PALERMO – “Erano molteplici i canali di comunicazione Riina-Dell’Utri-Berlusconi. E’ lo stesso Riina che lo racconta mentre e’ intercettato: ‘Ma noi altri abbiamo bisogno di Giovanni Brusca per cercare Dell’Utri? Questo Dell’Utri e’ una persona seria…'”. Lo sostiene il sostituto della Procura nazionale antimafia Nino Di Matteo, riprendendo stamane a Palermo la requisitoria al processo sulla trattativa tra Stato e mafia. A sostegno della tesi della trattativa e della “linea di comunicazione” su vari livelli tra cosa nostra e Berlusconi – parlando nell’aula bunker del carcere Ucciardone – l’accusa prosegue ricordando ancora le parole del boss dei boss, Toto’ Riina, morto in carcere nel novembre scorso: “…Berlusconi in qualche modo mi cercava… si era messo a cercarmi… mi ha mandato a questo… Gli abbiamo fatto cadere le antenne – ha detto Di Matteo rileggendo le intercettazioni del 2013 – e non lo abbiamo fatto piu’ trasmettere”. Riina – ha continuato Di Matteo – ha anche detto che “i fratelli Graviano (boss di Brancaccio, ndr) avevano Berlusconi”.