PALERMO – Sono in tutto dodici le persone coinvolte in un’inchiesta della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Palermo e del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di finanza, che hanno fatto luce su un articolato contesto criminale, nel quale operavano, tra gli altri, dieci pubblici ufficiali (tra cui quattro dipendenti del Corpo delle Capitanerie di Porto e tre dipendenti dell’Istituto Nautico di Palermo), che agivano in concorso con il titolare della scuola di formazione internazionale marittima denominata “Studio De Santis”, abilitata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a svolgere corsi di formazione marittima propedeutici all’imbarco su unita’ navali.
Nell’ambito dell’inchiesta sono stati sequestrati beni, denaro e societa’ – in Italia e nella Repubblica di San Marino – per un valore complessivo di 1.250.000 di euro. Dei 12 indagati, cinque sono finiti agli arresti domiciliari, quattro sono stati raggiunti da un provvedimento di divieto di dimora nel Comune di Palermo e tre dall’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Gli investigatori agli indagati hanno contestato 59 episodi delittuosi, tra corruzioni, induzioni indebite a dare o promettere utilita’, rivelazioni di segreto d’ufficio e falsi ideologici in atto pubblico. Sono stati inoltre sottoposti a sequestro la sede dello “Studio de Santis” – Centro internazionale di formazione marittima srl di Palermo, sita in via Francesco Crispi, il campo di addestramento per marittimi, in contrada Bellolampo del Comune di Palermo (facente parte del compendio aziendale della societa’), diversi conti correnti, nonche’ beni mobili e immobili per un valore complessivo di 1.250.000 euro. E’ stato inoltre disposto il sequestro di una societa’ avente sede nella Repubblica di San Marino, intestata allo stesso amministratore del “Centro De Santis”.
In seguito a complesse indagini – nell’ambito delle quali si e’ fatto ricorso ad intercettazioni telefoniche ed ambientali, pedinamenti, acquisizione di atti e accertamenti bancari – gli investigatori sono riusciti ad accertare che i marittimi che formulavano istanza per partecipare agli esami – il cui superamento era necessario per ottenere le abilitazioni professionali e le certificazioni previste dalla normativa internazionale al fine di svolgere delicate e importanti mansioni a bordo di navi mercantili e da crociera, in alcuni casi legate alla sicurezza – venivano “avvicinati” da alcuni degli indagati, che, in collegamento con il Centro internazionale di formazione marittima, promettevano il facile superamento delle prove, previa frequenza di “pre-corsi” a pagamento in effetti tenuti dagli stessi pubblici ufficiali che in seguito avrebbero fatto parte della commissione esaminatrice.
In particolare, e’ stato accertato che piu’ di 50 candidati sarebbero stati avvicinati ed una parte di questi avrebbe effettivamente pagato somme non inferiori ai 1.000 euro per beneficiare di corsie preferenziali per un agevole superamento degli esami; in alcuni casi, e’ stato anche accertato che, in occasione dei “pre-corsi” i candidati sarebbero stati puntualmente resi edotti sugli argomenti che sarebbero stati oggetto di esame. E’ stato appurato che gli indagati sarebbero riusciti a fornire ai candidati anche anticipazioni in merito alle tracce che sarebbero state loro sottoposte in occasione della prova scritta di inglese, preparandoli alla traduzione del testo che poi sarebbe stato oggetto della prova.
“L’indagine in questione – sottolineano gli investigatori – svela un sistema di corruttela che, per la portata e la rilevanza della questione affrontata, ha enormi ripercussioni su un aspetto di primaria importanza nazionale e internazionale, ovvero la sicurezza dei trasporti legata ai traffici marittimi mercantili e crocieristici. Le condotte illecite accertate nel corso delle indagini sono infatti sfociate nel rilascio di titoli professionali marittimi legittimanti lo svolgimento di funzioni delicatissime, a bordo di navi da crociera o mercantili, come quelle di responsabile di guardia in coperta e in macchina durante la navigazione”.
Le indagini, inoltre, hanno portato in luce gli interessi economici di Francesco De Santis, amministratore unico Centro internazionale di formazione marittima, e la sperequazione del patrimonio da lui acquisito negli anni, che e’ stato sottoposto a sequestro “per sproporzione”, in applicazione della speciale disciplina prevista per il reato di corruzione.
Nell’ambito delle indagini sono finiti agli arresti domiciliari Giovanni Paterna, classe 1942, Capitano Superiore di Lungo Corso, componente della Commissione Esaminatrice; Francesco De Santis, classe 1967, imprenditore titolare dell’omonimo Centro di Formazione; Alessandra Schiro’, classe 1956, docente dell’Istituto nautico di Palermo, componente della Commissione Esaminatrice; Leonardo Busalacchi, classe 1950, gia’ impiegato civile presso l’Ufficio Direzione Marittima della Capitaneria di Porto di Palermo, oggi in pensione; Francesco Giuseppe D’Annibale, classe 1945, Direttore di Macchina e Sindacalista. La misura del divieto di dimora presso il comune di Palermo e’ stata disposta nei confronti Giuseppe Tarantino, classe 1956, Direttore di Macchina, componente della Commissione Esaminatrice; Antonio Lupo, classe 1956, gia’ primo Maresciallo Luogotenente del Corpo delle Capitanerie di Porto, addetto all’Ufficio Direzione Marittima della Capitaneria di Porto di Palermo, oggi in pensione; Giosue’ Messina, classe 1964, Capitano di Vascello del Corpo delle Capitanerie di Porto, Presidente della Commissione Esaminatrice; Flavio Gambino, classe 1985, Sottotenente di Vascello Corpo del Corpo delle Capitanerie di Porto – Segretario della Commissione Esaminatrice. Mentre, l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e’ stato disposto nei confronti di Caterina Morello, classe 1990, dipendente del Centro De Santis; Annarita Iadanza, classe 1978, docente Istituto nautico di Palermo, componente della Commissione Esaminatrice; Alessandro Sofia, classe 1967, docente Istituto nautico di Palermo, componente della Commissione Esaminatrice.