Ricorre oggi il 27esimo anniversario dell’omicidio del giudice Rosario Livatino, ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990 nell’agrigentino. Numerose le iniziative per ricordarlo. Laureatosi a soli 22 anni in giurisprudenza, il “giudice ragazzino”, cosi’ come era stato soprannominato per la sua giovane eta’, era entrato subito nel mondo del lavoro vincendo il concorso per vicedirettore in prova presso la sede dell’Ufficio del Registro di Agrigento dove resto’ dall’1 dicembre 1977 al 17 luglio 1978. Aveva superato infatti un concorso in magistratura diventando uditore giudiziario a Caltanissetta.
Livatino fu ucciso, in un agguato mafioso la mattina del 21 settembre sul viadotto Gasena, lungo la strada statale 640 Agrigento-Caltanissetta, mentre – senza scorta, con la sua Ford Fiesta amaranto – si recava in Tribunale. Per la sua morte sono stati individuati, grazie al supertestimone Pietro Ivano Nava, i componenti del commando omicida e i mandanti che sono stati tutti condannati in tre diversi processi nei vari gradi di giudizio all’ergastolo, con pene ridotte per i “collaboranti”.
Nella sua attivita’ Livatino si era occupato di quella che sarebbe esplosa come la Tangentopoli siciliana ed aveva messo a segno numerosi colpi nei confronti della mafia, attraverso lo strumento della confisca dei beni.
Mafia, 27 anni fa l’omicidio del “giudice ragazzino”
Gio, 21/09/2017 - 13:15
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