CEFALù – Indagate 34 persone, tra medici, infermieri e personale amministrativo in servizio presso la Fondazione ospedaliera di Cefalu’ e presso l’Assessorato regionale della Salute. Un avviso di conclusione delle indagini preliminari, iniziate nel 2012, e’ stato notificato dai carabinieri del Nas di Palermo, a conclusione di un’articolata attivita’ investigativa coordinata della Procura di Termini Imerese. Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, autonomamente e in concorso tra loro, di peculato, falso, abuso d’ufficio, truffa ai danni del Servizio Sanitario Regionale e illecita gestione di specialita’ medicinali ad azione stupefacente, per un totale di 87 capi d’imputazione.
Le contestazioni derivano in larga parte dall’avere agevolato l’accesso di alcuni pazienti all’Unita’ operativa di Chirurgia Generale della Fondazione ospedaliera a danno dei pazienti regolarmente in lista d’attesa per il ricovero e non assistiti direttamente da personale medico della medesima struttura sanitaria. Il tutto, secondo gli investigatori, in violazione sia delle normative nazionali e regionali relative alla prenotazione delle prestazioni sanitarie e accesso alle liste per poi essere sottoposti ad intervento chirurgico, sia riguardo alla compartecipazione al costo delle prestazioni sanitarie. Sarebbe stato, pertanto leso, con “il compimento deliberato di favoritismi e discriminazioni, il principio fondamentale dell’imparzialita’ e buon andamento della pubblica amministrazione”.
Le contestazioni derivano in larga parte dall’avere agevolato l’accesso di alcuni pazienti all’Unita’ operativa di Chirurgia Generale della Fondazione ospedaliera a danno dei pazienti regolarmente in lista d’attesa per il ricovero e non assistiti direttamente da personale medico della medesima struttura sanitaria. Il tutto, secondo gli investigatori, in violazione sia delle normative nazionali e regionali relative alla prenotazione delle prestazioni sanitarie e accesso alle liste per poi essere sottoposti ad intervento chirurgico, sia riguardo alla compartecipazione al costo delle prestazioni sanitarie. Sarebbe stato, pertanto leso, con “il compimento deliberato di favoritismi e discriminazioni, il principio fondamentale dell’imparzialita’ e buon andamento della pubblica amministrazione”.
Le indagini sono state avviate quando, a seguito di un controllo delle sostanze ad effetto stupefacente in dotazione al blocco operatorio della Fondazione, furono scoperte sia delle irregolarita’ sulla loro gestione, sia sull’esecuzione di un intervento chirurgico eseguito in maniera illegittima dal primario dell’Unita’ operativa e da altri sanitari che non documentarono come previsto un intervento chirurgico eseguito su una paziente minorenne. Gli investigatori hanno scoperto che l’ “intervento fantasma” sulla bambina, sarebbe stato solo uno dei tanti, compiuti per favorire la propria attivita’ libero professionale e trarne il conseguente ingiusto profitto economico. Secondo quanto accertato dagli investigatori sarebbero stati eseguiti interventi chirurgici privati utilizzando illecitamente le sale operatorie ed i farmaci in dotazione all’ospedale, avendo cura di non lasciare traccia alcuna sui relativi registri.
Inoltre, il medico avrebbe utilizzato, in favore dei pazienti privati sottoposti ad intervento chirurgico nella struttura pubblica, alcune equipe mediche ed infermieristiche che invece, in qualche caso, erano riservate per le urgenze.
Inoltre, il medico avrebbe utilizzato, in favore dei pazienti privati sottoposti ad intervento chirurgico nella struttura pubblica, alcune equipe mediche ed infermieristiche che invece, in qualche caso, erano riservate per le urgenze.