CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Nel 2017, il tasso di giovani che non lavorano e non studiano più elevato in Italia si registra a Caltanissetta (44,9%). Siamo la patria della rassegnazione, abbiamo tolto ai giovani nisseni, pure la voglia di costruirsi un futuro.
Emblema della città di Caltanissetta è il cimitero di negozi di Corso Umberto, di Via Palermo, di Corso Vittorio Emanuele, delle altre strade del centro storico ma anche in altre zone della città. Al cimitero di negozi del centro, si affianca la necropoli di imprese delle nostra zona industriale, una necropoli ormai priva anche della pubblica illuminazione, con strade dissestate, pulizia inesistente e verde pubblico inesistente.
E proprio in questi cimiteri riposano le speranze ed il futuro dei nisseni, da lì bisogna ripartire, l’impresa privata deve essere sostenuta con tutti i mezzi possibili affinché possa rinascere.
Purtroppo è raccapricciante sentire attribuire agli imprenditori le colpe della chiusura delle loro attività. Imprenditori con tanti anni di esperienza, ancora capaci di fare tanto ma che hanno ceduto alla crisi perché nessuno li ha difesi dalla concorrenza sleale dei cinesi, delle multinazionali e della grande distribuzione. E per giunta qualcuno sotto voce accusa loro di non essersi adeguati ai tempi. Emblematica la foto di Ruvolo che va via di spalle ad una assemblea di commercianti.
Con queste premesse ed in questo contesto:”Caltanissetta cosa può offrire ai nostri giovani?”. Nulla, Caltanissetta non può offrire nulla perché tutto le è stato tolto.
Inutile ribadire le colpe. Le colpe di un fallimento sono di chi amministra la città ma anche dei governi regionali e nazionali degli ultimi anni. (Non dimenticatevi che Crocetta era amico di Ruvolo).
Inutile fregiarsi della riuscita di una corsa di biciclette che passa, inutile raccontare del successo del modello Caltanissetta, inutile esser orgogliosi per aver conferito la cittadinanza onoraria ad un cantante mentre ci sono tanti concittadini giovani e non che quella cittadinanza la vorrebbero restituire al proprio sindaco.
La restituirebbero non per il poco amore verso la loro città, ma perché non sanno più cosa farsene e vorrebbero andare via.
Impossibile vivere senza speranze, nella assoluta mancanza di progettualità, nella disperazione di imprenditori, di negozianti, di artigiani ai quali in nostri giovani si rivolgono, sentendosi dire che sono al completo e che forse stanno chiudendo e resteranno senza lavoro pure loro.
Nemmeno l’esuberante e forzato tempo libero dei nisseni può essere riempito perché non ci sono strutture idonee, per ultimo è aberrante la notizia della chiusura dei campi di tennis alla Villa Amedeo.
Manca la buona volontà e soprattutto mancano le capacità e la competenza di chi ha il dovere di tirarci fuori da questo baratro.
Le colpe della attuale situazione sono soprattutto nostre, siamo noi abbiamo scelto chi ci governa e chi ci ha governato. L’errore commesso in 5 minuti al seggio elettorale si ripercuote inevitabilmente nei 5 anni successivi. E non mi riferisco solamente alla scelta del sindaco, è importante anche saper scegliere un consigliere comunale che non faccia il consigliere per mestiere, che non sia attaccato alla poltrona ma sia attaccato alla città.
Per sfiduciare Ruvolo sarebbe bastato poco, i numeri sulla carta c’erano e ci sono, un po’ di buon senso, di sprezzo per la poltrona e del pericolo di non essere rieletti, e Caltanissetta sarebbe fuori dall’agonia anzitempo.
Alcuni consiglieri questo coraggio lo hanno mostrato, altri, e sono in tanti: No! Vi assicuro che nella lista che Prima di tutto i nisseni presenterà alle prossime comunali, non ci sarà nessuno di questi consiglieri uscenti. Chi sottobanco, o sopra il banco, ha tifato per Ruvolo mai potrà venire con noi.
Prima di tutto i nisseni, Arialdo Giammusso