ENNA – Al termine di articolate ed accurate indagini, i militari della Stazione Carabinieri di Enna hanno scoperto l’autore dell’incendio verificatosi il 28 agosto 2017 in un’area demaniale e privata a ridosso della zona industriale Dittaino. Si tratta di COCI Giuseppe, 49enne residente a Valguarnera Caropepe (EN), allevatore, pregiudicato anche per reati specifici ed arrestato nei giorni scorsi in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Enna, su richiesta della locale Procura della Repubblica (P.M. Dott. Lo Gerfo) per il reato di “incendio boschivo” (art. 423 bis c.p.), aggravato dalle circostanze di “essere derivato un pericolo per edifici o danno su aree protette” e di “aver profittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona tali da ostacolare la pubblica o privata difesa”, per aver agito in luogo isolato di campagna.
L’incendio in esame, tra i tanti che hanno devastato il territorio della provincia ennese nell’ultimo periodo estivo e che hanno creato notevole apprensione per i residenti, si è sviluppato, come detto, il 28 agosto u.s. e solo il tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Enna ha evitato che le conseguenze potessero essere peggiori: nella circostanza le fiamme, alimentate dal forte vento, hanno interessato e distrutto pascoli, macchia mediterranea e sterpaglie insistenti in aree demaniali e private, provocando inoltre danni a condutture del gas, alla palificazione dell’illuminazione pubblica ed al guardrail di una delle strade che attraversano l’area industriale.
Le indagini, avviate nell’immediatezza e sviluppate anche mediante la visione delle immagini acquisite dai vari sistemi di videosorveglianza installati nella zona industriale, consentivano ai Carabinieri di far emergere, tra le centinaia di veicoli analizzati, la presenza del COCI nei frangenti immediatamente precedenti all’incendio, per poi allontanarsi velocemente dopo aver appiccato il fuoco, e quindi raccogliere a suo carico gravi indizi di colpevolezza.
Gli inquirenti ritengono che il gesto, purtroppo molto frequente soprattutto tra gli allevatori, sia legato alla prassi di appiccare il fuoco alle sterpaglie per distruggerle e consentire la crescita di erba fresca con cui cibare gli animali.
Il COCI, al termine delle formalità di rito è stato ristretto in regime di arresti domiciliari presso la sua abitazione.