Il 27 marzo 1968 moriva il russo Jurij Gagarin, in quello che fu definito un misterioso incidente aereo. Mezzo secolo fa, Jurij Alekseevič Gagarin si schiantava al suolo col suo piccolo caccia Mig-15Uti, perdendo la vita con il copilota Vladimir Seryojin, non è ancora chiaro se per una collisione in volo o per una manovra sbagliata, c’è anche chi allude a qualche dietrologia da spy story, a onor del vero senza alcuna prova sostanziale.
Il cosmonauta fu il primo uomo ad andare nello Spazio ed è proprio dallo spazio che pronunciò queste parole, passate alla storia: “Da quassù la Terra è bellissima. Senza frontiere, né confini”. dimostrando così al mondo che era possibile uscire dall’atmosfera per entrare nella Storia. Lo aveva fatto il 12 aprile 1961, a bordo della capsula Vostok 3KA-3, più nota come Vostok 1, lanciata dal cosmodromo di Baikonur alle 9:07 del mattino (ora di Mosca) e volata attorno alla Terra per un’intera, unica orbita.108 minuti, poco meno di due ore, capaci di cambiare il mondo.
La spedizione, in piena Guerra Fredda, ebbe un significato politico e tecnologico di grande portata: l’Unione Sovietica dimostrava agli Stati Uniti di padroneggiare la tecnologia che permetteva all’uomo di esplorare lo Spazio oltre la Terra.
Nonostante le prime parole extraterrestri di Gagarin fossero un esplicito messaggio di pace, il successo della sua missione coronava la momentanea supremazia sovietica sul programma spaziale americano, tanto da dar vita a organizzazioni come la Darpa o la stessa Nasa. Gagarin rientrò nella Terra, non all’interno della navicella ma con un paracadute, dopo essere stato espulso a circa 7.000 metri di quota.
Due giorni dopo era accolto da eroe a Mosca, Gagarin divenne una stella internazionale e il regime sovietico organizzò per lui diversi tour per il mondo, in “missioni di pace” e propaganda, e fu ricevuto dai leader del mondo di allora, dalla regina Elisabetta II a Fidel Castro. Divenne un simbolo così prezioso per i russi, che non gli fu mai più permesso di tornare nello Spazio, nonostante questo fosse il suo desiderio. Soltanto nel 1968, dopo anni di celebrazioni e festeggiamenti pubblici, e di molte sregolatezze, gli venne revocato il divieto di volo e fu riqualificato come pilota di jet.
Di Gagarin oggi restano la memoria dell’impresa, la meraviglia che ha riportato sulla Terra, le statue, i francobolli, il centro di addestramento dei cosmonauti alla Cittàà delle Stelle. A Gagarin, Pablo Picasso ha dedicato una serigrafia e il primo cosmonauta ha intitolato un asteroide ‘1772 Gagarin’.
Gagarin ha permesso di guardare ‘oltre’, di far immaginare un futuro nuovo senza frontiere né confini, in un clima politico difficile, in cui Kennedy e Chruščëv suggerivano il contrario.