Ogni anno c’è un predicatore “nuovo” diverso, che viene da lontano, in qualche modo specialista per simili circostanze. Un gran numero di fedeli riempie la chiesa, anche con notevole anticipo previsto, per partecipare alla sacra liturgia ed ascoltare la predica. Che è un numero particolarmente atteso. Il predicatore diventa personaggio. L’interesse popolare, a riguardo, è sempre sentito, e se ne parla come di un avvenimento di cronaca. I commenti si moltiplicano e si accavallano, le opinioni talvolta contrastano e i paragoni fanno capolino evocando dalla memoria recente o più lontana, la chiarezza e la oratoria dell’uno o la semplicità e l’efficacia dell’altro .Questo rilievo era particolarmente stuzzicante soprattutto nel passato.
E giunge la sera del Vespro. Si ha la palpabile sensazione che si entra già nel cuore della festa. Anche l’aspetto… meno liturgico assume un suo valore: la partecipazione delle autorità, civili e militari , le divise e i pennacchi, i primi posti nel coro, un malcelato senso di …. esibizione: il clero con i sacri paludamenti, la chiesa straripante di fedeli, un ricchissimo addobbo floreale sull’altare e la scenografia è completa.. Si inizia col canto dell’inno alla Madonna dei Miracoli,con parole di Angelo Barba e musica di Giacomo Barba, divenuto ormai tradizionale. Il popolo raccolto partecipa lieto, mentre sulle parole dell’inno, rese vibranti dalle note musicali, si schiudono gli anfratti della memoria per richiamare alla mente le diverse categorie dei tanti figli di Mussomeli, menzionati nell’inno. Si libra il canto come messaggero di serenità e conforto ai giovani e agli anziani, ai sofferenti, ai lontani, ai presenti, tutti uniti nel vincolo di un unico affetto . E viene il momento dell’apertura della Madonna : si toglie il siparietto che nasconde il venerato simulacro. Sono istanti che sfuggono alla austerità liturgica
, che creano una atmosfera diversa pur nella compostezza, colorita e ammaliante; e sensi aviti scavano nel profondo, risuscitando memorie e proiettando raggi di profetica esaltazione alle generazioni future.
Le campanelle dell’interno lanciano il segnale e quelle grandi del campanile lo raccolgono e , poderose, lo rilanciano al paese: lo scoppio improvviso e pungente dei mortaretti dà un senso di scotimento; la banda musicale interseca con aria brillante questi disparati elementi ed è il trionfo di una suggestione, che avvince e scuote, innalza e gratifica, appassionata e commuove, facendo gustare ad ognuno il misterioso sussulto dello spirito, della devozione, che sfugge ad ogni categoria di valutazione. appassionata . ( Fine prima parte)