L’orchestra romana, l’ensemble multietnico più grande d’Europa, porta in scena “Credo”, oratorio interreligioso su testi scritti e scelti dal sacerdote e poeta portoghese José Tolentino Mendonça, il 16 dicembre al Teatro Regina Margherita di Caltanissetta diretto da Moni Ovadia e domenica 17 al Teatro Garibaldi di Enna diretto da Mario Incudine. Teatro Regina Margherita, Caltanissetta, sabato 16 dicembre ore 20.30. Teatro Garibaldi, Enna, domenica 17 dicembre ore 20.30
«Il confronto con le altre religioni del mondo in vista della pace mondiale è addirittura una questione di sopravvivenza». La frase del teologo Hans Küng, formulata qualche decennio fa, è oggi più che mai attuale. Quello dell’incontro e confronto pacifico tra religioni è un tema caro tanto a Moni Ovadia quanto a Mario Incudine, il primo di radici ebraiche, l’altro di credo cristiano cattolico, direttori artistici, rispettivamente, del Teatro Regina Margherita di Caltanissetta e del Teatro Garibaldi di Enna, i due più importanti teatri del centro Sicilia.
Ovadia e Incudine, ferrei sostenitori del ruolo educativo e sociale del teatro e di un ecumenismo interreligioso, che diventa anche musicale, hanno inserito nella programmazione delle loro stagioni una data del nuovo concerto dell’Orchestra di Piazza Vittorio, l’orchestra multietnica più grande d’Europa nata nel 2002 all’Esquilino di Roma e diretto da Mario Tronco, musicista campano noto anche per aver fatto parte fino al 2005 degli Avion Travel, ensemble che porterà sui palcoscenici del centro Sicilia i brani del loro ultimo “Credo”: sabato 16 dicembre alle ore 20.30 al Teatro Regina Margherita di Caltanissetta e domenica 17 alle ore 20.30 al Teatro Garibaldi di Enna.
Trovare un significato musicale all’espressione “dialogo interculturale” è quello che si propone “Credo”, un oratorio interreligioso su testi scritti e scelti dal sacerdote e poeta portoghese José Tolentino Mendonça, con musiche originali dell’Orchestra di Piazza Vittorio, ma anche di Gioachino Rossini, di Benjamin Britten, di Guillame de Machaut, oltre a canti sufi e canti religiosi elaborati.
Si tratta di un lavoro per nove interpreti di estrazioni completamente diverse che prevede, tra l’altro, l’utilizzo di strumenti particolari come la kora (l’arpa-liuto diffusa in buona parte dell’Africa occidentale) o l’oud (lo strumento arabo della famiglia dei liuti), accanto a “voci” più familiari come il violoncello, il basso elettrico, o l’organo, punto fermo della produzione sacra occidentale, senza negarsi il gusto di qualche intervento elettronico.
Ne scaturisce una preghiera confidenziale, certamente non rituale. Il lavoro, infatti, non fornisce un riferimento specifico a forme codificate come messe od oratori, ma nasce dalla successione di brani basati su dei testi, in buona parte originali di José Tolentino Mendonça, che vengono restituiti dalla musica con estrema libertà stilistica. Un concerto che non privilegia uno stile rispetto a un altro, anche se si possono trovare riferimenti al background culturale dell’Occidente fusi con suggestioni diverse, che provengono da lontano ma vengono guardate da vicino, evitando quel sapore esotico che restituisce sempre una distanza incolmabile.
Il concerto dell’Orchestra di Piazza Vittorio si apre con una ninna nanna di Britten – That yongë child tratto da A Ceremony of Carols, originariamente per voci bianche e arpa – eseguita per basso, chitarra elettrica e organo, per poi proseguire con Credo, un brano a carattere responsoriale affidato a un controtenore e a un contralto.
In scaletta brani tratti da antiche preghiere della liturgia cristiana, brani in lingua portoghese, altri in francese e inglese, e persino un brano che registra una commistione di lingue, fino a giungere a un lavoro originale in arabo, composto da Ziad Trabelsi sulle parole tratte da una incisione muraria ritrovata in una cantina di Colonia, scritte durante la Seconda Guerra Mondiale: “Credo nel sole anche quando non lo vedo. Credo nell’amore anche quando non lo abbraccio”.
“Credo” è un lavoro composito che non si può incasellare in uno stile preciso, perché proprio nella commistione dei linguaggi trova la sua ragion d’essere. Una scommessa che cerca di tenere assieme continenti diversi con le loro culture, i loro suoni e la loro storia. Ed è proprio in questo sforzo che trova il suo momento di maggiore attualità.
La stagione 2017/2018 del Teatro Regina Margherita di Caltanissetta, organizzata dal Comune di Caltanissetta con il supporto di Crodino e Caltaqua e di cui è media sponsor Il Fatto Nisseno, prosegue il 28 dicembre con “Romeo e Giulietta 1.1” della Compagnia Zappalà Danza
La stagione 2017/2018 del Teatro Garibaldi di Enna, organizzata dal Comune di Enna con il supporto dell’Università Kore, prosegue il 21 dicembre con “Ciò che accade all’improvviso” di Rosario Palazzolo, messo in scena dalla Compagnia l’Arpa
CREDO
oratorio interreligioso
direzione artistica e musicale Mario Tronco
testi originali di José Tolentino Mendonça
e testi tratti da Ibn Arabi, Giordano Bruno, Giorgio Caproni, Zvi Kolitz, Fernando Pessoa
musica di Orchestra di Piazza Vittorio, Gioachino Rossini,
Benjamin Britten, Guillaume de Machaut, canti sufi
produzione artistica e arrangiamenti di Mario Tronco, Leandro Piccioni, Pino Pecorelli
scenografia Lino Fiorito
disegno luci Daniele Davino
suono Angelo Elle
assistente di produzione Federica Soranzio
style supervisor Katia Marcanio
ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIO
Houcine Ataa voce
Viviana Cangiano voce
Danilo Lopes da Silva voce
Kyung Mi Lee violoncello
Kaw Dialy Madi Sissoko voce e kora
Pino Pecorelli bassi ed electronics
Leandro Piccioni organo, tastiere
Raffaele Schiavo voce
Ziad Trabelsi voce, oud, dulcimer e w’tar
INFORMAZIONI
Teatro Regina Margherita Caltanissetta
Inizio spettacoli ore 20.30 Botteghino: tel. 0934 547034, 0934 547599, 3668081037
Biglietti : da 20 a 8 euro
Teatro Garibaldi Enna
Inizio spettacolo ore 20.30 Botteghino tel. 09540540 – 40560
Biglietti: da 23 a 14 euro