La scrittrice traccia con ironia l’impervio cammino sentimentale della protagonista, una donna tanto forte quanto fragile, che della resilienza ha fatto uno stile di vita pur di rispondere ai suoi perché
CALTANISSETTA – Oggi inizio così: “Papà e mamma si sono lasciati, è colpa mia… ha lasciato anche me, mio padre, non solo mia madre. E’ terribile. Una ragazzina infelice, lo sarà per tutta la vita. Dovrebbero pensarci i genitori, quando in fondo pensano alla loro vita e basta”.
Non sono sul solito autobus, non questa volta. Mi trovo in una stanza. Una donna dai capelli argentei e occhi pieni di vita, sono gli stessi della bimba che ha di fronte. Quella bimba che ha pronunciato la frase da me riportata in apertura.
Incrocio lo sguardo intenso di questa donna, persona rara come ce ne sono poche al mondo.
Lei attraverso le sue pagine ha accarezzato il mio cuore, e senza saperlo ha risposto a molte delle mie domande di donna in costante divenire, quelle risposte per quanto dirette e schiette mi hanno curato.
Lei è Elda Lanza, vitale e intelligente, giornalista, esperta di comunicazione, docente di Storia del costume.
Non solo ha contribuito a far crescere la televisione italiana, ma si è ritagliata un grande spazio nella letteratura contemporanea, diventando in tarda età un’apprezzata e prolifica scrittrice.
Dai gialli dell’affascinante avvocato napoletano Max Gilardi, che l’hanno fatta conoscere al grande pubblico, Elda Lanza nei suoi ultimi due libri in chiave romanzesca, racconta noi donne ma lo fa con il suo stile.
Due libri differenti due protagoniste diverse e in ambedue i casi la scrittrice instaura un dialogo, scrittore- lettore decisamente più intimo, schietto e passionale. Infatti decide di aprire lo scrigno prezioso di ciò che ha appreso dell’amore; sia nella sua vita che nelle vite delle persone che ha incontrato e con cui ha vissuto a stretto contatto.
Ma cosa accade in questi romanzi?
Non semplici pagine ma percorsi narrativi che affrontano ed analizzano, nel primo caso i conflitti che ogni donna vive nella relazione con sé stessa, nel secondo il racconto che mette la donna in posizione frontale rispetto al sentimento dell’amore come bisogno, come strumento di conferma come specchio di ciò che si vive in relazione con il partner, a volte rompendo anche gli schemi per andare fino in fondo alla ricerca di appagare quel disperato bisogno d’amore e di amare, che viene dall’anima e che nella dialettica tra dare e ricevere vede alternare le stagioni della vita.
Sorprende sempre Elda per la veridicità e visione quanto mai realistica ed attuale, di come funzionino i chiaroscuri del cuore, senza eccessi di sentimentalismo piuttosto con una moderna visione dell’essere donna consapevole e capace di stringere i pugni, farsi forza ed andare avanti. Sempre.
In “Imparerò il tuo nome” (Ed.Ponte alle grazie) la scrittrice fa raccontare dalla protagonista la vita di una giovane fotografa che vuole essere nominata dalla persona amata per chiarire a sé stessa la propria identità. Così si muove alla scoperta del vero amore in modo esperienziale, schiudendo il complesso mondo femminile agli occhi del lettore. La protagonista nonostante tutto e tutti cerca di colmare il vacuum esistenziale che la tormenta, come una costante tensione evolutiva. Nonostante sia una redattrice affermata, è tormentata dalla sete di amore, dal trovare qualcuno che non la deluda, qualcuno che ci sia sempre. Durante questo viaggio incontrerà tante persone, uomini e donne che amerà con lo stesso trasporto. Resta a voi scoprire cosa riceverà in cambio.
Oggi però è degli uomini che parleremo. Questa volta in “Uomini-La stupidità in amore è una cosa seria” (Salani, 2017) un’altra donna è perno di una cruda avvincente e vera analisi dell’altra parte della luna. Di questo suo ultimo romanzo Elda dice “è un’autobiografia di invenzione” apre con “Questa è la mia vita, ma non sono io”, frase di Jonathan Safran Foer tratta dal romanzo “Eccomi”, che già allude alle tante le storie reali presenti in queste pagine. Romanzo denso, autentico, fatto di anima, vita, incontri emozioni e graffi rimasti dentro l’anima e sulla pelle.
Elda Lanza traccia con ironia l’impervio cammino sentimentale della protagonista, una donna tanto forte quanto fragile, che della resilienza ha fatto uno stile di vita pur di rispondere ai suoi perché. Insieme a quella donna rivivo passi e respiri. Perché Elda ha uno stile narrativo intenso, visivo, tridimensionale la sua è una narrazione aspra e amara, coraggiosa e sincera, caratterizzata da una ruvidezza calda e avvolgente.
Dai personaggi, alle vicende, agli scenari che racconta, fa di “Uomini” un irresistibile romanzo d’amore.
Uomini di talento, di successo, famosi, potenti, ammirati. Uomini pieni di incrinature, sfasature e incongruenze che con le loro discese esistenziali le loro anomalie il loro essere irrisolti, insani e spaventati dal bello della vita hanno prevalentemente la reazione della fuga cui segue l’abbandono di quella donna che gli ha dato così intense emozioni da suscitare in loro la paura. A lei rimane l’impossibilità di replicare comprendere e condividere la vita, a lei rimangono sulla pelle lacrime e sensi di colpa.
“Mi guardava per sedurmi, non ero io ad interessarlo ma l’immagine di sè che io riflettevo”.
Uomini, declinazioni diverse dell’essere maschile, altro non sono che sagome all’interno di una stanza degli specchi cui la protagonista, si pone frontalmente senza mai afferrare nulla più di un riflesso. L’ amore questa donna lo vive in un susseguirsi di illusioni e proiezioni, con l’unica certezza che lei si senta incapace di farsi amare davvero, tuttavia mai abbastanza ferita da arrendersi alle proprie illusioni. È sempre lei che si racconta con sfacciata ironia, sapendo di aver perduto tutte le battaglie: tranne l’ultima, con se stessa.
Elda dice dell’amore in una delle sue recenti interviste:” L’amore è complicatissimo quando continua ad essere provato e riprovato. Bisogna imparare ad amare anche attraverso gli strappi della vita e dell’amore.”
Intenso il viaggio di oggi. Trasversale e vero. Ad Elda il mio grazie per avere parlato al mio cuore, con eleganza stile e verità, lasciate che faccia lo stesso con i vostri. Il suo libro è di certo il migliore dei regali che potrete concedere a voi stessi.