“E sedutosi … li ammaestrava” : Venite riposatevi un pò (di don Salvatore Callari(

La liturgia di questa domenica trova un chiaro collegamento con quella della domenica precedente, che parlava del rifiuto di coloro che portano la parola della salvezza, cioè dei profeti e di Gesù stesso. Tuttavia Dio non abbandona il suo popolo anche quando è ribelle e ingrato e continua a mandare “pastori” che facciano da guida in suo nome. E però avviene quello che il Signore non si aspettava. I pastori non sono fedeli al loro compito e pertanto rinfaccia a loro il male che hanno fatto : hanno disperso le pecore, e non se ne sono occupati; e allora, si impegna, provvederà Lui stesso, punendo i cattivi pastori. Manderà nuovi pastori e soprattutto “ un germoglio di Davide che sarà saggio”. E’ la promessa del Messia. E il Vangelo già ci parla della sua venuta. La Bibbia usa il termine “pastori” per indicare tutti coloro che esercitano autorità sul popolo ed hanno responsabilità nei vari settori della vita della comunità.. Anche Gesù fa l’esperienza del rifiuto, ma provvede sempre al bene del popolo inviando i suoi discepoli come annunciatori del Vangelo. Al loro ritorno li invita a riposarsi e a ritirarsi in disparte con lui. La folla, però, desiderosa di ascoltarlo lo raggiunge e Gesù riprende il suo insegnamento. Gesù “ istituisce” la necessità di un po’ di riposo per i pastori, al fine di prestare un servizio sempre efficace . Ma come è difficile accostare l’atteggiamento , il desiderio di “quella folla”, interessata alla parola di Gesù e la “ folla di oggi” che potremmo essere anche noi, che è così “disamorata”, senza vivo interesse , che procede per forza di inerzia spirituale, o di tradizioni, o di logore abitudini. Così come è anche vero che, talvolta, manca lo zelo appassionato “ dei pastori” nel servizio pastorale secondo le esigenze del popolo di Dio. Mancano pastori che offrano “ un pasto gustoso, nutriente e gradevole”, che siano capaci di svegliare entusiasmo, scuotere da inerte torpore, e animare una vita fiacca e spenta, senza attese, sommersa da molteplici ed effimere gramaglie della mondanità e superficialità, dove l’orizzonte non ha mai l’affascinante luce che infonde nello spirito energia di sogni che aprono la visione alla bellezza del mondo nuovo fecondato dalla fede.

Condividi