La liturgia di questa domenica , se consideriamo la disposizione o programmazione, secondo un criterio particolare scelto dall’anno liturgico, ci sembra un po’ fuori tempo. Quanto meno propone un argomento in grande anticipo. E’ un tema chiaramente “ quaresimale”, nel senso che è un contenuto assai pertinente al tempo che fa meditare sulla passione di Gesù, in preparazione alla memoria della sua .morte e risurrezione . La prima lettura ( del profeta Isaia) presenta il servo di Javeh che si offre ai flagellatori, agli insulti, ai maltrattamenti, e sopporta tutto perché ha fiducia nel Signore che lo, assiste e lo accompagnerà fino al trionfo. Tutta va letto in prospettiva di quella che sarà la vita del “servo” che è il Messia, cioè Gesù. Iniziando il suo ministero Gesù annunzia quale sarà il percorso che Egli farà per realizzare il progetto del Padre. La gente non capisce il vero significato del discorso di Gesù, che ha il desiderio di sapere che cosa veramente pensa di Lui. Le risposte dicono chiaramente che non ha una esatta conoscenza di Gesù, che vuole conoscere anche il pensiero dei suoi discepoli. A nome di tutti risponde Pietro: “ Tu sei il Cristo”. Risposta perfetta. Però Gesù con molta determinazione e chiarezza, dice che Egli è colui che dovrà soffrire, che incontrerà dura opposizione, e sarà ucciso, e dopo tre giorni risusciterà. Sembra che sia annullata la grande dichiarazione di Pietro, e tutti discepoli rimangono fortemente turbati. Pietro energicamente contrasta Gesù che vuole sottoporsi ad un progetto dall’esito fallimentare. Loro non intendono mettersi alla sequela di uno che va incontro ad un tragico destino. Vigorosa e risoluta la reazione di Gesù: “ Tu, Pietro sei come satana; tu mi vuoi distogliere dal fare la volontà del Padre. Sappiate che se volete venire con me dovete essere disposti ad abbracciare la sofferenza. E’ questo il modo di salvare la propria vita. Ecco il duro messaggio di Gesù. Egli realizzerà la redenzione vivendo la dimensione dolorosa in espiazione del male. Ogni cristiano, seguace di Gesù, deve conoscere che la fedeltà a Cristo va espressa nella accettazione serena delle inevitabili sofferenze della vita, dei sacrifici necessari per non soggiacere alla forza del maligno, per fare trionfare il bene, la carità, la giustizia.. Camminando per questo sentiero, con piena fiducia nelle parole di Gesù, dopo i reali o simbolici tre giorni, conseguirà la vittoria, la salvezza. La garanzia è data da una fede genuina e non di semplice facciata.