deve opacizzare  la visione dei valori spirituali. La salvezza è la ricompensa data alla capacità di non farsi dominare dai beni terreni, di considerare vero tesoro la conquista del regno dei cieli. Chi avrà usato le ricchezze, con generosità, per il bene dei fratelli, dei poveri,  riceverà il centuplo, la vita eterna.