“Sapevo gia’ che mi avrebbero arrestato… Perche’ gia’ certi ambienti mi avevano avvertito! Ed oggi piu’ di ieri vi dico che anche questo procedimento finira’ come gli altri quattordici: archiviati o con sentenza di assoluzione… Nei prossimi giorni saprete il perche’ non vogliono che io faccia il sindaco di Messina. Ringrazio i militari che stamattina alle ore 7.25 hanno suonato alla mia porta per arrestarmi in quanto sono stati un esempio di professionalita’, gentilezza e riservatezza”. Lo scrive sulla sua pagina Facebook il deputato regionale Udc Cateno De Luca, arrestato e posto ai domiciliari per una maxi evasione fiscale. Insieme posta una foto che lo ritrae stanco e con un lieve sorriso, in mano un caffe’. “Io li aspettavo da qualche giorno – aggiunge – e sto bene. Ora sono agli arresti domiciliari a Fiumedinisi e penso solo a preservare mia moglie, i miei figli, la mia famiglia dall’ulteriore calvario giudiziario che li attende”.
“Posso solo dire che i fatti contestati risalgono al periodo 2007-2012 – spiega De Luca – per i quali risulta pendente presso la commissione tributaria regionale un procedimento: mi contestano che io avrei agevolato il Caf Fenapi d evadere il fisco e quindi non sarei io l’evasore ma il Caf Fenapi di proprieta’ della Fenapi che ha oltre 300 mila soci. Dedico questa ulteriore battaglia ai perseguitati dell’ingiustizia che non hanno avuto la forza ed i mezzi per ottenere giustizia. State sereni io non mollo!”, assicura dai domiciliari, sostenendo che la richiesta d’arresto risale al 10 gennaio 2017″ e che l’ordinanza e’ stata firmata “il 3 novembre 2017. Io avevo annunciato la mia candidatura a sindaco di messina nel comizio del 1 gennaio in piazza municipio a Santa Teresa Riva. A dicembre 2016 avevamo depositato l’ennesima denunzia nei confronti di una parte della magistratura di Messina ed alcuni organi inquirenti. Ho subito ben 15 procedimenti penali di cui gia’ chiusi 14 con sentenze di assoluzione perche’ il fatto non sussiste e varie archiviazioni per l’inconsistenza delle accuse”.
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E speriamo che riescano, almeno i magistrati, a fermarti.