La tradizione della liturgia quaresimale , nella seconda domenica, ci ricorda l’episodio della Trasfigurazione. Anche per ragioni locali- a Mussomeli – è diventato più frequente richiamarsi all’episodio della Trasfigurazione. L’evento è di altissima rilevanza teologica oltre che un punto di rilievo nella vicenda terrena di Gesù e un pilastro nella struttura biblica del Nuovo Testamento. Non è un fatto del tutto naturale, anzi, è del tutto misterioso: si tratta di una Teofania ( cioè , direi, una “epifania” più qualificata, più esplicita, più solenne ) che è una manifestazione , una rivelazione di Dio, sul monte dove Gesù si era recato con tre suoi discepoli. Ad un certo punto si vedono avvolti nella nube tre personaggi, insieme a Gesù, infatti, ci sono Mosè ed Elia. Gesù è totalmente “trasfigurato”, diviene una immagine di luce vivissima e con vesti di un candore straordinario. E’ il momento “più alto “ della vita di Gesù nel suo rapporto col Padre. C’è una concentrazione di verità essenziali per la nostra fede. La prima : si rivela l’amore del Padre che ama l’uomo ed è disposto a mandare il Figlio sulla terra per salvarlo: “ Egli non ha risparmiato il proprio Figlio ma lo ha dato per tutti noi. ( S. Paolo ) La seconda : viene svelata la vera identità di Gesù, proclamato Figlio di Dio : “ Questi è il Figlio mio prediletto.” ( Vangelo ) E’ annunciato come Messia che vivrà il suo mistero di Redentore nel drammatico percorso della passione e crocifissione. La terza : Gesù, prima di entrare nei giorni del suo martirio, avendo intuito del possibile scoraggiamento dei discepoli, dimostra che non va incontro al fallimento, ma dopo un apparente insuccesso, entrerà nella gloria con la risurrezione. E dà la prova della “verità” che egli proclama, con questo misterioso e glorioso episodio. E per la nostra vita cristiana ? E’ un invito a essere capaci di intuire le garanzie che emergono dall’episodio : L’Amore di Dio e la nostra salvezza; La passione di Cristo, premessa della gloria di Cristo e nostra ; La speranza dell’uomo e la beatitudine celeste promessa ai credenti. Tre fari che possono illuminare il nostro “ cammino quaresimale.”
“E sedutosi… li ammaestrava”: non raccontate a nessuno… (di don Salvatore Callari)
Lun, 26/02/2018 - 11:15
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