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Caltanissetta, Francesco Dolce (PD): “Ufficio Europa, cronistoria di un fallimento”

Redazione

Caltanissetta, Francesco Dolce (PD): “Ufficio Europa, cronistoria di un fallimento”

Gio, 05/04/2018 - 17:19

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CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. In questi anni, tra le mura di palazzo del Carmine, si sono aggirate entità misteriose ed aleatorie di diversa natura, ma l’Ufficio Europa è di certo la più fantasmagorica delle incompiute di questa amministrazione.

A futura memoria, e per giusta conoscenza dei cittadini, ritengo doveroso fornire un resoconto di quanto accaduto in questi anni.

L’Ufficio Europa era uno dei punti cardine del programma elettorale della “Alleanza per la Città” ed il 28 luglio 2014, dopo neanche due mesi dal suo insediamento, il sindaco Giovanni Ruvolo celebrò una delle innumerevoli conferenze stampa nella quale presentò un pool di professionisti che avrebbe dovuto costituire il “perno attorno al quale fare ruotare l’amministrazione” (ipse dixit).

Nel corso dei mesi si ebbe la percezione, chiara, che quei professionisti non vennero minimamente messi nelle condizioni di potere operare, tant’è che nel maggio 2016 il sottoscritto, insieme alla collega Annalisa Petitto, presentò un’interrogazione consiliare proprio per comprendere cosa fosse stato fatto per avviare l’Ufficio Europa.

Dopo l’azzeramento della prima giunta Ruvolo, il PD assunse la delega ai fondi comunitari con l’assessore Ilaria Insisa, la quale da subito si prodigò per avviare un serio e concreto progetto, atto a dotare l’Ente di un Ufficio Europa, visto anche che l’attività dell’Ufficio Tecnico si era sviluppata soprattutto nella ricerca di finanziamenti Comunitari a gestione indiretta nell’ambito dei Fondi Europei di Sviluppo Regionale (FESR).

In tale prospettiva, già in sede di bilancio, il capitolo relativo era stato rimpinguato adeguatamente, anche attraverso risorse economiche derivanti dalle diverse direzioni, passando da circa 5000 a 100000 euro.

Tale disponibilità finanziaria, da utilizzare nell’arco di 24 mesi, avrebbe potuto consentire di affidare la start up dell’Ufficio, ovviamente attraverso una procedura pubblica, ad un soggetto o società, esperta nel settore, con un alto profilo professionale e competenze specifiche, in grado di coadiuvare tutte quelle attività interne ed esterne all’ente, atte a consentire l’ottenimento di risorse comunitarie, in particolar modo quelle a gestione diretta.

Quel progetto, predisposto in sinergia con l’UTC, l’unico possibile per avviare finalmente l’Ufficio Europa e contestualmente “formare” adeguatamente il personale interno in ordine alle diverse fasi in cui si articola il monitoraggio, la partecipazione, la progettazione e la rendicontazione dei progetti europei, venne fortemente osteggiato dal Sindaco durante alcune infuocate riunioni dell’allora maggioranza.

Ed infatti il sindaco, dopo pochi giorni, motu proprio, scelse di avviare una procedura pubblica tesa allo svolgimento di una mera attività di monitoraggio di bandi europei, al costo di Euro 7000, ovvero funzionale esclusivamente alla lettura della Gazzetta Ufficiale!

Di fatto il Sindaco scelse deliberatamente di non avviare l’Ufficio Europa, immaginando di “utilizzare” il personale comunale dell’UTC, numericamente carente e già oberato da una mole di lavoro eccessiva, per ottenere finanziamenti comunitari a gestione diretta ed indiretta.

A distanza di 14 mesi ecco arrivare il colpo di scena, l’ennesimo e clamoroso passo indietro del sindaco: il 30 marzo è stata infatti avviata una gara d’appalto per “servizi di supporto nella elaborazione, progettazione, gestione e coordinamento dei finanziamenti esterni (comunitari, nazionali e regionali)”, per la durata di 10 mesi ed un importo di circa 25000 euro, ovvero lo stesso bando bloccato dal sindaco nel febbraio 2017!

Mi permetto di suggerire al Sindaco di evitare ulteriori conferenze stampa, l’ufficio Europa di fatto non è mai nato, non c’è un front office per i cittadini e non vi è traccia di finanziamenti europei a “gestione diretta”. Ed aver avviato la procedura per avvalersi di una figura professionale esterna, oggi, ad un anno dalla scadenza del mandato, non produrrà gli effetti sperati, nel presente ne’ in prospettiva.

Oggi il sindaco, a mio avviso, ha invece il dovere morale e politico di spiegare alla città perché con ostinazione e pervicacia abbia osteggiato, poco più di un anno fa, lo stesso bando che è poi stato pubblicato nei giorni scorsi.

Il sindaco, a mio avviso, ha il dovere morale e politico di chiedere scusa alla città per avere di fatto bloccato sul nascere l’avvio dell’Ufficio Europa.

Il Sindaco dovrebbe chiedere scusa, ma non lo farà, anche perché errare è un difetto comune, chiedere scusa una virtù di pochi.

Francesco Dolce, Consigliere comunale PD