PALERMO – Agricoltura, a segno due mozioni del m5S all’Ars. L’aula ha approvato due atti (primi firmatari Valentina Palmeri e Luigi Sunseri).
La mozione firmata da Palmeri impegna il governo regionale ad attivare tutte le iniziative amministrative necessarie affinché si determini che il pagamento del biologico (misura 11 del PSR 2014 – 2020), a decorrere dalla campagna 2018, venga effettuato entro l’annata agraria di riferimento con un congruo anticipo del 70 per cento a decorrere dal 16 ottobre e saldo entro il 30 giugno dell’anno successivo.
La mozione impegna inoltre l’esecutivo ad informare urgentemente circa le misure che si ha intenzione di mettere in campo allo scopo di risolvere definitivamente l’annosa difficoltà di dialogo e di gestione delle erogazioni in agricoltura, oramai non più procrastinabili, con l’organismo pagatore AGEA.
“Le criticità, rilevate nel sistema informativo dell’organismo pagatore – afferma Palmeri – sono state affrontate più volte ed a vario livello senza che queste abbiamo ad oggi prodotto nulla di concreto e tangibile; mettendo le aziende agricole siciliane in serie difficoltà e col rischio di fallimento e chiusura delle attività su tutto il territorio regionale. L’ok alla mozione apre uno spiraglio notevole, vigileremo che l’esecutivo rispetti la volontà dell’aula”.
Semaforo verde anche per la mozione firmata da Sunseri che impegna il governo ad utilizzare e a scorrere le graduatorie esistenti per la sottomisura misura 4.2 del piano di sviluppo rurale Sicilia 2014-20 per evitare che molti dei soggetti ammessi rischiassero di rimanere fuori nel caso in cui la Regione avesse emanato un nuovo bando. Nello specifico, tale misura prevede il sostegno a investimenti a favore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. “La dotazione finanziaria dell’intera misura – spiega Sunseri – è di 148 milioni di euro, una cifra che consentirebbe tranquillamente alla Regione Siciliana di poter far scorrere la graduatoria già esistente, dando così una risposta alle istanze già ammesse. Il rischio che insieme al mio gruppo parlamentare abbiamo voluto scongiurare, era quello di un nuovo bando, che sarebbe stato certamente molto dispendioso per le imprese, che le avrebbe costrette così a produrre nuovamente tutta la documentazione che avevano già presentato la prima volta”.