Ari Folman e David Polonsky, autori nel 2008 del pluripremiato film d’animazione ‘Valzer con Bashir’, nominato all’Oscar, sono riusciti a trasformare, uno dei libri più famosi del mondo, tradotto in 60 lingue, venduto in oltre 30 milioni di copie, in un graphic novel.
Un ‘fumetto’ di 160 coloratissime pagine, autorizzato dalla Fondazione Anne Frank e pubblicato in 50 Paesi, in Italia dalla Einaudi, per attirare i più giovani sulle pagine scritte da Anne a partire dal 12 giugno 1942, il suo 13° compleanno. Gli autori hanno cercato di entrare nella sua testa, di capire cosa significasse per una ragazzina, trascorrere 743 giorni in quel piccolo nascondiglio con la sola compagnia dei genitori, della sorella Margot e di altre 4 persone; hanno cercato di fare qualcosa in cui Anna Frank si sarebbe riconosciuta e visto i riscontri positivi pensiamo ci siano riusciti.
Il fumetto è una fedele traduzione del Diario nella lingua per immagini dei millennials. È pensato per chi non legge abitualmente e quindi non sarebbe stato toccato dalla storia di Anna, è invece essenziale che tutti sappiamo quanto siano importanti certi incontri, certe letture giovanili hanno la capacità di formarti e di capire. Il fumetto apre narrando la vita dei Frank in Germania prima dell’avvento al potere di Hitler, quindi la loro fuga ad Amsterdam.
Dove, dopo l’occupazione nazista nel ‘40, i quattro subiscono di nuovo le persecuzioni sino a rifugiarsi nella soffitta al 263 della Prinsengracht. Sotto la penna di Polonsky, Anne è uno scoiattolo nervoso e in piena crisi adolescenziale.
In competizione con la più posata Margot, coccola di Otto ed Edith Frank. Tutto il suo sarcasmo si riversa su Madame Auguste van Pels, la mamma dell’adorato Peter, che nel fumetto vediamo spesso su
un vaso da notte (in fiori blu). Più che tormentato il rapporto dell’impulsiva adolescente con la madre (in una tavola Anne già si vede, fredda e indifferente,
al suo funerale). A volte i due autori esagerano certe situazioni nell’asfittica soffitta, come le due pagine sulla produzione di salsicce (che nel Diario occupano un paio di righe).
Ma per lo più sono fedeli al testo, come le terribili notti dei bombardamenti degli Alleati, con Anne che trova quiete solo nel letto dei genitori. Al di là delle citazioni, Folman e Polonsky interpretano liberamente angosce e speranze della tredicenne: in una tavola, Anne è l’Urlo di Munch; in un’altra, una Madonna di Klimt o una delle Star da lei venerate (eccola con i capelli alla Bette Davis; con il taglio alla Hepburn o il baschetto in testa di Marlene Dietrich). Anche se la sua vera ambizione, come confida a Kitty, l’amica segreta del Diario, è diventare giornalista o una famosa scrittrice.
Non per niente in uno dei disegni più suggestivi del fumetto Anne, alle spalle le copertine di Life o del New York Times, ci fissa orgogliosa davanti alla macchina da scrivere. Non riuscì a vivere i suoi sogni: l’ultima annotazione del Diario è del 1° agosto 1944. La mattina del 4 gli sbirri nazisti arrestarono gli otto rifugiati sulla Prinsengracht. Margot ed Anne perirono, per un’epidemia di tifo, a fine febbraio del ’45 nel lager di Bergen-Belsen. Ma quel suo piccolo-grande quaderno bianco e rosso continua a ispirare milioni di lettori, e sempre nuove storie. La prossima, dopo il fumetto, sarà il film che sempre Folman e Polonsky stanno girando sul capolavoro di Anne Frank, che uscirà nel 2019.
Concludiamo ricordando il talento e la forza di Anna, che le sue parole siano d’esempio alle giovani generazioni di non arrendersi di fronte le difficoltà, di lottare per i propri sogni esattamente come fece lei.