A Gesù non possiamo attribuire sentimenti negativi o atteggiamenti sconvenienti. Però sappiamo che ha avuto anche dei sentimenti forti, e atteggiamenti duri. Pensiamo ai profanatori del tempio, al comportamento ipocrita di scribi e farisei e delle autorità religiose che abusavano del loro potere. Nella domenica precedente il Vangelo ci informava del rifiuto fatto a Gesù nella sua patria, “non l’hanno accolto”, ed Egli si limitò a dire “ nessun profeta è bene accetto nella sua patria” .E si allontanò per continuare la sua missione altrove. E pensando a chi avrebbe continuato a predicare il Vangelo li chiamò i suoi discepoli e li invio a due a due come missionari.
Ma sente il bisogno, forse avendo presente l’indifferenza dei suoi paesani, di suggerire:”se non vi accoglieranno scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi “. Cioè capiscano che si terrà conto del loro rifiuto. Poi dà delle indicazioni sul “ come” devono fare i missionari: “ non portare nulla, né pane, né denaro, né bisaccia, né una tunica di riserva”. Gesù vuole che sia annunziata la verità, ma che sia testimoniata con la vita. Perché “la missione di salvezza” non è soltanto ciò che si predica ma soprattutto la “testimonianza”, cioè ciò che si vive. Le parole, i discorsi ben fatti, una dottrina formulata in modo raffinato, non sono determinanti. E’ più importante vivere ciò che si predica, con lo stile voluto da Gesù. Quindi missionari in modo più completo, e quindi una chiesa “completa” che viva il senso della povertà, una certa precarietà, che viva nella sobrietà. E’ quello che Papa Francesco ribadisce continuamente nei suoi discorsi. Certo non bisogna ingenuamente pensare che la chiesa, gli uomini di chiesa e gli stessi semplici cristiani, vivano alla lettera “lo stile di Gesù”. I tempi sono diversi, le esigenze cambiate, la mentalità del tutto nuova. Però, con molto buon senso e sincera consapevolezza del proprio ministero, si può evitare quello che “ è eccessivo” nei diversi settori della vita; quello che è superfluo, che denota effimera vanità, o cedimento alla “ futile modernità”. Se è pur vero che certe cose ovviamente fanno parte della attualità dei tempi, è anche vero che c’è molto da sfrondare e vivere tutti, semplici cristiani e pastori della chiesa, in una austerità più consona ad una “ Chiesa povera per i poveri “ . Oggi si crede più ai testimoni che ai profeti e ai maestri..
di Redazione 3
Mar, 05/11/2024 - 15:31