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Mafia, maxi-blitz in corso nel messinese: operazione “Gota VII”, 40 arresti

Robin Hood

Mafia, maxi-blitz in corso nel messinese: operazione “Gota VII”, 40 arresti

Mer, 24/01/2018 - 08:35

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Blitz antimafia dei Carabinieri del Comando provinciale di Messina, del Ros e della polizia di Stato. Quaranta persone sono state arrestate. Decapitata la mafia barcellonese, riconducibile a Cosa nostra. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Messina, su richiesta della Procura distrettuale. Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, rapina, trasferimento fraudolento di valori, reati in materia di armi e violenza privata. L’operazione, denominata “Gota VII”, colpisce la cosca di Barcellona Pozzo di Gotto, attiva prevalentemente sul versante tirrenico della provincia di Messina. L’operazione “Gota VII” colpisce duramente la cosca di Barcellona Pozzo di Gotto, attiva prevalentemente sul versante tirrenico della provincia di Messina.

Nel dettaglio, i carabinieri hanno dato esecuzione al provvedimento a carico di 29 persone (22 in stato di liberta’ e 7 gia’ detenuti per altra causa), la polizia di Stato nei confronti di 11 soggetti (8 in stato di liberta’ e 3 gia’ detenuti per altra causa).

GOTHA VIOLENTO. L’ASSE CON PALERMO E CATANIA
L’indagine “Gotha 7”, costituisce la fase piu’ recente e consistente, della manovra di contrasto condotta nell’ultimo decennio e che ha consentito di disarticolare sistematicamente la “famiglia” mafiosa barcellonese. L’inchiesta, che colpisce vertici e affiliati alla fazione piu’ ortodossa e militarmente organizzata della criminalita’ mafiosa della provincia peloritana, capace di documentate interlocuzioni con esponenti di Cosa nostra palermitana e catanese, ha consentito, da un lato, di documentare come il gruppo sia stato sistematicamente in grado di riorganizzare i propri assetti interni a seguito delle operazioni che nell’ultimo decennio ne hanno ripetutamente decimato le fila e, dall’altro, di fare piena luce su decine di episodi estorsivi, verificatisi nell’area tirrenica barcellonese tra il 1990 e il dicembre 2017, individuandone puntualmente mandanti ed esecutori materiali.

ESTORSIONI, ARMI DA GUERRA E APPALTI
Obiettivo della cosca la gestione e il controllo di attivita’ economiche, di appalti pubblici, disponendo peraltro di un consistente arsenale di armi micidiali da utilizzare per sostenere il diffuso muro di omerta’ relativo alla sistematica attivita’ estorsiva nei confronti degli imprenditori. In particolare sono stati rinvenuti 4 pistole semiautomatiche e un revolver di grosso calibro, 2 fucili a pompa nonche’ un fucile mitragliatore da guerra unitamente a centinaia di munizioni di vario genere e calibro.
Sono circa una trentina gli episodi estorsivi ricostruiti dalle indagini, anche ad opera di coloro che erano sottoposti alla misura della sorveglianza speciale. Le modalita’ di azione prevedevano dapprima il collocamento di una bottiglia con liquido infiammabile nei pressi della saracinesca dell’esercizio commerciale e, successivamente, “l’avvicinamento” da parte di taluni degli arrestati per richiedere il pagamento del pizzo, da corrispondere, di norma, in occasione delle festivita’ di Natale, Pasqua e Ferragosto. Oggetto delle estorsioni, talvolta, non era solo il pagamento di denaro, ma anche il subentrare nei lavori pubblici, imponendo agli imprenditori titolari degli appalti, il sub-appalto in favore delle ditte controllate dagli esponenti dell’associazione.

 VIVAI ‘PROTETTI’
In alcuni casi i commercianti sono stati vittime di rapina a mano armata col fine di finanziare la cosca barcellonese. In una circostanza, i balordi hanno selvaggiamente picchiato un imprenditore edile che aveva ‘osato’ chiedere il legittimo compenso a fronte di una precedente fornitura di calcestruzzo in favore di uno degli associati. Documentata pure l’imposizione di una societa’ di comodo operante nel settore della
vigilanza privata a tutti i vivaisti del comprensorio barcellonese (in particolar modo del Comune di Terme Vigliatore), oppressi dai continui furti. E’ stato accertato, inoltre, come la brutale aggressione del settembre del 2017, in pieno giorno e nel centro della citta’ di Barcellona Pozzo di Gotto nei confronti di un professionista, fosse motivata dalla sua decisione di di denunciare un’estorsione commessa da tre persone poi condannate a 8 anni di reclusione. Individuate due societa’, riconducibili a 5 esponenti, che, per evitare il sequestro, erano state attribuite a due prestanome incensurati.
Tra i personaggi colpiti dal provvedimento Antonino Merlino, Francesco Salamone, eletto consigliere di maggioranza nelle elezioni amministrative del giugno 2013 presso il comune di Terme Vigliatore, in una lista civica locale, e sospeso da quella carica dal luglio 2016, poiche’ colpito da misura cautelare nell’operazione “Triade”.

GLI ARRESTATI
Antonino Antonuccio, 53 anni, Santino Benvenga, 26 anni, Tindaro Calabrese, 45 anni, Gianni Calderone, 35 anni, Francesca Cannuli, 53 anni, Salvatore, Chiofalo, 29 anni, Sebastiano Chiofalo, 25 anni, Antonino D’Amico, 40 anni, Antonino Cardillo De Luca, 37 anni, Mariano Foti, 48 anni, Fabrizio Garofolo, 49 anni, Ottavio Imbesi, 47 anni, Giuseppe Antonio Impala’, 55 anni, Antonino Merlino, 50 anni, Francesco Carmelo Messina, 71 anni, Agostino Milone, 49 anni, Filippo Milone, 82 anni, Domenico Giuseppe Molino, 59 anni, Salvatore Piccolo, 52 anni, Giovanni Rao, 57 anni, Francesco Salamone, 57 anni,
Salvatore Santangelo, 34 anni, Carmelo Scordino, 55 anni, Tindaro Santo Scordino, 34 anni, il palermitano Sergio Spada, 38 anni, Antonio Giuseppe Treccarichi, 54 anni,
Carmelo Salvatore Trifiro’, 46 anni, Maurizio Trifiro’, 39 anni, Antonino Bellinvia, 64 anni, Agostino Campisi, 57 anni, Alessandro Crisafulli, 36 anni, Francesco Foti, 77 anni, Carmelo Giambo’, 47 anni, Massimo Guardina, 41 anni, Tindaro Lena, 45 anni, Alessandro Maggio, 31 anni, Tindaro Marino, 58 anni, Santo Napoli, 68, Angelo Porcino, 62.