E’ già la terza domenica di Pasqua e la liturgia ci fa ritornare a considerare la certezza della risurrezione . Lo fa con il ricordo dei discepoli di Emmaus che hanno visto il Signore e lo hanno riconosciuto allo spezzar del pane e lo testimoniano con mirabile entusiasmo agli Apostoli. Ci ricorda l’apparizione ai discepoli nel cenacolo,e a Tommaso, mostra le mani e i piedi a riprova della sua vera identità, come persona in carne ed ossa, e mangia con loro una porzione di pesce. Ma al dato storico bisogna aggiungere il significato teologico degli eventi. Il primo e il più importante lo evidenzia Gesù stesso: “sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora tra voi”. In questo c’è il compimento di tutto quello che è stato scritto su di Lui nella Legge di Mosè, nei Profeti, nel Salmi. E aprì loro la mente a capire le Scritture. Io credo che anche noi siamo chiamati non solo a godere del fatto straordinario della Risurrezione, ma a capire la Parola della Scrittura che con S. Pietro dice :” se questo è avvenuto è per la remissione dei peccati: “ Pentitevi e cambiate vita perché siano cancellati i vostri peccati. S. Pietro e tutti gli Apostoli sono i primi a seguire questo suo invito, sono loro i primi a cambiare vita. Pensiamo ai momenti di paura, di sfiducia, di abbandono di Gesù, di prima, e quello che ora proclamano con coraggiosa determinazione. “ Dio lo ha risuscitato e noi siamo testimoni”. Ed è encomiabile il coraggio di rinfacciare al popolo e ai suoi capi la loro colpa. “ Voi l’avete rinnegato dinanzi a Pilato, voi avete chiesto la grazia per un assassino e avete chiesto la morte dell’autore della vita”. Il cristiano è uno che “ha cambiato vita” con il battesimo, se è passato dalla morte alla vita. Egli è inserito nella nuova realtà di Cristo che è lotta al peccato e vita di unione con Dio in un amore costante e “ con tutta la mente e con tutto il cuore “ . Rinnegando il peccato, uniformando la fede al messaggio evangelico, testimoniando la novità del Cristo risorto, con una vita rinnovata , nei pensieri e nelle opere, nell’amore e la fratellanza, che sono i segni “ della risurrezione” del cristiano.
“E sedutosi… li ammaestrava” : Perchè sorgono dubbi? (di don Salvatore Callari)
Lun, 16/04/2018 - 07:00
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