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Al festival della letteratura ‘Sicilia dunque penso’ il maestro pasticcere Lillo De Fraia preparerà dolci tipici della tradizione nissena

Francesca Russo

Al festival della letteratura ‘Sicilia dunque penso’ il maestro pasticcere Lillo De Fraia preparerà dolci tipici della tradizione nissena

Gio, 05/10/2017 - 16:19

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Al festival della letteratura ‘Sicilia dunque penso’ nella giornata di venerdì 6 ottobre alle ore 21.00 presso l’atrio del Comune avremo il piacere di incontrare il maestro Lillo De Fraia, il pasticcere nisseno di fama internazionale, promotore della fiera corta che, nel corso dei suoi 40 anni di esperienza ha conquistato numerosi riconoscimenti, tra cui quello conferito dal presidente della repubblica di “Stella al merito del lavoro” per essersi distinto per ‘singolari meriti di perizia, laboriosità e moralità’ acquisiti durante il corso della sua lunga attività lavorativa e frutto della sua costante dedizione alla pasticceria.

Vedremo il maestro, con la cooperazione degli studenti dell’istituto alberghiero Angelo DI Rocco di Caltanissetta, cimentarsi nella preparazione di svariati prodotti sia dolci che salati, con materie prime locali di eccellenza tra le quali ricordiamo: la mandorla e il pistacchio. Il maestro pasticcere collabora infatti con Ambrogio Vario vicepresidente di Slow Food Sicilia per, sostenere e valorizzare le coltivazioni autoctone e  le materie prime, impiegate nella produzione di dolci dei produttori locali, che ne garantiscono qualità e genuinità, tutto nel rispetto della biodiversità.

Nel corso del laboratorio del gusto il pasticcere maestro Defraia parlerà inoltre dei grani antichi siciliani, in particolare del ‘maiorcone’ un ibrido del grano maiorca, che cresce spontaneamente in natura e impiegato anticamente nella pasticceria nissena per la preparazione di dolci; il grano era comunemente conosciuto come: ‘a farina pi fari i cosi duci’.

La pasticceria è storicamente espressione della storia dei luoghi e dei tempi in cui vive l’uomo, imprescindibile nella produzione dolciaria siciliana è l’elemento religioso e devozionale che, accompagnava le festività secondo il calendario liturgico. Era infatti pratica comune per le donne nell’approssimarsi di ogni festa religiosa preparare i dolci previsti per tali ricorrenze.

Le tante e diverse ricette, avevano altresì un significato economico sociale, tant’è che si può parlare di dolci ricchi e dolci poveri, a seconda del tipo, della qualità e quantità di materie prime impiegate. Anche quando per la preparazione di un dolce venivano impiegati ingredienti semplici e poveri la pasticceria tradizionale siciliana si rivela comunque ricca e variegata. E’ così il maestro De Fraia ha ripercorso un viaggio a ritroso nella storia della nostra terra riportando in luce, odori e sapori ormai persi da tempo. In particolare verranno preparati dolci conventuali, che originariamente venivano prodotti nei monasteri, in particolare quelli femminili che erano dediti allo sviluppo della pasticceria.

Tra i dolci che hanno un retaggio storico di estrema importanza per conservare e soprattutto come ci suggerisce il tema del festival, per creare un legàme con il passato e con la nostra terra ricordiamo:

la crocetta di Caltanissetta, un tipico dolce nisseno prodotto sino al 1908, in occasione della festa dell’Esaltazione della Santa Croce il 14 settembre, dalle monache benedettine del monastero annesso alla chiesa di Santa Croce, da cui prendono appunto il nome.

-le spine sante, il dolce pasquale per eccellenza che vuole ricordare la Passio Domini attraverso un’espressione di forme e fragranze in cui l’agro della confettura rievocano l’aceto offerto dai soldati romani a Cristo sulla croce, il dolce impasto delle mandorle, simboleggia invece la resurrezione.  

-i buccellati o più conosciuti come ‘cudduredda’, un impasto di pasta frolla che, viene consumato nel periodo natalizio; un dolce originario di Mazzarino e poi diffusosi in tutta l’isola.

-il cannolo siciliano è una delle specialità più conosciute, il riferimento del nome è legato alle canne di fiume con cui veniva arrotolata, fino a pochi decenni fa, la cialda durante la sua preparazione; un dolce inventato in tempi remoti per festeggiare il carnevale e oggi simbolo della pasticceria siciliana in tutto il mondo. 

Insomma appare chiaro il ruolo dei dolci nella tradizione siciliana: una testimonianza etno-antropologica della storia delle nostre genti e dei luoghi di produzione della nostra meravigliosa terra. Sarà possibile a conclusione del laboratorio, assaggiare gratuitamente le leccornie preparate dal maestro Defraia e dai suoi collaboratori.

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