Ogni anno in Italia oltre 1 milione e trecentomila persone si recano in pronto soccorso per un infortunio all’arto superiore, costituendo il 6 per cento di tutti gli accessi in ospedale e il 20 per cento degli accessi per trauma. Tra le cause piu’ comuni di ricoveri spiccano i traumi della strada (50%), gli incidenti sul lavoro (25 per cento) attivita’ sportive (14 per cento), violenza (10 per cento), altro (1 per cento). Questi alcuni dei dati emersi nel corso del 102esimo congresso della Societa’ italiana di ortopedia e traumatologia (Siot), in corso a Palermo. Il trauma in Italia e’ la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e i tumori e la prima causa nella popolazione al di sotto dei 45 anni. Per questo motivo, gli ortopedici riuniti in Sicilia sono piu’ che mai convinti della necessita’ di un intervento immediato nel trattamento dei traumi che nell’ultimo anno sono aumentati del 15 per cento. “Piu’ che per le altre fratture, e’ importante prestare grande attenzione al timing per quelle complesse. Ovviamente – ha spiegato Michele D’Arienzo, presidente del congresso – se si tratta di fratture esposte, prima si operano e’ meglio e’, perche’ il paziente va necessariamente stabilizzato. Ma un soggetto che presenta una frattura complessa non e’ escluso che abbia anche altri problemi: se deve essere portato in un reparto di rianimazione o comunque deve essere spostato, e’ bene che sa stabilizzato il piu’ presto possibile”. Vi sono varie situazioni in cui e’ possibile incorrere nelle fratture di un osso durante l’attivita’ lavorativa, fra di esse si annoverano l’essere investiti da veicoli (34 per cento), rimanere intrappolati in uno dei macchinari utilizzati durante l’attivita’ lavorativa (26 per cento) cadere da un’altezza elevata (30 per cento), ma anche semplicemente scivolare o inciampare in un cantiere (10 per cento). Nel caso di fratture gravi, come una frattura scomposta, si richiede un lungo e stressante periodo di guarigione e di riabilitazione, che puo’ determinare delle enormi ripercussioni psicologiche, ma anche economiche, ai lavoratori e alle loro famiglie. Oltre alle tecniche all’avanguardia utilizzate dagli ortopedici, e’ importante sottolineare i grandi passi compiuti dagli ospedali di molte regioni italiane nell’affrontare le situazioni complesse. “Ogni regione ha, a seconda dell’estensione, uno o piu’ Trauma Center. In Sicilia, per esempio – ha sottolineato D’Arienzo – ne abbiamo tre (Palermo, Catania e Caltanissetta). Si tratta di centri che si occupano esclusivamente di trauma e dove arrivano i grossi traumatizzati, vengono subito presi in carico da un’equipe specialistica: chirurgo d’urgenza, ortopedico, rianimatore, neurochirurgo, anestesista e anche un chirurgo plastico, che entra in scena in un secondo tempo, quando ci sono lesioni cutanee severe