CALTANISSETTA – Venticinque anni fa Giovanni Paolo II visitava Caltanissetta: per ricordare il Papa Santo e i due giorni trascorsi nella nostra città il 9 e 10 maggio 1993, la Diocesi ha programmato alcune iniziative che si realizzeranno tra maggio e ottobre.
Si comincia sabato 28 aprile con un Convegno diocesano nell’Auditorium del Seminario Vescovile alle 17,30: San Giovanni Paolo II Il cammino e l’umanità di un Papa…Santo subito, organizzato in collaborazione con l’Associazione Diocesana San Giovanni Paolo II, della quale sono Presidenti onorari il Vescovo Mons. Mario Russotto, Mons. Slawomir Oder, postulatore della causa di canonizzazione, e il cardinale Stanislao Dziwisz.
L’ing. Gaetano Alù, promotore e presidente dell’Associazione, introdurrà i lavori del Convegno, che avrà come relatori Mons. Slawomir Oder, oggi Presidente del Tribunale Diocesano di Roma e autore di numerosi studi e saggi su S. Giovanni Paolo II, e il Prof. Giulio Maira, neurochirurgo di chiara fama, già docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore e primario al Campus biomedico di Roma, che ha curato S. Giovanni Paolo II in uno dei suoi ricoveri al Policlinico Gemelli e che è stato chiamato ad esprimere il suo parere scientifico sui suoi miracoli nella causa di canonizzazione.
I lavori saranno moderati da Fiorella Falci, direttore dell’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni sociali, e conclusi dall’intervento del Vescovo Mons. Mario Russotto.
La visita di San Giovanni Paolo II a Caltanissetta è stata caratterizzata da una dinamica itinerante: in due giornate ha incontrato in luoghi diversi le realtà più significative del nostro territorio, in grandi spazi come il CEFPAS, lo Stadio di Pian del Lago, lo stabilimento Averna e la Cattedrale, o in luoghi di raccoglimento con intense presenze, come il monastero delle Clarisse, il Carcere Malaspina, il Seminario Vescovile.
La sua presenza carismatica, giunta a Caltanissetta nel giorno dell’anatema contro la mafia nella Valle dei Templi di Agrigento, ha consegnato un respiro di profonda speranza alla nostra comunità diocesana, in una fase difficile della storia del nostro territorio: quella consegna di speranza rimane un impegno da sostenere e sviluppare, ed è questo il significato più autentico delle iniziative che in questi mesi, 25 anni dopo, faranno memoria di quell’evento unico.