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Mussomeli, A proposito dell’arciprete P. Giacalone

Carmelo Barba

Mussomeli, A proposito dell’arciprete P. Giacalone

Mar, 22/08/2017 - 07:25

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(a Cura di P.Mario Genco) –  Ricorrendo quest’anno il 50° anniversario della morte  (1967-2017) del Canonico Don Michele Ongano di Trapani, Rettore per 33 anni (1920-1953) della “nostra” chiesa dell’Itria (S. Rita) di Trapani, benemerito dell’Ordine degli Agostiniani Scalzi, ho notato che nel lontano 1925 egli è venuto a Mussomeli a predicare la Quaresima nella Chiesa Madre, invitato dall’Arciprete Don Salvatore Giacalone. Alla fine della predicazione il 13 aprile 1925, lunedì dell’Angelo (Pasquetta), gli ha rilasciato l’attestazione dell’avvenuta predicazione. La lettera è uno degli ultimi suoi scritti, perché soltanto dopo due mesi,  P. Giacalone morirà a Roma   il 23 giugno 1925.

Vogliamo far conoscere ai lettori questi due sacerdoti che hanno fatto tanto bene ai fedeli con la predicazione e con l’ascolto delle confessioni. In questo periodo estivo, in cui diversi emigranti tornano a Mussomeli e  tanti che, hanno lasciato il centro storico per abitare nella zona nuova del paese, vi ritornano approfittando delle visite organizzate, è bene conoscere coloro che ci hanno preceduto come l’Arciprete Giacalone, sepolto nella Chiesa Madre, dedicata a San Ludovico da Tolosa, la cui festa ricorre in questi giorni, il 25 agosto. Grazie a coloro che hanno fornito notizie in questa piccola ricerca.

CANONICO DON  MICHELE ONGANO (1891-1967): A 50 ANNI DALLA MORTE (1967-2017) –  E’ doveroso ricordare coloro che ci hanno preceduto prestando il loro servizio pastorale per la Chiesa e per la salvezza delle anime. La “nostra” Chiesa dell’Itria (S. Rita) di Trapani, che  ha avuto per 33 anni come Rettore zelante il Canonico Michele Ongano. In occasione del 50° anniversario della morte lo vogliamo ricordare e ringraziare il Signore per quello che il Canonico ha operato in modo particolare all’Itria. Grazie a coloro chei ci ha fornito notizie.

Don Ongano Michele, figlio di Giuseppe e Rubino Leonarda, è nato a Trapani  martedì 24 marzo 1891. Entrò nel seminario vescovile  di Trapani il 4-11-1902. E’ stato ordinato sacerdote il 12-7-1914 da Mons. Francesco Maria Raiti. E’ stato Assistente Ecclesiastico del Circolo Giovani Operai “S. Giuseppe” il 1-9-1914. Rettore della Chiesa dell’Itria dal 20-11-1920 al 1953. Canonico Prebendato di San Pietro  il 13-12-1927; Direttore della Biblioteca Fardelliana dal 24-10-1930 al 1957; Componente delle Commissioni “Monumenti e Archivi”, dell’Arte Sacra e della “Dottrina Cristiana” il 10-5-1933; Membro dell’E.C.A. nel periodo del dopoguerra; Canonico Onorario del Capitolo Cattedrale il 15-6-1933; Assistente Ecclesiastico della Consulta Femminile della Parrocchia San Pietro il 16-6-1933. Fu anche Cappellano della Chiesa dello Spirito Santo; Prima della guerra fu insignito della Onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della  Corona d’Italia il 5-11-1939; Celebrò il suo XXV di Sacerdozio nel 1939 nelle Grotte Vaticane; Assistente delle Dame di Carità il 30-4-1948; Dopo il II conflitto mondiale fu insignito del titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana il 14-3-1958; Docente di Religione al Liceo-Ginnasio “Leonardo Ximenes” di Trapani e poi all’Istituto Tecnico “Salvatore Calvino” in Trapani. 78.

Celebrò il suo 50° di sacerdozio il 12-7-1964 nella Parrocchia Santa Teresa di Gesù Bambino in Trapani. Fu anche Rettore della Chiesa del Rosario in Paceco nel 1965. Morì a Torino martedì 31-10-1967.  Le esequie Ecclesiastiche sono state celebrate nella Chiesa Cattedrale da Mons. Francesco Ricceri, Vescovo di Trapani nel pomeriggio del 3-11-1967 ed i suoi funerali si tennero a Trapani nella Cattedrale presente sua Ecc. Mons. F. Ricceri Vescovo di Trapani il 3 Novembre 1967. Ora  riposa  nel  cimitero  comunale  di  Trapani  accanto  alle spoglie dello zio beneficiale Salvatore Ongano della stessa Collegiale di S. Pietro.
         

ARCIPRETE P. GIACALONE SALVATORE (1882-1925):  A 92 ANNI DALLA MORTE (1925-2017) –   “Nato a Mussomeli (Caltanissetta) sabato 18 novembre 1882 da Vincenzo e Carmelina Sorce  famiglia di agiata condizione economica, studiò nel seminario di Noto e poi in quello di Girgenti, dove si formò ad un ideale di prete sociale secondo le suggestioni della prima democrazia cristiana. Fu ordinato sacerdote nel 1905 e subito iniziò ad esercitare il ministero nel paese natale. Si fece apprezzare per la sua oratoria e fu richiesto per corsi di predicazione in altri comuni della Sicilia. A Mussomeli tenne conferenze religioso-morali ai soci delle opere economico-sociali cattoliche e del circolo democratico-cristiano. Nel 1914, in seguito alla vittoria conseguita dai cattolici nelle elezioni comunali, fu eletto pro-sindaco del paese. Durante la sua amministrazione condusse in porto importanti opere pubbliche come la conduttura dell’acqua potabile e il rassodamento dei punti franosi dell’abitato. Lasciò la guida dell’amministrazione comunale nel 1918 perché nominato arciprete-parroco del paese. Nel 1915 aveva intanto assunto la direzione della Cassa Piccolo Credito Agrario, dove pure aveva prestato la sua opera dal 1908.

Sotto la sua direzione la Cassa allargò la sua attività creditizia ed assunse precisi orientamenti mutualistici. I soci ebbero l’assistenza  medica gratuita e il ricovero in un ospedale di Palermo per i casi più gravi di malattia. Alla loro morte ricevevano le onoranze funebri a spese della Cassa. Opere caritative ed iniziative apostoliche ebbero sussidi dalla Cassa. Nel 1920 la Cassa acquistò il feudo Soria di ettari 712 che venne diviso in piccoli lotti a più di trecento famiglie contadine. Nella qualità di parroco, fu attento nel curare le buone tradizioni religiose di Mussomeli e nel promuovere l’istruzione catechistica dei fanciulli. Don Giacalone incarnò il modello esemplare di prete democratico-cristiano di inizio Novecento: parroco zelante della catechizzazione del popolo, oratore sacro dalla parola ardente e fascinosa, organizzatore ed amministratore di opere economico-sociali, politico ed amministratore comunale abile e consumato. Per più di un decennio egli fu il capo religioso e, per tanti versi, anche civile di un comune che l’on. S. Aldisio, allora deputato popolare, definì, proprio in occasione della morte di don Giacalone, «la vecchia ed inutilmente insidiata rocca del movimento sociale-cristiano in Sicilia». Colpito da grave malattia e trasportato a Roma per un delicato intervento chirurgico, vi spirò all’età di 43 anni martedì 23 giugno 1925. Giunta a Mussomeli il giorno 6 del mese successivo, la salma ricevette l’indomani solennissime onoranze, alla presenza delle massime autorità provinciali, oltre che di quelle locali. Sepolta momentaneamente nella tomba del clero presso il cimitero locale, fu riesumata il 23 giugno 1929 per essere traslata e tumulata definitivamente alla Madrice col permesso e per l’interessamento del Vescovo Mons. Iacono”.

(C. Naro, Dizionario biografico del movimento cattolico nisseno, Centro Studi Cammarata-Edizioni del Seminario, San Cataldo-Caltanissetta 1986, pp. 63-64)

ISCRIZIONE LAPIDE che si trova nella Chiesa Madre di Mussomeli:

OSSA ET CINERES / SALVATORIS GIACALONI / CURIONIS MAXMI / QUI NATUS XIV KAL. DECEM. MUSSOMELI MDCCCLXXII / ROMAE IX KAL. JUL. OPPETIIT MCMXXV / ET PATRIO COEMETERIO / DELATA / HEIC IN SACRO TEMPLO CONDITA/ LEGE LATA / A CONVENTU VIRORUM DE LEGIBUS FERENDIS / PONTIFICIS MAXIMI PERMISSU / CIVIUM VOTO ET PROPINQUORUM / OBSECUNDANTIS/ BEATITUDINEM NOVISSIMAE RESURRECTIONIS / PRAESTOLANTUR / VINCENTIUS HOHANNA JULIA FRATRES / SCCHQUE MENSAE ARGENTARIAE “PICCOLO CREDITO” / POSUERUNT 

(“Le ossa e le ceneri dell’Arciprete Giacalone – che, nato a Mussomeli il 18 novembre 1882, morì a Roma il 23 giugno 1925 – trasferite dal patrio cimitero e inumate in questo sacro tempio con decreto del governo, col permesso del Sommo Pontefice e per voto dei concittadini e dei congiunti, aspettando la beatitudine della definitiva, gloriosa risurrezione. I fratelli Vincenzo, Giovanna, Giulia e i soci della Cassa “Piccolo Credito” posero) (Angelo Barba, Chiesa e società nello sviluppo storico di Mussomeli II, p. 17-18).

La scrittrice Maria Sorce Cocuzza in “Storie e Personaggi”, 1990, parlando dell’Arciprete Giacalone, aggiunge: “Egli abitava nella casa vicino al dott. Digiuseppe vicino la Chiesa dei Monti.. Dava la soluzione ai problemi della comunità, affrontando il problema dell’acqua potabile, rassodamento del vallone dell’indovina e del vallone, ponte Schifano e fece lastricare alcune strade. Fu anche maestro nella scuola rurale di Polizzello… E nonostante era già diventato sacerdote ha dovuto partecipare alla 1° guerra mondiale. MORTO IN “ODORE DI SANTITA’” TANTI SI RECARONO DAVANTI ALLA TOMBA PER PREGARE E FARSI AIUTARE” .

LETTERA  DELL’ARCIPRETE DI  MUSSOMELI  P.  GIACALONE : Dopo il quaresimale del canonico Michele Ongano

 ARCIPRETURA  DI  MUSSOMELI – DIOCESI  DI  CALTANISSETTA

Io qui sottoscritto Arciprete Parroco di Mussomeli certifico che il Rev.mo Can. Michele Ongano di Trapani ha predicato in questo Comune la quaresima nel 1925 con spirito di sacrificio apostolico, con zelo instancabile per le anime ispirandosi nei temi alla dottrina del santo Evangelo e tenendo una condotta seria, illibata ed esemplare. Le comunioni pasquali, superando di molto quelle degli anni precedenti, sono state indice eloquente del frutto della sua operosità.

La presente valga come attestato di spontanea e sincera ammirazione di me, del clero tutto e dei fedeli di Mussomeli verso il detto Rev.mo Can. Ongano.

Mussomeli 13 aprile 1925        Arciprete Giacalone Salvatore Parroco

 

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