Le parole di Gesù hanno uno strettissimo legame non solo con la “vita” dell’uomo ma anche ancor di più con “ il dopo vita terrena”. Nell’ultimo giorno si avranno gli effetti salvifici del rapporto “cristiano- Eucaristia”. Chi si sarà nutrito degnamente della Eucaristia, avrà la garanzia della salvezza, il pegno della gloria futura. Io spero che quanti hanno avuto la possibilità di seguire la liturgia delle ultime quattro domeniche, avranno notato la insistenza della Chiesa che ci propone di riflettere sulla Eucaristia. Ciò è chiaro segnale della importanza dell’argomento. Quasi a volere fare un riepilogo essenziale, ci rifacciamo ai richiami liturgici delle domeniche scorse per tentare di giungere ad una conclusione di fondamentale importanza per la Chiesa, per i singoli fedeli, per la solidità della fede. Le letture dell’A.T. ci hanno offerto dei fatti chiaramente simbolici e profetici, come un graduale approccio al “ futuro mistero eucaristico” La manna nel deserto mandata dal cielo; i 20 pani offerti al profeta Eliseo , distribuiti e bastanti per cento persone; il pane che l’angelo portò al profeta Elia, che lo sostenne nel cammino per 40 giorni r 40 notti. Nel Vangelo, il miracolo della moltiplicazione dei pani e la parola di Gesù che gradualmente arriverà al culmine della presentazione del vero significato e della verità della presenza di Cristo nel pane. Prima dice”io sono il pane mandato dal cielo, poi “ chi viene a me, chi crede in me avrà il pane che dura per sempre; poi, chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, avrà la vita eterna, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” Potremmo dire: ecco il colpo finale: Gesù che si fa pane ma che deve essere mangiato per avere la vita eterna. Gli ebrei si rifiutarono di accettare queste espressioni e abbandonarono Gesù. Ma Gesù non fa un passo indietro; “ nessuno sconto” a questa misteriosa verità” E ciò significa una totale configurazione a Cristo; una intima comunione con Lui che prende posto nel nostro cuore divenendo l’ispiratore delle nostre azioni, delle nostre scelte di vita. Ignorare questo è vanificare il senso più profondo del cristianesimo. S. Paolo diceva arditamente : “Non sono io che vivo ma è Cristo che vive in me”.
“E sedutosi … li ammaestrava” : Chi mangia la mia carne, … lo risusciterò” (di don Salvatore Callari)
Lun, 20/08/2018 - 06:45
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