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A Palma di Montechiaro (AG) – Commemorazione di Fra Alipio De Luca (17-18 febbraio 2018)

Carmelo Barba

A Palma di Montechiaro (AG) – Commemorazione di Fra Alipio De Luca (17-18 febbraio 2018)

Ven, 16/02/2018 - 07:30

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FRATE ALIPIO (1617-1645) L’AGOSTINIANO SCALZO PALERMITANO CHE SI FECE MUSULMANO E POI, PENTITOSI, AFFRONTO’ IL MARTIRIO. E’ stato nel convento di Cammarata, mentre a Mussomeli è stato il frate palmese che ha portato il suo stesso nome

 (a cura di Padre Mario Genco)

E’ da 1590 anni che S. Agostino ripete non a torto:  chi ama se stesso e non Dio, non ama se stesso, mentre chi ama Dio e non se stesso, questi ama se stesso. (S. Agostino, Commento al Vangelo di Giovanni 123, 5).

Essa è valida anche oggi, anche se da 50 anni nuovi maestri hanno pensato che si potesse costituire una società senza Dio e che l’uomo si ponesse al posto di Dio.  Si ripete ancora una volta la tentazione del Maligno e l’uomo si lascia ripetutamente ingannare:  Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male» (Gen. 3,4-5).

Anche il Frate Alipio, chierico agostiniano scalzo palermitano, si è lasciato ingannare e incantare da una vita fuori il convento, andando appresso al denaro, rinnegando la fede cattolica e facendosi musulmano, dando così un pessimo esempio agli altri cristiani. Ha amato se stesso, ma non Dio.  Quel  Crocifisso, buttato in mare per non farsi riconoscere cristiano, quando la nave su sequestrata dai pirati turchi il 1 luglio 1643, se lo rivide sulla spiaggia di Tunisi. Si vide cercato da Gesù nonostante tutto. Il Signore gli ha dato la forza di riscattare una vita vuota e insignificante con martirio. Ciò avvenne 373 anni fa, il 17 febbraio 1645. E’ proprio vero: Chi ama se stesso e non ama Dio non ama se stesso. Conosciamolo meglio. E’ un invito alla conversione per tutti e non solo per quelli di Palma di Montechiaro, dove ogni anno si commemora l’anniversario del suo martirio.

 A Palma di Montechiaro (AG)  – Commemorazione di Fra Alipio De Luca  (17-18 febbraio 2018)

Nei giorni 17-18 febbraio a Palma di Montechiaro (AG)  i PP Agostiniani Scalzi, commemorano il  373°anniversario del martirio del loro confratello il chierico palermitano Fra Alipio De Luca di S. Giuseppe, che il 17 febbraio 1645 in odio alla fede è stato ucciso a Tripoli (Libia). La commemorazione  inizia nella Chiesa Madre il sabato e Domenica 18 febbraio alle ore 8,30 nella chiesa del monastero benedettino, che custodisce gelosamente fin dal 13-12-1653 i resti mortali di Fra Alipio. Si continua nelle parrocchie dell’ Immacolata e Sacra Famiglia. E’ dal 1995 che gli Agostiniani Scalzi sono presenti a Palma per ricordare Fra Alipio. Egli nel 1600 e nella prima metà del 1700 era molto noto. Basta vedere la sua bibliografia che è  molto vasta. Inoltre  era molto conosciuto anche a Palma e non pochi portavano il suo nome.

Fra Alipio di S. Giuseppe è nato a Palermo il 4 settembre 1617  ed è stato battezzato nella chiesa Santa Croce. I padrini sono stati Donna Isabella Vincenza Lanza e il marito Marchese  di Gibellina, Don Antonio Morso.  Fu ammesso al noviziato di S. Gregorio Papa di Palermo il 19-3-1634 e fece la professione religiosa  il 20-3-1635. Per motivi di salute dovette sospendere gli studi e ciò gli causò un certo rilassamento spirituale. Fu mandato in diversi conventi e, mentre si stava recando in quello di Napoli, il 1 luglio 1643 la nave, che lo trasportava, presso Ustica fu sequestrata dai Turchi e portata a Tripoli (Libia). Il Pascià con regali e denaro cercava di attirare Fra Alipio nella religione musulmana, a cui aderì il 4-6-1644. Non abbandonò mai però le sue pratiche di pietà e la devozione alla Madonna, a cui deve successivamente il pentimento e il ritorno alla fede cattolica.  Infatti dal settembre 1644 al febbraio 1645 ne era pentito e di nascosto portava l’abito religioso. Venerdì 17 febbraio 1645 ha comunicato apertamente il suo pentimento ed è andato incontro ad un atroce martirio, che è durato ben quattro ore. Infine il corpo esanime fu dato alle fiamme. La maggior parte dei suoi resti mortali fu tenuta nascosta per otto anni a Tripoli e poi nel 1653 portata a Malta e da qui portarlo a Palermo. Lungo il tragitto per i forti venti contrari la nave si dovette fermare a Marina di Palma di Montechiaro (AG), dove è rimasto per insistenza del Duca santo D. Giulio Tomasi. Era il 13 dicembre 1653. Nel 1646 era già stampato un libretto dal priore di S. Nicola di Palermo, P. Modesto  del SS. Sacramento, Breve Relazione degli atroci tormenti, e crudele morte patiti dal ben’avventurato F. Alippio di S. Giuseppe, palermitano, Venetiis, 1646.

Lo stesso confratello ha fatto dipingere a Palermo nella portineria del convento S. Nicola un ritratto di Fra Alipio In atto che si abbrucia in mezzo alle fiamme, con un Crocifisso alle mani. Sempre nello stesso periodo (1653) che è arrivato lʼAmadis a Palma, sbarcarono provvidenzialmente ad Agrigento, provenienti da Tripoli, 10 testimoni del martirio di Fra Alipio, che si recarono dal Vescovo. Il Duca ne venne a sapere e mandò P. Mechelangelo Schembri al Vescovo di Agrigento Fra Ferdinando Sanchez de Cuellar dellʼOrdine del Padre S. Agostino (Vita di Fra Alipio p. 182) perché raccogliesse le loro testimonianze sul martirio di Fra Alipio. Inoltre nel 1647 il Definitorio Generale dell’Ordine degli Agostiniani Scalzi nominava il postulatore della causa per la beatificazione di Fra Alipio. Nel 1652 il Principe di Trabia Don Ottavio Lanza, a cui apparteneva Mussomeli, si fece promotore nel far conoscere Fra Alipio al Principe di Lampedusa, a cui apparteneva Palma di Montechiaro (AG)  “ cominciò con grande energia, à raccontare i gran tormenti dati dai Turchi al Ven. Padre Alipio di Palermo, Riformato Agostiniano” (Lustri Storiali, 357).

Anche il Duca Santo si diede molto da fare per la diffusione e devozione nei confronti di Fra Alipio facendo stampare il libro di P. Francesco Maria Maggio, teatino palermitano, Vita e morte del Venerabile Fra Alipio di S. Giuseppe, Ignazio dè Lazzari, Roma, 1657. Si preoccupò di stampare anche delle immaginette, di cui abbiamo la descrizione dei due tipi: le immagini del Servo di Dio, vanno per tutto il mondo, e si portano per devozione a gl’infermi. In questa il Servo di Dio è vestito del suo abito e disteso in mezzo alle fiamme, con gl’empi ministri della giustizia intorno. In altre (immaginette) si vede vivo, e in piedi in mezzo al fuoco, in atto di predicare la santa fede, col Crocifisso nelle mani, cò tre fuochi in aria, e con la colomba a lato per segno di quello, che da noi si è riferito a suo luogo (P. Maggio, Vita e morte del Ven  Fra Alipio di S. Giuseppe, p. 202-203). Si deve a Fra Alipio il fondazione dei conventi:  S. Nicola da Tolentino – Partanna (TP) (1646) e  S. Maria di Gesù – Mussomeli (CL)  (1649).

Grazie a Dio Fra Alipio è sempre più conosciuto anche oltre la Sicilia. Infatti nel 2010  su di lui è stata fatta una tesi di laurea da una studentessa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano: “…Disperatamente fecesi turco”: Alipio di S. Giuseppe (1617- 1645, OAD), tra adesione all’Islam, martirio e santità (Tesi di Laurea – Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano 26/3/2010.

E sempre grazie a Fra Alipio martire che abbiamo avuto un agostiniano scalzo palmese:  P. Alipio di S. Giuseppe (Capizzi Rosario) di Palma di Montechiaro (AG), figlio di Giuseppe e Alipia Capizzi, fu battezzato nella Madrice  il 13-11-1699. Il frate palmese vestì l’abito nel convento di S. Gregorio Papa di Palermo il 28-9-1722 (vol 79 p. 74) e professò il 29-9-1723 (vol 78 p. 197). Fu di comunità a Palermo nel convento S. Nicola da Tolentino (1739 e 1748, Partanna (TP) convento S. Nicola da Tolentino (1730 e !745), Gibellina (TP) S. Maria del Belvedere (1733), Cammarata (AG) S. Agostino (1736)  e Mussomeli (CL) S. Maria di Gesù (1742). Nel capitolo provinciale del 1751 fu assegnato al convento di Piana degli Albanesi (PA) (1751), dove morì nel 1752.

Il Duca santo ha pensato nel 1673 di fondare un convento degli Agostiniani Scalzi a Palma  di Montechiaro sul  Monte Calvario – Chiesa Santa Maria della Luce, ma senza esito positivo.                                                                                                  

                       BIBLIOGRAFIA SU FRA ALIPIO di S. GIUSEPPE                                  CHIERICO AGOSTINIANO SCALZO1. P. Pasquale Canto, riformato di S. Francesco della Provincia di Francia, a cui fu affidata la missione di Tunisi, Relazione (del Martirio) in lingua latina inviata a Roma alla S. Congregazione di Propaganda Fide.2. P. Francesco Pacifico, confratello di P. Canto, Relazione in lingua francese; la inviò in Francia a Parigi e lì fu pubblicata.3. P. Francesco Pacifico Relazione in lingua italiana stampata a Venezia nel 1646.4. P. Modesto del SS. Sacramento, agostiniano scalzo, Relazione degli atroci tormenti e crudele morte patiti dal ben’avventurato Fr. Alipio di S. Giuseppe chierico professo dei frati Scalzi di S. Agostino della Congregazione d’Italia, nativo della città di Palermo, in detestazione della falsa et iniqua setta di Maometto et in testimonianza della fede di Gesù Cristo in Tripoli di Barbaria a17 febbraio 1645, Venetiis, 1646”5. P. Luigi Torelli, agostiniano bolognese, nel Ristretto delle vite di uomini e donne illustri per santità dell’Ordine agostiniano, stampato a Bologna nel 1647 nella centuria sesta, al capitolo 99;6. P. Biagio di Pina, dei Padri Minimi di S. Francesco di Paola, che fu allora presente a Tripoli alla morte di Fra Alipio, Relazione in lingua spagnola.7. P. Felice Gerardi , gesuita, nel Diario delle cose più illustri seguite nel mondo, stampato a Napoli nel 1653 sotto il 17 febbraio del 1645 al numero 10.8. P. Filippo Elssio, agostiniano fiammingo, nel libro EncomiasticonAugustinianum, stampato a Bruxelles in Belgio nel 1654.9. P. Epifanio di S. Geronimo, agostiniano scalzo, in Croniche et Origine della Congregatione de Padri Scalzi Agostiniani, II parte pp. 191-198.10. P. Francesco Maria Maggio, teatino palermitano, Vita e morte del Venerabile Fra Alipio di S. Giuseppe, Ignazio dè Lazzari, Roma, 165711. P. Ippolito Maracio, chierico regolare della Madre di Dio, nei libri De Religiosis Marianis e Palma Mariana.12. Leone Alacio, romano, nella Storia degli Uomini illustri d’Italia, stampato a Roma nel 1657.13. P. Giovanni Battista Hodierna, arciprete di Palma di Montechiaro (AG), in Lettera al R.P.D. Carlo Tomasi, stampata nel 1657.14. P. Maurizio della Madre di Dio, agostiniano scalzo di Francia, nel libro Sacra Eremus stampato a Ciamberi nel 1658.15. P.Egidio Himlistein di S.Giovanni Battista,agostiniano scalzo,in Virorumillustrium arctioris discalceatorum instituti in eremitano divi Augustini ordine athletarum. Exegesis Summaria, Pragae, 1674.16. P.AndreadiS.Nicola,agostiniano scalzo,in Storia degli Agostiniani Scalzi, decade I, cap.II, fog.230, col.2. Hispano idionate Matriti edita, 1664.17. P. Egidio Himlistein di S. Giovanni Battista, agostiniano scalzo,Relazione(sul martirio di Fra Alipio), in lingua latina, tedesca e boema, edita a Praga nel 1676.18. P. Antero Maria di S. Bonaventura, agostiniano scalzo, in Atti degli Apostoli, cap. 5,34, fog. 97, stampato a Genova nel 1681.19.P. Biagio della Purificazione, carmelitano scalzo, in Libro della vita dell’insigne Servo di Dio D. Giulio Tomasij e Caro, Vannucci, Roma 1685.20. P. Arcangelo di S. Nicola, agostiniano scalzo, nei Giorni Mariani al sabato 13 dell’Inverno, stampato a Milano nel 1694.21. P. Gianbartolomeo da S. Claudia, in Lustri Storiali de Scalzi Agostiniani eremiti della Congregazione d’Italia e di Germania, Francesco e fratelli Vigoni, Milano, 1700, pp. 342-365.22. P. Bonifacio Bagatta, chierico regolare, in Vita del Servo di Dio D. Carlo Tomasi, stampato a Roma nel 1702, cap. 16, fog. 102-103.23. P. Ilarione di S. Rosa, agostiniano scalzo, in Scuola delle Virtù, stampato a Roma, 1707, fog. 46-47.24. P. Benigno Catalano di S. Caterina, agostiniano scalzo, morto a Trapani nel 1815, Il Ven. Fra Alipio di S.Giuseppe, Agostiniano Scalzo, palermitano, trucidato in Tripoli in odio della S. Fede. Tragedia in tre atti vol. in 8° (manoscritto).25. P. Basilio Cinque, agostiniano scalzo, in Glorie Nostre, Montagnino,Napoli, 1933, pp.344-357.26. P. Ignazio Barbagallo, agostiniano scalzo, in Sono venuto a portare il fuoco sulla terra. Lineamenti di spiritualità missionaria degli Agostiniani Scalzi, Frosinone, 1979, pp.76-78.27. P. Lorenzo Sapia, agostiniano scalzo, in Gli Agostiniani Scalzi e la loro riforma in Sicilia, Bonanno, Valverde, 1993, pp. 126-137.28. P. Felice Rimassa, agostiniano scalzo, in Agostiniani Scalzi Dizionario biografico Provincia Sicula, Bonanno, Valverde, 1994, pp; 17-18.29. P. Lorenzo Sapia, Fra Alipio di S. Giuseppe – Chierico Agostiniano Scalzo Martire, Valverde, 1995.30. Sosio Francesca “…Disperatamente fecesi turco”: Alipio di S. Giuseppe (1617-1645,OAD), tra adesione all’Islam, martirio e santità (tesi di Tesi di Laurea (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano 26-3-2010).

 

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