SANREMO – La meta segreta è stata svelata: la redazione de Il Fatto Nisseno è arrivata al PalaFiori nella sala stampa “Lucio Dalla”. Abbiamo deciso di seguire da vicino la manifestazione canora più famosa d’Italia, uno spaccato che racconta le virtù canore nazionali ed anche l’evoluzione dei tempi e della musica. Un risultato che premia il lavoro d’equipe di tutta la redazione; la nostra gioia è di rappresentare, si spera degnamente, Caltanissetta e la Sicilia. Di seguito il primo collegamento ufficiale dal Palafiori e dall’esterno dell’Ariston.
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A quello che osservo, non vi scrive, e non commenta nessuno, a parte il sottoscritto.
Ma siete in consulto alla "Sacra Rota"?
E giratela, prima o poi!
Così, ha cominciato il mentitore seriale che ha appena finito di distruggere un partito e riuscirebbe pure con l'Italia intera, se il 4 marzo 2018 non glielo impedissimo e glielo impediremo di sicuro, in nome della nostra Costituzione antifascista e anti piduista.
Dr. Filippo Grillo
Un poco come questa società, Sanremo-festival: poco uso delle note a disposizione, credo tre su sette; marcette, parlantine di semianalfabeti a vuoto, ma tanto rumore...per nulla.
Povertà di linguaggio, di temi ancorché della solita rima cuore-amore e viceversa. Un fastidio, interrotto dai comici sul palco, con qualche gag che va a segno. Ma della "canzone italiana"?
Passame er bisturi, che incidiamo 'sta metastasi...
Quanto spreco di soldi! E ci sono pure quelli che telefonano, per votare...pagate pure!!
Una volta esisteva, operava, produceva la nostra industria discografica, perché in commercio, anche attraverso Sanremo, si confezionavano belle canzoni, ascoltabili e che rimanevano nella memoria collettiva.
Oggi, questo Paese senza nessuna memoria e nessuna identità, può chiamare un certo Sting( bravissimo se canta nella madre lingua) e come lo traduce Maurizio Crozza, canta : "Io amo patè...".
Oppure subito dopo una "rivoluzionaria messinscena femminista" sale sullo stesso palco un altro certo Taylor che canta, come un oriundo del Burkina Faso, "la donna è mobile, priva d'accento e di pensier...!"
Allora, un'altra stilettata al genere femminile., "senza pensier" ....insomma, mettetevi d'accordo, ANALFABETI!
Perché questa Italia dal governo centrale a tutti i governi di qualsiasi anfratto, è il dominio degli analfabeti!
Ma che ve lo dico a fa'...manica di ebeti.
Dr. Filippo Grillo