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Chicchi riso e uva di Sicilia, tradizione e innovazione in cucina: si reinventa l’arancino

Redazione

Chicchi riso e uva di Sicilia, tradizione e innovazione in cucina: si reinventa l’arancino

Lun, 10/07/2017 - 14:31

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CATANIA. Cinque chef si confronteranno ai fornelli sposando la tradizione enogastronomica siciliana e l’innovazione della cucina contemporanea. Pronta al via la terza edizione di Chicchi, riso e uva di Sicilia, in programma giovedì 13 luglio a Masseria Carminello, in via Carminello a Valverde (Ct), alle ore 21.

Saranno presenti i migliori chef di Sicilia e non, che dal vivo realizzeranno le loro singolari interpretazioni dell’arancino unendo la tradizione della ricetta ai prodotti DOP delle proprie città. Tutto accompagnato da etichette del territorio in abbinamento agli arancini preparati: Amaro Ménnula, Cantine Patria, Cantine Bonfiglio, Cantina Cottanera, Cantina Bedduviddi.

Ospiti di questa terza edizione sono lo chef Vincenzo Santalucia che presenterà L’Arancina al ragù di tonnara; lo chef Masaki Kuroda osa con Quel porco dell’arancino; lo chef Salvatore Vicari propone Arancina d’Oriente; la chef stellata Marianna Vitale opta per il Mondo Sud; mentre lo chef Simone Strano preparerà Ricotta gelsi pistacchio e limone.

“L’obiettivo di questo evento è la valorizzazione dei nostri prodotti resi ancor più speciali dalla creatività di importanti cuochi del panorama siciliano e nazionale. – spiegano Antonio Rosano e Giovanni Samperi, titolari della Masseria Carminello e della bottega Beddu Viddi e organizzatori della serata – Abbiamo sempre creduto nelle iniziative di confronto, conoscenza e valorizzazione del nostro territorio e dei suoi prodotti”.

Gli chef protagonisti

Masaki Kuroda, figlio di architetti, decide di seguire le orme dei genitori, ma dopo una cena in un ristorante italiano rimane folgorato dal nostro stile di cucina. A quel punto lascia gli studi per iscriversi alla Scuola di Cucina di Gianluca Pardini a Lucca. Qui ha inizio la sua avventura culinaria nel nostro Paese. Oggi è proprietario del ristorante di Lucca Serendepico, insieme a Sabrina e Silva. Masaki ha un grande talento nell’esaltare le materie prime senza però sconvolgerne l’identità. Possiede inoltre un meraviglioso senso artistico ed estetico, sa creare dei veri e propri capolavori di colore, forme e ovviamente sapore. È stato concorrente del programma Top Chef Italia 2016.

Vincenzo Santalucia inizia la sua carriera a Siculiana, in Sicilia, dove nasce nel 1985. Sono due i fattori che influenzano lo Chef del ristorante “La Scala”: il territorio che lo circonda e la famiglia. Da sempre Vincenzo cucina utilizzando ingredienti della sua terra, generosa e piena di delizie amate in tutto il mondo. Ma i sapori, gli odori e i colori della Sicilia non sono l’unico elemento destinato a finire nei piatti dello chef: nelle sue pietanze finiscono anche le ricette di nonna Rosa, del nonno Giacomo – intenditore di selvaggina siciliana – e anche quelli del bisnonno, Rais della tonnara di Siculiana Marina (vicino Agrigento). Grazie a queste influenze Vincenzo decide di indirizzarsi verso una cucina che usa prodotti freschi, locali e di stagione, intraprendendo così una vera e propria opera di riscoperta e divulgazione del patrimonio culinario siculo. Ha partecipato alla prova del cuoco, programma in onda su Rai Uno condotto da Antonella Clerici

Simone Strano è lo chef di Palazzo Monte Martini di Roma. Sul logo delle coppole da lavoro ha voluto imprimere il claim “Strano ma vero” per esprimere lo stupore e la gioia che questo mestiere gli suscita. Ha lasciato la Sicilia poco più che adolescente. “Mi piace la condivisione e la “colleganza” perché si impara sempre e ovunque, fuori dal mio guscio – dice – ho imparato ad accettare punti di vista diversi, a conoscere i miei limiti”. Qual è la materia prima che preferisce? Ogni prodotto della terra appena colto.

Salvatore Vicari ha la passione per la cucina da quando è nato 33 anni fa. Ci racconta di suo padre che onora ed esalta la sua prima parmigiana di melanzane realizzata a 7 anni. Sono ancora vivi in lui i ricordi di profumi e sapori delle “magie” che uscivano dal forno a legna la domenica mattina in campagna, le cotture dei legumi nella pentola in ghisa sulla cucina francese a casa della nonna. Inizia pieno di entusiasmo, da autodidatta, facendo esperienza sul campo, lavorando sodo e frequentando Corrado Assenza, come allievo. Gli ha insegnato a scegliere, gestire e lavorare al meglio gli alimenti. La sua crescita è costante, la voglia di imparare cose nuove insaziabile. Sperimenta, prova, verifica, assaggia e propone. Ha rappresentato la città di Noto ad Expo Milano 2015, con un cooking show e una cena che sono stati occasione per raccontare storie, ricette, segreti, aneddoti gastronomici. È presente a Chicchi uva e riso di Sicilia per la terza volta.

Marianna Vitale è nata a Napoli, cresciuta a Porta Capuana. Votata religiosamente al culto del cibo, nel maggio 2009 ha aperto Sud Ristorante con Pino Esposito a Quarto Flegreo, in provincia di Napoli. Cucinare in un ristorante, il proprio, è fatica, tenacia, scommessa costante, e questo fatto è più tangibile quando si decide di avviare un’oasi nel deserto, ma con imprevedibile rapidità Sud è diventato un’affidabile compagine dello scenario gastronomico italiano: dal 2010, Marianna Vitale e Sud Ristorante vantano l’assegnazione di numerosi premi e riconoscimenti nazionali. Nel 2011 Marianna riceve il premio “chef emergente” de Il Sole 24 Ore. Dal 2012 Sud Ristorante è insignito di una stella Michelin. Marianna è miglior cuoca d’Italia per le guide ai ristoranti de L’Espresso e di Identità Golose per l’anno 2015. Nello stesso anno l’impepata di Marianna è piatto dell’anno per Il Mattino di Napoli. Nel marzo 2017 Marianna riceve il premio Identità Donna di Identità Golose.