Sono stati aggiunti altri punti da trattare:
-Individuazione servizi a domanda individuale, conferma tariffe e tasso di copertura Asilo Nido Comunale ai sensi dell’art. 251 del D.Lgs n. 267/2000; -Approvazione piano finanziario di determinazione dei costi di gestione del servizio rifiuti per l’anno 2018; -Deliberazione di dissesto C.C. n.33 del 7 Luglio 2016. Attivazione delle entrate proprie, art. 251 del D.lgs 267/2000., Tariffe TARI per l’anno 2018; da trattare successivamente all’ultimo punto del predetto o.d.g. e precisamente dopo il punto 11;.
– lavori di rifacimento della pavimentazione di piazza del popolo e alla richiesta di sospensione dei lavori da parte della soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta;
– lavori di messa in sicurezza del costone roccioso del Castello Manfredonico;
– Mozione urgente relativa alla delibera di G.M. n.36 del 28/02/2018. Manifestazione di interesse per la partecipazione al Bando Storico, artistico e Culturale 2017 “ il bene torna comune” promosso dalla Fondazione con il Sud
Questo il testo della mozione dell’opposizione presentata 4ed illustrata dal consigliere Enzo Munì: “Mozione urgente relativa alla Delibera di Giunta n. 36 del 28.02.2018 – Manifestazione d’interesse per la partecipazione al Bando Storico, Artistico e Culturale 2017 “Il bene torna comune” promosso dalla Fondazione con il Sud: “I Consiglieri comunali sotto riportati,
Premesso che:
Considerato che:
IMPEGNANO
Il Presidente del Consiglio affinché:
Il Sindaco e la Giunta affinché:
Questo, invece, l’intervento dei consiglieri che sostengono la giunta Catania, presentato ed illustrato dal consigliere Jessica Valenza: “ Dichiarazione in merito alla “Mozione urgente relativa alla Delibera di Giunta nr. 36 del 28.02.2018 – Manifestazione d’interesse per la partecipazione al Bando Storico, Artistico e Culturale 2017 “il bene torna comune” promosso dalla Fondazione con il Sud” I sottoscritti Consiglieri Comunali, presa visione in data odierna della Mozione di cui in oggetto ritengono opportuno esprimere il loro punto di vista affidandosi alla presente dichiarazione: La lettura del testo della mozione presentata dai consiglieri di minoranza ci ha riportato alla mente il famoso proverbio cinese che recita “Quando il dito indica la Luna, lo stolto guarda il dito” . Di fronte, infatti, ad una importante occasione di provare ad inserire il nostro prezioso maniero in un circuito costituito da soggetti di altissimo spessore culturale, con una ricca esperienza nella tutela e valorizzazione dei beni comuni (patrimonio storico-artistico e culturale, ambiente, riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie), si focalizza l’attenzione su aspetti del tutto marginali e comunque distanti dal più importante obiettivo che è quello di valorizzare finalmente il nostro patrimonio culturale. I rilievi mossi nella mozione e soprattutto quello relativo all’entità del canone di affitto devono ritenersi totalmente pretestuosi poiché gli stessi consiglieri sanno benissimo che tali indicazioni sono solo funzionali alla presentazione della domanda e non sono per nulla vincolanti per l’amministrazione, visto che, in ogni caso, qualora la domanda fosse accolta (e noi lo auspichiamo) l’ultima parola circa l’approvazione della convenzione di affidamento del Castello rimane sempre al Consiglio Comunale. Per lo stesso motivo deve ritenersi infondata anche l’accusa di “colpo di mano” perpetrato dall’amministrazione, verso la quale, anzi, non possiamo che complimentarci per avere colto con celerità l’occasione di partecipare a tale prestigioso bando. Piuttosto, il venale riferimento fatto al canone di affitto del Castello e la sola idea di fare rischiare alla Comunità di Mussomeli la perdita di questa importante chance, ci induce a ritenere che la concezione che hanno del nostro stupendo maniero i consiglieri che si apprestano a votare positivamente la mozione è quella di un semplice bene da mettere a lucro, un normale locale commerciale da offrire al migliore offerente, non importa chi questo sia e quale sia la sua esperienza. Se l’intento dell’amministrazione con la sua attività è quello di valorizzare il nostro patrimonio Medioevale, l’unica promozione che noi vediamo in questa mozione è quella dell’Oscurantismo, della paura per tutto ciò che è nuovo e innovativo, di tutto quello che può costituire una svolta per il nostro paese. Visto il tenore delle altre interrogazioni proposte nell’odierno consiglio cominciamo a pensare che dietro tutte queste iniziative ostruzionistiche ci sia solo il vano tentativo di interrompere l’apprezzata azione dell’Amministrazione del Sindaco Catania, e per raggiungere lo scopo non si esita a ricorrere e metodi e mezzi che possono pregiudicare l’interesse di tutti i cittadini”.
Questo è l’intervento del sindaco Giuseppe Catania sulla mozione urgente “Delibera n. 36 del 28.02.2018 – Manifestazione d’interesse per la partecipazione al Bando Storico, Artistico e Culturale 2017 “Il bene Torna Comune” promosso da Fondazione con il Sud – Relazione – presentata dall’opposizione consiliare.
“Gent.mi Consiglieri, Facendo seguito alla Vostra mozione con la presente, al fine di fornirvi un quadro di informazioni il più chiaro possibile e permetterVi dunque di esprimere il Vostro legittimo e consapevole voto, vado a relazionare in merito alla deliberazione in oggetto richiamata.
Prima di entrare nel merito della mozione mi concederete una brevissima premessa di carattere generale sulla gestione del patrimonio culturale.
Antonio Leo Tarasco, alto dirigente del Mibact e professore di diritto amministrativo, nel suo ultimo volume dedicato a ‘Il patrimonio culturale, modelli di gestione e finanza pubblica’ (Editoriale Scientifica) propone una sua analisi confrontata con tantissimi esperti del settore. L’analisi è lucida, severa, ma accanto alle note dolenti vi sono anche le proposte per migliorare la gestione del patrimonio culturale, proprio a partire dalla riforma organizzativa voluta dal ministro Dario Franceschini. Il saggio è stato presentato a Roma in occasione del convegno “Quale gestione del patrimonio culturale” svoltosi presso l’Accademia di belle arti al quale erano presenti, fra gli altri, il sottosegretario Antimo Cesaro, Lorenzo Casini, consigliere giuridico del ministro Dario Franceschini, Arnaldo Colasanti, della segreteria tecnica del Miur, Filippo Cavazzoni, segretario generale di ConfCultura. E Rossana Rummo, direttrice generale ‘Biblioteche e istituti culturali’ del Mibact, secondo cui “la cultura è sempre stata considerata una spesa e non un investimento. E questo è stato un danno”.
L’autore ogni giorno ha a che fare con il problema della gestione del patrimonio culturale. E la sua analisi impietosa della struttura fa capire quanto lavoro ci sia da fare. Secondo l’autore, tesi che io personalmente condivido pienamente, la principale causa della mala gestio del sistema delle ricchezze artistiche nazionali è “la pretesa di una gestione interamente pubblica del patrimonio culturale, accompagnata dalla grande fiducia verso la tassazione pubblica e l’indolenza nella ricerca di risorse private”.
Alcuni esempi fanno emergere le incongruenze gestionali.
Secondo Tarasco stiamo parlando di un alto dirigete del MIBACT e dunque persona autorevole e che ha uno sguardo di insieme avendo un osservatorio privilegiato, vi sono 4 cause della cattiva gestione del patrimonio culturale italiano.
La contemporanea azione di quattro fattori principali – spiega Tarasco – agendo simultaneamente, producono effetti negativi. Ecco la cause della “cattiva gestione” secondo Tarasco.
Siti chiusi. O non visitati. Siti chiusi o scarsa affluenza, anche pari a zero, dei siti aperti, un problema da risolvere.
“Nel 2015 rispetto a 155 milioni di visitatori di musei e parchi archeologici – scrive Tarasco – il 10 per cento di questi (15 milioni), si è concentrato in soli 7 siti dei 508 siti statali culturali censiti nel 2015. Nel 2016, nei 529 siti censiti, oltre la metà degli introiti costituisce il prodotto delle visite in soli tre siti (Uffizi, Pompei e Colosseo)”. Nel 2016 sono stati censiti 529 monumenti e parchi archeologici. Di questi siti, 69 sono chiusi al pubblico. Dei 529 siti ministeriali, 38 hanno registrato nel 2016 zero visitatori pur essendo aperti, cui si aggiungono altri 43 che si collocano nella fascia di 0-999 visitatori, 97 che hanno avuto tra 1000-4999 visitatori (dai 3 ai 6 visitatori giornalieri in media), e 73 siti che hanno avuto tra i 15 e i 30 visitatori medi giornalieri. Su 529 siti ministeriali, ben 251 hanno registrato un numero di visitatori basso o nullo.
Adiamo nel vivo invece della mozione.
Come a tutti voi noto, il Castello di Mussomeli rappresenta un patrimonio culturale di straordinaria importanza sul piano storico-artistico e sul piano affettivo per i cittadini di Mussomeli che è di proprietà del Comune di Mussomeli e che sempre rimarrà tale perchè ne rappresenta il simbolo.
Altrettanto noto a Voi tutti è che da quando il castello di Mussomeli è divenuto di proprietà del Comune è stato utilizzato al minimo della sua effettiva potenzialità.
Basti pensare che l’uso quasi esclusivo che è stato fatto del Castello di Mussomeli è quello dello “sbigliettamento” che ha impegnato risorse umane del comune (da 9 a 12 precari a secondo del periodo di bassa e alta stagione) ed ha generato per le casse del comune i seguenti introiti annui:
2014: € 14.750,00
2015: € 12.600,00
2016: € 15.880,00
2017: € 13.400,00
Potenzialità che se adeguatamente sfruttate ed utilizzate pone il Castello di Mussomeli come un attrattore culturale di primissimo piano, all’interno del quale poter svolgere numerosissimi eventi e manifestazioni che richiamerebbero visitatori e turisti da ogni parte della Sicilia, dell’Italia e del mondo.
E’ evidente a tutti, dunque, che il suo pieno utilizzo rappresenterebbe per il territorio di Mussomeli uno straordinario volano di sviluppo economico che avrebbe ricadute e benefici per l’intera comunità mussomelese ed in particolare sui seguenti stakeholder:
E’ altrettanto evidente a tutti, dunque, che il suo pieno utilizzo rappresenterebbe per il territorio di Mussomeli una straordinaria opportunità occupazionale per i tanti giovani impegnati e da poter impegnare nelle strutture sopra richiamate, costrette oggi ad emigrare fuori, in Italia e all’Estero. I più accreditati studi economici e statistiche di settore concordano nel sostenere, infatti, che a fronte di una unità lavorativa direttamente occupata nel settore turistico vi sono ben 11 unità lavorative occupate nell’indotto, in un rapporto dunque 1:11.
Già da tempo, dunque, nei piani di questa amministrazione vi era la volontà di procedere ad una strategia di esternalizzazione che potesse consentire di individuare soggetti esterni all’amministrazione comunale (società organismi, enti no profit) in grado di sfruttare a pieno questo enorme patrimonio culturale che abbiamo la fortuna di avere ed in grado, pertanto, di generare sviluppo economico nel nostro territorio.
Strategia di esternalizzazione finalizzata all’individuazione di soggetti esterni in possesso di precise e puntuali caratteristiche:
Ed è vero che, proprio in questo percorso strategico di esternalizzazione fortemente voluto da questa amministrazione, erano stati avviate delle interlocuzioni con tutti i consiglieri al fine di rappresentare il percorso tracciato e condividere gli aspetti e le caratteristiche.
Tanto è vero che era già stata predisposta una bozza di bando, capitolato e disciplinare per la indizione di una gara ad evidenza pubblica finalizzata alla individuazione di quei soggetti esterni richiamati sopra.
In corso d’opera e prima che tali documenti divenissero patrimonio condiviso di tutti è stato emanato il bando Storico, Artistico e Culturale 2017 “Il bene Torna Comune” promosso da Fondazione con il Sud.
Un nuovo bando (siamo alla quarta edizione) per recuperare e valorizzare i beni culturali inutilizzati o scarsamente utilizzati al Sud (come da precisazione avuta dalla stessa Fondazione con il Sud ed in particolare da chi si occuperà della selezione delle candidature).
Un bando rivolto ai proprietari dei beni (il Comune di Mussomeli è e rimarrà proprietario del Castello) e al Terzo settore, mette a disposizione 4 milioni di euro.
Citando una intervista di Carlo Borgomeo (presidente di Fondazione con il Sud): valorizzando i beni culturali inutilizzati o scarsamente utilizzati recuperiamo la loro dimensione sociale e una prospettiva comunitaria di sviluppo che tanto serve al nostro Sud , ed io aggiungo che tanto serve alla nostra Mussomeli.
Dunque, come amministrazione, ci siamo trovati davanti e nella possibilità di presentare la candidatura del nostro castello a Fondazione CON IL SUD che promuove, appunto, la quarta edizione del Bando Storico – Artistico e Culturale, sviluppando la formula sperimentata nella precedente edizione: ovvero chiedendo ai proprietari di immobili inutilizzati di metterli a disposizione della comunità locale, mediante sottoscrizione di regolare contratto di affitto, per un periodo di almeno 10 anni e, successivamente, rivolgendosi alle non profit per proposte di valorizzazione dei beni in chiave comunitaria.
Il bando in questione mette a disposizione 4 milioni di euro e prevede due fasi e interessa i beni immobili di pregio storico, artistico e culturale presenti in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Nel corso della prima fase, amministratori e proprietari dei beni (persone fisiche e giuridiche, enti pubblici e privati) potranno inviare alla Fondazione una manifestazione di interesse con cui si impegnano, tra l’altro, a riservarle l’onere e il diritto di individuare il miglior intervento di valorizzazione del bene e, di conseguenza, di selezionare l’ente del Terzo settore a cui concederanno l’utilizzo del bene per almeno 10 anni. Nel candidare il bene, il proprietario dovrà indicare il canone annuale che l’organizzazione eventualmente assegnataria dovrà corrispondere (canone che è stato indicato da noi indicato e sul quale canone non abbiamo alcuna remora a confrontarci per trovare eventualmente una soluzione condivisa) con:
Potranno essere candidati immobili o porzioni di immobili che non siano già utilizzati o affidati e che siano idonei ad ospitare attività socio-culturali. Potranno essere prese in considerazione le aree archeologiche solo se adattabili allo svolgimento di questo tipo di attività e le chiese, solo se non più adibite al culto.
Le candidature dei beni, secondo questo bando a cui l’amministrazione comunale di Mussomeli ha partecipato, possono essere inoltrate fino al 30 marzo 2018, ma vige una logica di sportello per cui “chi prima arriva meglio alloggia”. La Fondazione, infatti, si riserva di chiudere in anticipo il periodo di candidatura qualora fosse raggiunto un numero sufficiente di beni selezionati.
La Fondazione valuterà man mano gli immobili: di quelli ritenuti idonei sarà pubblicata una scheda sul sito www.ilbenetornacomune.it, dando la possibilità alla comunità di condividere idee e commenti.
Per la selezione dei beni, oltre all’effettiva rilevanza storica, artistica e culturale dell’immobile, saranno valutati anche altri aspetti come le condizioni generali, le potenzialità di utilizzo, la posizione del bene e il contesto in cui è inserito, l’accessibilità e fruibilità, l’entità dell’eventuale canone richiesto.
Nella seconda fase, gli enti del Terzo settore potranno presentare progetti di valorizzazione relativi ai beni selezionati, in un’ottica di uso comune e di restituzione alla collettività degli immobili. Le proposte progettuali potranno essere presentate da partnership composte da almeno tre soggetti, di cui due organizzazioni di Terzo settore, oltre a istituzioni, università, mondo economico e della ricerca. I proprietari dei beni selezionati non potranno aderire a partenariati che presentino proposte di riqualificazione e rivalutazione dell’immobile di cui detengono la proprietà. Le proposte dovranno prevedere interventi capaci di generare concreti effetti positivi, in termini di sviluppo socio-economico, per la comunità locale.
La conclusione del percorso avverrà sempre in quest’aula, in quanto , il consiglio nella sua interezza e dall’alto della sua prerogativa istituzionale sarà chiamato ad approvare lo schema di convezione di affitto che verrà eventualmente sottoscritto dal legale rappresentante del bene e dal legale rappresentante del raggruppamento che sarà stato selezionato per la gestione del bene da Fondazione con il Sud.
Le passate edizioni del bando hanno fatto registrare un grande successo che è dovuto soprattutto alla sperimentazione di un processo inclusivo e partecipativo che sollecita le comunità locali a interrogarsi sul futuro del loro territorio e sul senso di responsabilità individuale e collettiva. Valorizzare gli immobili inutilizzati o scarsamente utilizzati, con la partecipazione di proprietari e società civile, significa recuperare la dimensione sociale dei beni culturali e una prospettiva comunitaria di sviluppo di cui il Paese e soprattutto il Sud hanno estremo bisogno.
Attraverso le precedenti edizioni del Bando (2008, 2011, 2014), la Fondazione CON IL SUD ha sostenuto 28 progetti per la tutela e valorizzazione del patrimonio storico-artistico e culturale, per un’erogazione complessiva di oltre 11 milioni di euro.
Chi è Fondazione con il Sud ?
La Fondazione CON Il SUD è un ente non profit privato nato il 22 novembre 2006 dall’alleanza tra le fondazioni di origine bancaria e il mondo del terzo settore e del volontariato, per promuovere l’infrastrutturazione sociale del Mezzogiorno, cioè percorsi di coesione sociale e buone pratiche di rete per favorire lo sviluppo del Sud.
In particolare, la Fondazione sostiene interventi “esemplari” nel settore eeducativo, socio-assistenziale e di valorizzazione del patrimonio culturale.
In 11 anni sono state sostenute oltre 1.000 iniziative, tra cui la nascita delle prime 5 Fondazioni di Comunità del Mezzogiorno, coinvolgendo 6.000 organizzazioni diverse e oltre 280.000 cittadini, soprattutto giovani, erogando complessivamente 176 milioni di euro di risorse private.
Questo è ciò che ha sostenuto il Ministro dei Beni Culturali Fraceschini in occasione di un importante convegno sulla valorizzazione dei beni culturali in Italia “Esperienze come quella della Fondazione con il Sud rappresentano un insegnamento da imitare. Speriamo che non si tratti di un’occasione persa“.
Rispetto al bando in oggetto richiamato Fondazione con il Sud si avvale della consulenza di competenze di Mecenate 90. Mecenate 90 è un’associazione senza scopo di lucro, nata nel 1990 per favorire la collaborazione tra soggetti pubblici e privati per la valorizzazione e gestione dei beni culturali e per la promozione del turismo culturale. Tra le sue attività principali elabora studi, piani e progetti per la valorizzazione del patrimonio culturale, esaltandone il valore economico e la capacità di incidere sullo sviluppo socio-economico del territorio. E’ specializzata nella realizzazione di studi di fattibilità per la individuazione di modelli gestionali applicabili ai beni culturali, nell’elaborazione di piani integrati per lo sviluppo turistico-culturale di territori su scala provinciale e sub-provinciale (piani integrati d’area, sistemi turistici locali, distretti, ecc.) e nella redazione di piani strategici per lo sviluppo turistico di città d’arte. Nell’ambito di tali attività, realizzate prevalentemente per conto di Amministrazioni Comunali e Provinciali e di Soprintendenze statali, Mecenate 90, oltre a svolgere un’attività vera e propria di studio, eroga servizi di accompagnamento e di assistenza tecnica a processi di concertazione e di partenariato locale. Elabora inoltre studi di fattibilità per la costituzione di sistemi, su scala provinciale, di gestione dell’offerta museale e di spettacolo. Svolge inoltre attività formativa ed editoriale, progetta e organizza convegni, seminari ed eventi di carattere culturale.
Il profilo di Fondazione con il Sud e di Mecenate 90 appena richiamato vi da il senso dell’elevatissima taratura, sul piano tecnico-scientifico e sul piano economico, dell’operazione realizzata da questa Amministrazione attraverso la candidatura del Castello di Mussomeli a questo bando.
Peraltro pretestuose mi sembrano le obiezioni indicate nella mozione e vado a spiegare il perchè:
FALSO: Infatti, così come scritto nel bando emanato da Fondazione con il Sud, l’Ente che verrà selezionato – a seguito di bando pubblico – riceverà un contributo a fondo perduto fino a 500 mila euro per le spese di adeguamento del castello alle attività da svolgere e per le spese di avvio. Pertanto nessun costo verrà detratto dal canone annuo che sarà introitato direttamente dal comune di Mussomeli.
FALSO: Infatti, non si prevede che castello manfredonico come sala ricevimenti come avviene invece per il castello di Siculiana per due ordini di motivi:
Si immagina un castello utilizzato come contenitore culturale all’interno del quale organizzare invece:
Ci si immagina all’interno del castello degli appositi spazi dedicati ai bookshop (ecco perchè il formulario riporta la possibilità di svolgere attività commerciali all’interno del castello), così come previsto nei più famosi e moderni musei di tutto il mondo.
Ci si immagina all’interno del castello degli appositi spazi dedicati a un piccolo punto di ristoro (una caffetteria), così come previsto nei più famosi e moderni musei di tutto il mondo.
FALSO: Infatti, i consiglieri sanno che a prescindere da chi sia la stazione appaltate (Comune di Mussomeli o Fondazione con il Sud) occorre procedere ad un avviso pubblico a cui possono partecipare:
Dunque, non viene preclusa in alcun modo la partecipazione di gruppi/aziende di Mussomeli che, anzi, laddove selezionati potranno essere agevolati dalla possibilità di accedere ad un contributo a fondo perduto fino a 500 mila euro per le spese di adeguamento del castello alle attività da svolgere e per le spese di avvio, incluse promozione e marketing.
FALSO: Infatti, la convenzione conterrà delle clausole che prevedono la possibilità di recesso, in qualunque momento, dalla stessa convenzione da parte del comune di Mussomeli laddove ci fossero inadempienze da parte della società che gestisce il castello.
L’Approvazione di questa mozione per il ritiro del bando significherebbe, dunque, non una sconfitta per questa giunta comunale che ha presenta la candidatura, ma una sconfitta per l’intera comunità mussomelese, per le prospettive di lavorio dei suoi giovani cittadini e per le prospettive di sviluppo del territorio e chi voterà “SI” a questa mozione si assumerà in pieno ed in prima persona la responsabilità davanti alla comunità.
Ritenendo di aver proceduto, in modo esauriente, a fornire ulteriori e dettagliate informazioni mi rimetto alla decisione che sarà assunta da questo importante consesso.
Cordiali saluti. Il Sindaco Giuseppe Sebastiano CATANIA”
Intanto, oggi 28 marzo 2018 alle ore 18, presso la sala “Francesca Sorce” del Palazzo di Città, proseguiranno i lavori.
https://youtu.be/iN_8IR0U6sM