Salute

“E sedutosi… li ammaestrava”: Lo voglio guarisci! (di don Salvatore Callari)

Don Salvatore Callari

“E sedutosi… li ammaestrava”: Lo voglio guarisci! (di don Salvatore Callari)

Lun, 12/02/2018 - 07:15

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Credo che l’ascolto della prima lettura della liturgia di questa sesta domenica  del tempo ordinario possa suscitare in noi qualche  perplessità. Ci troviamo di fronte a una “ Parola di Dio”  che certamente contrasta  con la nostra moderna sensibilità. Però, con piacere, rileviamo che la lettura del Vangelo serva a “ bilanciare” i criteri di giudizi dell’Antico Testamento  e del Nuovo : la legge di Mosè e la legge di Cristo. La prima ci informa che la legge ordinava  di allontanare  dalla comunità chi era, colpito dalla  lebbra. Doveva essere riconoscibile dalle vesti e doveva  gridare “ immondo, immondo” per essere  riconosciuto  e fare allontanare la gente.  Doveva ritenersi immondo finché aveva la lebbra. E’ una disposizione dura, o addirittura crudele. Ma dobbiamo valutare  non con i criteri e mentalità di oggi, ma secondo la mentalità di allora che così esigeva  in difesa della salute della comunità, facendo evitare il contagio. Una buona ragione a servizio dell’uomo. Interessante è anche  il concetto che la lebbra era considerata  un segno del peccato. E in ragione di questo veniva colpito da tale piaga.  Gesù nel Vangelo,  dimostra  compassione per un lebbroso che , contravvenendo alla legge, si avvicina a Lui e lo invoca: Se vuoi, puoi guarirmi! E Gesù prontamente : Si! Lo voglio, guarisci !  Non è una forzatura esegetica  la considerazione che Gesù , senza troppa ostentazione, né difficoltà sposta il valore della salvezza dal campo materiale  ( guarigione-liberazione dalla lebbra )  al campo spirituale (  liberazione dal peccato) Se la lebbra è segno della punizione per il peccato commesso, Gesù vuole dire che se scompare  la lebbra scompare anche il peccato. E più esplicitamente, Gesù non solo libera dalla lebbra ma anche dal peccato, perdona il peccato. Ed è quello che costantemente fa, è venuto per cercare i peccatori; a loro riserva tutta la sua compassione e benevolenza . “ Sono venuto per cercare quello che era perduto”. E l’uomo che accoglie la parola del Maestro sa che camminerà nel sentiero della vita .Purché  voglia invocarlo con senso di vera fede, sicuro che il Lui è la garanzia della verità e che è la luce che illumina il mondo.