RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Quasi vent’anni fa sentimmo per la prima volta la locuzione “No Global”. Nell’Enciclopedia Treccani on line, alla voce “No Global” troviamo:«Movimento assai variegato di gruppi e associazioni che contestano il processo di globalizzazione, considerato come fonte di inaccettabili iniquità tra Nord e Sud del mondo e all’interno delle singole società nazionali. I suoi militanti pongono in particolare sotto accusa il potere delle multinazionali e le politiche seguite dal FMI (Fondo Monetario Internazionale) e dalla WTO (World Trade Organization). Proprio le manifestazioni e i disordini scoppiati a Seattle nel 1999 in occasione dell’Assemblea dei paesi membri della WTO fecero conoscere al mondo la rete no-global. Nel 2001 il movimento diede vita al Social Forum di Porto Alegre, in contrapposizione al World Economic Forum di Davos; lo stesso anno fu protagonista di un’ampia mobilitazione contro la riunione del G-8 di Genova, poi degenerata in gravi scontri. Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 e con l’affermarsi della nuova dottrina militare dell’amministrazione Bush, i no-global hanno impresso un forte segno pacifista alle loro iniziative e manifestazioni. La criticaprincipale rivolta al movimento è che la sua battaglia contro l’ordine liberista dell’economia mondiale non si traduce in un disegno coerente alternativo di governo e sviluppo del pianeta».
Cos’altro aggiungere? Di certo questo movimento ha segnato uno dei pochi picchi d’intelligenza e di coraggio nel discorso pubblico degli ultimi decenni. I No Global si opposero fermamente alla riduzione di tutti i valori umani, compresa la vita stessa, a bene commerciale. A merce. La rete dei social forum fu capace di individuare, di elencare uno ad uno tutti i problemi nei quali saremmo malamente precipitati nel volgere di pochi anni. Come non ricordare, comunque, che all’epoca le idee del movimento No Global furono accolte come leggende metropolitane. Furono accolte e descritte con sarcasmo e disprezzo. Come non ricordare, ad esempio, le ironie dei media e dei soliti esperti del nulla sulle previsioni di riscaldamento globale o di grandi estinzioni – poi regolarmente ed inesorabilmente avvenute. Insomma: ciò che sostanzialmente affermavano i No Global è che il nuovo modello di capitalismo globale finanziario non è compatibile con la democrazia. Non è compatibile con la vita. E questo – oggi possiamo dirlo – non è un’ideologia ma un dato di fatto. Un dato di fatto ormai piuttosto evidente. Reale. Tragicamente reale. Quale fu la “colpa” dei No Global? Probabilmente fu l’aver avuto ragione troppo presto. Essere stati profetici. E il potere, si sa, non ama i profeti.
Leandro Janni, Presidente di Italia Nostra Sicilia – www.italianostra.org