CALTANISSETTA – Giovedì 3 maggio al teatro Rosso di San Secondo di Caltanissetta è in programma lo spettacolo “Terra di Rosa – vite di Rosa Balistreri” di e con Tiziana Francesca Vaccaro, musiche di Andrea Balsamio.
Lo spettacolo nasce dall’incontro della protagonista con la Cantatrice del Sud, Rosa Balistreri, e la sua storia. Figura decisiva del folk siciliano degli anni ’70, Rosa è tra i grandi protagonisti della riscoperta della canzone popolare che, grazie a lei, è tuttora apprezzata in tutto il mondo. Una donna scomoda e fuori dal suo tempo, perché ne percepiva tutte le contraddizioni, le iniquità, le oppressioni, le discriminazioni di un patriarcato che metteva a tacere le donne. Rosa che impara a leggere e a scrivere all’età di 22 anni perché comprende quanto sia importante sapere, per non essere più schiava. Rosa che con la sua voce ha girato il mondo con i piedi sempre ben piantati nella sua terra d’origine, per non perdere mai il contatto con la vita, vita difficile, vita aspra, vita appassionata.
Tiziana Francesca Vaccaro sottolinea: “Ho conosciuto le canzoni di Rosa Balistreri sin da bambina. Mia nonna mi cantava sempre le ninne nanne in dialetto per farmi addormentare. Al mercato, tra un urlo e l’altro, i commercianti intonavano dei canti, affascinanti per me bambina, ma a volte incomprensibili. Mia madre mi diceva che facevano parte della nostra tradizione popolare e che molti di questi non si sapeva a chi realmente appartenessero, erano di tutti. Ho conosciuto la voce di Rosa Balistreri da adulta, un giorno, per caso. Una voce profonda, dura e aspra, dolce e commovente. Qualche mese dopo avrei lasciato la mia terra, la Sicilia, anzi la nostra terra, mia e di Rosa, avrei lasciato la mia città, Catania. Direzione: Milano. Ho iniziato a scavare dentro la vita di Rosa Balistreri poco tempo dopo essermi trasferita. Non so bene cosa cercassi, forse cercavo semplicemente la terra. L’ho trovata, e non solo quella. Ho trovato il canto, canto come urlo, urlo come quello dei commercianti al mercato. Ma più di tutto ho trovato la vita, un attaccamento forte alla vita, uno spezzarsi e ricostruirsi sempre, al di là di qualsiasi terra. Ho scoperto una storia universale, una storia che non è solo di Rosa, ma di tutte le donne e di tutti gli esseri umani, di ieri e di oggi. E ho cominciato a raccontarla questa storia, in diverse forme (recital, spettacolo di narrazione, cunto, ecc.), in diversi tempi e in spazi insoliti, non canonicamente teatrali: case private, cantine, circoli arci, associazioni culturali, cooperative, centri sociali, centri occupati, centri per rifugiati di Milano hanno aperto le loro porte alla storia di Rosa Balistreri. Lo spettacolo si è trasformato ogni volta, in base agli spazi (a volte molto limitati, altre molto ampi) e ai differenti gruppi di persone che andava a incontrare. In ogni luogo e con ogni spettatore c’è stato sempre un tempo dedicato alla condivisone di quello che si era appena vissuto insieme. Per ricordare Rosa Balistreri, il coraggio, l’orgoglio, la forza di una siciliana che con la sua voce ha denunciato e osannato, odiato e amato la terra di Sicilia. Per scoprire che siamo tutti un po’ Rosa. Siamo tutti un po’ terra”.