MUSSOMELI – Un problema tira l’altro all’ospedale “Maria Immacolata-Longo” dove, dopo la recente nomina del dott. Alfonso Cirrone Cipolla all’ospedale “Basarocco” di Niscemi, è rimasta pressoché sguarnita la Direzione sanitaria. Era l’estate del 2013 quando il dott. Alfonso Cirrone Cipolla, era stato nominato Responsabile del presidio ospedaliero di Mussomeli con delibera a firma dell’allora commissario straordinario, prof Vittorio Virgilio. Niscemese, 43 anni, il dott. Cipolla aveva iniziato il suo mandato con grande impegno e voglia di fare, assicurando la sua costante presenza più volte la settimana, ma nel corso degli anni, anche per altri e concomitanti impegni all’Asp, ha diradato sempre più la sua presenza a Mussomeli, fino appunto al nuovo incarico nel suo paese natale, dove è stato salutato con gioia. Di fatto però, con tale nomina, come rimarca la Cgil, Mussomeli si ritrova senza più una guida certa con la quale confrontarsi per risolvere i vari problemi che ogni giorno affliggono il nosocomio, basti dire che l’altro pomeriggio, quando ha piovuto col vento forte, in varie stanze di degenza si sono registrate cospicue infiltrazioni piovane dalle finestre che abbisognerebbero di essere adeguatamente impermeabilizzate. Piccoli problemi quotidiani che tuttavia, in assenza di una mente pensante in loco, si trascinano da anni. Dicono i sindacalisti: “Noi come Cgil siamo contenti per l’avvicinamento del dott. Cirrone Cipolla al suo paese e lo ringraziamo per il lavoro svolto in questi cinque anni a Mussomeli. Tante cose sono state fatte, ma ancora molto rimane da fare, ecco perché chiediamo alla Direzione Generale di nominare al più presto un responsabile di presidio perché il dott. Cipolla non può garantire più la sua presenza a Mussomeli. E francamente non si discutere con una presenza saltuaria assicurata una o due volte al mese. Ecco perché rimarchiamo la necessità di poterci confrontare sia noi sindacati, sia i medici che il personale tutto, con un responsabile in loco per risolvere i tanti problemi che ogni giorno travagliano questa struttura, a cominciare dalla carenza di medici”. Una carenza che, in effetti, rischia di vanificare quanto di buono s’è fatto e si continua a fare. Basti dire che in Medicina e Lungodegenza sono rimasti soltanto tre medici nonostante i continui ricoveri, ben 19 pazienti in Medicina l’altro giorno, che conta però appena 12 posti letto (sono stati occupati posti in altri reparti). E lo stesso dicasi in Chirurgia, dove si lavora a grandi ritmi, ma già questo mese una chirurga andrà in pensione. (R.M)