Salute

Kitesurf nel nisseno: l’ebbrezza di essere tra il cielo e il mare

Marcella Sardo

Kitesurf nel nisseno: l’ebbrezza di essere tra il cielo e il mare

Mer, 27/09/2017 - 19:25

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CALTANISSETTA – È possibile provare la libertà e l’ebbrezza di essere parte integrante del cielo e del mare? Lasciarsi guidare dal vento e camminare sulle onde? Esiste un modo per scivolare sull’acqua e fare salti acrobatici in aria?

Per chi ama le sfidenon può perdere l’opportunità di provare il Kitesurf. Una scarica di adrenalina come quella regalata dagli sport estremi ma la sicurezza di poter aver sempre il controllo della situazione. Uno sport “giovane” rispetto alle altre discipline acquatiche a vela ma che, dalla sua nascita nel 1999 ad oggi, sta conquistando una grande moltitudine di ammiratori. È proprio grazie all’interesse crescente di appassionati e alle innovazioni tecnologiche che hanno reso le attrezzature sempre più sicure, che è stato possibile fare domanda di inclusione tra le discipline olimpioniche. A praticare questa disciplina non sono soltanto gli sportivi di professione ma anche tanti curiosi e dilettanti. Una moda che ha trovato seguaci anche a Caltanissetta.

Per poter praticare questa attività bastano solo due elementi: il “Kite” (l’aquilone) e la tavola. La praticità di trasporto dell’attrezzatura e la semplicità del suo utilizzo consentono di poter vivere questa esperienza ogni volta che lo si desidera.

“Non serve vivere in una città marittima per poter approfittare di questo sport e, contrariamente a quello che si può immaginare, la posizione centrale della nostra città ci permette di poter inseguire sempre il vento” ha spiegato Antonio Fiandaca, presidente dell’associazione ASD Deeplife. I nisseni, infatti, non devono guardare la distesa d’acqua e attendere che davanti ai loro occhi si intensifichila brezza marina ma, piuttosto, hanno la possibilità di spostarsi, verso Nord o Sud, per andare alla ricerca delle onde più emozionanti.Le mete geograficamente più comode per i riders nisseni sono Manfria o Lascari. A un’ora dalla partenza si può già essere già dentro l’acqua.

“Nella nostra associazione siamo una quindicina i kitesurferpiù assidui e riusciamo a organizzarci in media due volte a settimana. Basta una previsione meteorologica favorevole e un messaggio via watsapp per farci ritrovare pronti alla partire”.

Ad andare incontro a questa veloce organizzazione contribuisce anche l’attrezzatura leggera e pratica da preparare. Si afferra la tavola, lo zainetto nel quale è racchiusa l’ala e si è pronti per andare a planare. L’unica integrazione si può registrare nella stagione invernale quando l’acqua fredda impone l’uso di una muta protettiva.“Non siamo noi a decidere dove andare quanto le condizioni atmosferiche” ha proseguito Antonio Fiandaca.Manfria, generalmente, è una zona ventosa. Questo facilita il riempimento dell’ala aiutandola a librarsi nell’aria e raggiungere anche la velocità di circa 50 nodi (circa 70 Km/h). Quando il vento soffia troppo forte o il mare è mosso allora è più sicuro spostarsi verso nord.

Ogni sport impone di prendere le dovute precauzioni e la conoscenza delle normative di sicurezza. Lo stesso principio vale per il Kitesurf. “Non è possibile acquistare l’attrezzatura e mettersi immediatamente in acqua da soli. Prima di iniziare è indispensabile seguire un corso di formazione – ha chiarito Fiandaca che, oltre ad essere il presidente dell’associazione è anche un istruttore riconosciuto IKO. Dopo aver intrapreso numerosi sport, che alcuni potrebbero definire“estremi”, Antonio Fiandaca ha scoperto il Kitesurf, un’attività che rappresenta il giusto equilibrio tra euforia e sicurezza.“Io spiego ai miei allievi che questa è una disciplina potenzialmente rischiosa ma, imparando a gestire le forze naturali e sfruttare a proprio vantaggio l’aria e l’acqua, il Kitesurf si trasforma in un emozionante viaggio a contatto con la natura”. Ogni escursione rappresenta una fuga dalla quotidianità e, per due o tre ore circa, il profumo del vento e il rumore del mare che si infrange sulle tavole fa dimenticare tutto il resto.

E chi non crede quanto questo sia emozionante viene invitato a provare di persona.

Perché restare a guardare con ammirazione chi con una tavola e un aquilone si dirige verso l’acqua quando si potrebbe diventare i protagonisti di questa entusiasmante esperienza?I kitesurfer, però, non sono individui solitari che lasciano tutto per fuggire verso il mare. “Organizziamo spesso vacanze in località marittime e partiamo con tutta la famiglia. C’è chi prende tranquillamente il sole sulla spiaggia, chi gioca con la sabbia e chi libra nell’aria e infrange le onde con il Kitesurf. Noi non siamo solo membri di un’associazione ma anche un gruppo di amici”.

In acqua i riders non si prendono cura soltanto di loro stessi o dei loro compagni di avventura ma anche degli eventuali bagnanti. Le normative di sicurezza, imposte a livello internazionale, prevedono che il kitesurferdebba partire a nuoto dalla spiaggia e, a circa 300 metri dalla riva, può iniziare a far alzare la sua ala. E a quel punto non esiste più limite alla creatività e alle possibilità di compiere acrobazie sollevandosi dall’acqua. Ognuno può scegliere la tavola che preferisce: esiste quella “bidirezionale” o a un’unica direzione. I principianti, inoltre, possono iniziare usando una tavola con le “streps” per mantenere i piedi ben ancorati. Stessa libertà di scelta si può avere con l’ala: le differenti dimensioni permettono di andare lentamente o molto più veloci. “Bisogna avere l’umiltà di imparare dagli esperti, allenarsi, scegliere l’attrezzatura adatta alle proprie abilità senza andare oltre le proprie possibilità o competenze. In fondo è proprio quello che accade quando si studia per ottenere la patente e si imparare a guidare” ha chiarito l’istruttore.

Come tutti gli sport acquatici o che si svolgono in luoghi isolati è sempre consigliabile uscire in coppia o in gruppo anche se nel Kitesurf, rispetto ad altri sport similari, sono presenti meno incognite. La discesa in parapendio, ad esempio, impone di conoscere le correnti d’aria che si possono incontrare nel percorso e che possono imporre di variare il tragitto tracciato. Il windsurf ha un’attrezzatura pesante da dover maneggiare. Nel kitesurf, invece, basta solosaper sfruttare la forza dell’aria e dell’acqua a proprio vantaggio. “Questo è uno sport per tutti e possono praticarlo in sicurezza uomini, donne e anche bambini. Non serve avere molta forza nelle braccia ma solo il coraggio di provare una prima volta.Fino ad ora chi l’ha provata non è stata più capace a restarne lontano”.

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