CALTANISSETTA – Sulle pagine regionali del Corriere della Sera del 21 ottobre, abbiamo letto ciò che dovrebbe essere il nostro presente, o forse il nostro prossimo futuro. Non una città delle favole, intendiamoci, ma una città normale.
Il Presidente della Repubblica La elogia.
Il trekking e il cicloturismo sono tra le attività che fungono da richiamo per i turisti;
“Abbiamo fatto conoscere la nostra filiera agroalimentare con la valorizzazione dei grani antichi”;
Entro la fine del mandato del Sindaco si raggiungerà il 65% della percentuale di raccolta differenziata;
E’ in piena valorizzazione l’identità mineraria.
Tutto ciò sarebbe bello e lodevole, ma abbiamo difficoltà a collegare tali “evidenze” con la quotidianità, ed in subordine con le azioni degli attori principali del governo del territorio, cui cotanta dovizia è attribuita (o forse auto attribuita).
Nessuna notizia di recente atto amministrativo si ha in ordine a progetti tecnici ed investimenti finalizzati alla fruizione di spazi pubblici limitrofi al perimetro urbano (se escludiamo i 15.000 “donati” all’ASP per la dotazione di arredo urbano nel parco di proprietà di quest’ultima, dato che la stessa somma è stata reputata superflua alla riqualificazione del verde e parchi comunali).
Ad uguali conclusioni si giunge sul sostegno dell’amministrazione a campagne per lo sviluppo delle filiere, ovvero meno impegnative campagne informative sulla qualità organolettica dei grani antichi o sulla peculiarità del pane nisseno. Chi si è impegnato in questi ambiti è il settore privato, ma senza il sostegno istituzionale;
I dati delle vendite immobiliari sono riportati da un convegno svoltosi a Siracusa e in cui si parla di acquisti da parte di stranieri di dimore storiche siciliane. A ben vedere i prezzi degli alloggi sono ai minimi storici, spietato indicatore del valore che viene, in questo momento, attribuito al nostro territorio. Si tace invece sui ritardi del progetto-pilota in centro storico e sulla rivitalizzazione mancata nei quartieri più antichi della città a causa del disimpegno di investimenti pubblici e privati.
Che dire del balletti su bandi-ponte e bandi principali? A due mesi dall’assegnazione della gara per la raccolta dei rifiuti, non è stato sostituito neanche un cassonetto e il servizio, con poche variazioni continua a svolgersi come prima.
In ordine all’identità mineraria, è altresì sottaciuto che le vicine San Cataldo, Montedoro e Sutera vedono un fattivo recupero delle strutture minerarie a fini turistici, mentre le nostre cappelle dei minatori, il Cimitero dei carusi, per non dire la miniera Trabonella, giacciono nell’incuria, tutto ciò mentre il giornale che abbiamo letto ci parla di un modello economico in cui potremmo, addirittura, vivere di identità mineraria e che i nostri ragazzi devono avere fiducia e “intuire quale sia la direzione in cui va il proprio territorio” secondo le parole del Sindaco.
Nelle sette pagine consultate, manca la citazione del “cavallo di battaglia” del nostro Sindaco. Non una parola sul “civismo” e sul movimento che ha dato linfa alla coalizione che governa la città: il Polo Civico. Nulla sulla democrazia che parte dal basso, che si propone come alternativa ai partiti Anzi. Nel documento dei venti e più sindaci presentato in occasione delle competizioni regionali (invero tardivo ed in conducente alla partecipazione attiva alla competizione elettorale), sembra quasi che il civismo debba declinare in una forma organizzativa di tipo partitico ove i dirigenti “ope legis” debbano essere proprio i sindaci. Nulla a che vedere con il movimento creato dal Sindaco, se non l’appellativo “civico”, inflazionato e forse abusato, ormai eminentemente virtuale.
A ben vedere, le sette pagine che abbiamo letto non occorreva che centrassero qualcosa con la città e con il progetto politico “civico” proposto da dal sindaco, ma appaiono piuttosto l’elegia delle immaginifiche virtù personali di Giovanni Ruvolo, ormai avulso dal contesto “civico” che lo ha fatto eleggere, in questo periodo elettorale, piuttosto confuso tra l’improbabile sostegno al movimento cinque stelle, ed il più concreto aiuto a “vecchie volpi” della politica tradizionale. A pensar male tali azioni appaino strumentali esclusivamente alla crescita “personale” dell’ immagine politica del sindaco, che con la vista lunga che lo ha sempre contraddistinto, sa già che la casa si sta deteriorando, ed occorre venderla fini a che è ancora presentabile. Tutto ciò mentre la città aspetta ancora la materializzazione di qualche capitolo dell’ormai esoterico programma elettorale.
Giovanni ed il Civismo Virtuale
Ven, 03/11/2017 - 00:03
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