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Stato-mafia, Ciro Vara: “Provenzano stoppò stragi perchè inutili. Ecco perchè venne ucciso Luigi Ilardo”

Redazione

Stato-mafia, Ciro Vara: “Provenzano stoppò stragi perchè inutili. Ecco perchè venne ucciso Luigi Ilardo”

Ven, 07/07/2017 - 18:01

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Ciro Vara e’ stato citato dall’accusa nell’ambito del processo sulla trattativa tra Stato e mafia, in particolare per riferire fatti relativi all’omicidio di Luigi Ilardo, mafioso della famiglia di Caltanissetta, in procinto di “pentirsi” ma ucciso (nei primi giorni di maggio 1996) a poche ore dalla formalizzazione del suo status

“Il boss Nino Giuffre’, nel gennaio 1994, mi riferisce che Bernardo Provenzano aveva deciso di sospendere l’attivita’ stragista. Mi disse che Provenzano stoppo’ le stragi, perche’ non erano utili”. Lo ha detto il collaboratore di giustizia, Ciro Vara, deponendo nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo. Ciro Vara e’ stato citato dall’accusa nell’ambito del processo sulla trattativa tra Stato e mafia, in particolare per riferire fatti relativi all’omicidio di Luigi Ilardo, mafioso della famiglia di Caltanissetta, in procinto di “pentirsi” ma ucciso (nei primi giorni di maggio 1996) a poche ore dalla formalizzazione del suo status. Luigi – detto Gino – Ilardo sarebbe stato un “confidente” del colonnello dei carabinieri Michele Riccio. Era stato proprio Ilardo a rivelare ai carabinieri che Provenzano, dal 1994 al 1998, trascorreva la sua latitanza nella zona di Mezzojuso (in provincia di Palermo). Ciro Vara – uomo d’onore della famiglia mafiosa di Vallelunga Pratameno, guidata da Giuseppe “Piddu” Madonia – ha iniziato a collaborare con la giustizia nel dicembre 2002. Luigi Ilardo faceva parte della sua cosca. Il collaboratore – rispondendo alle domande di Nino Di Matteo, sostituto della Procura nazionale antimafia “applicato” a questo processo – ha spiegato di avere appreso “del doppio gioco” di Ilardo, solo quando la stampa scrisse dell’omicidio dello stesso Ilardo. “Successivamente Giovanni Napoli (capo della cosca mafiosa di Mezzojuso, che gesti’ personalmente la latitanza di Provenzano, ndr) mi riferì che Provenzano non credeva alla tesi del doppio gioco. Secondo Provenzano – ha aggiunto Vara riferendo quanto detto da Napoli – erano tutte cose messe in giro dagli ‘sbirri'”.