Utilitalia: Primo Censimento che disegna città del futuro. Tra i migliori progetti di “Utili all’Italia” due appartengono a Siciliacque

Due progetti di Siciliacque (Produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e Carboon Footprint) sono stati selezionati fra i migliori 80 contenuti nel censimento.

ROMA – “L’economia circolare e l’uso efficiente delle risorse rappresentano il processo economico del futuro. Le imprese e le utility devono prepararsi a questa sfida. Oggi già abbiamo esempi di tecnologie e innovazione all’avanguardia di cui l’Italia può andar fiera: molte delle nostre imprese sono pronte a esportare a testa alta questo ‘know how’ su nuovi mercati”. Così il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti intervenendo alla presentazione di “Utili all’Italia”, la banca dati che contiene i risultati del Primo censimento delle migliori pratiche nei Servizi Pubblici realizzato da Utilitalia, la federazione che riunisce 500 imprese italiane dei servizi idrici, energetici e ambientali.

Tute per astronauti che sfruttano la capacità dell’acqua di assorbire le radiazioni, buoni spesa consegnati ai cittadini in cambio di rifiuti, mappature satellitari delle perdite degli acquedotti e sofisticati sistemi di trattamento dei fanghi di depurazione che trasformano gli scarichi dei nostri bagni in combustibile per le auto. Queste alcune delle esperienze descritte dai 274 progetti raccolti dalle 134 aziende che hanno partecipato al censimento. Un database gratuito, ‘aperto e consultabile’, che da oggi è on-line sul sito http://censimento.utilitalia.it/progetti e aggiornato costantemente; destinato a diventare un punto di riferimento per le amministrazioni locali, per la politica e per gli esperti di acqua energia e rifiuti chiamati a fare scelte e progetti per lo sviluppo del territorio.

Due progetti di Siciliacque (Produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e Carboon Footprint) sono stati selezionati fra i migliori 80 contenuti nel censimento.

Nel 2008 Siciliacque, consapevole della sfida che l’avrebbe impegnata rispetto a modelli di gestione adesivi al mero mantenimento delle esigenze della rete, ha intrapreso lo sviluppo di iniziative di risparmio energetico e di riduzione delle sostanze inquinanti, mediante la programmazione di interventi di produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili.

La scelta e le attività conseguenti a tali realizzazioni hanno reso necessario e automatico l’impegno a concretizzare una posizione in termini di Responsabilità Sociale d’Impresa, mentre la redazione del “Bilancio di sostenibilità” ha permesso di avere a disposizione uno strumento di gestione che ci ha consentito di affinare le decisioni sul piano operativo, come nel caso della Carbon Foot Print.

In un momento difficile per il nostro Paese, Siciliacque ha realizzato investimenti per oltre 200 milioni di euro rispondendo per parte anche alla responsabilità sociale.

In particolare, nel 2011 e nel 2012 sono stati realizzati, rispettivamente, l’impianto fotovoltaico di Troina e quello di Sambuca.

Grande impegno è stato dedicato inoltre alla messa a punto di una serie di progetti per lo sfruttamento dei punti della rete acquedottistica con surplus di pressione al fine di produrre energia elettrica “pulita” e “rinnovabile”.

L’effetto sulla riduzione delle emissioni in atmosfera è stato reso concreto, mentre un effetto moltiplicatore sulla riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera più che visibile, si è avuto con il dimezzamento della carbon foot print nel 2015 rispetto al 2014.

Continuare dunque con la realizzazione di investimenti “di qualità” è ormai divenuto un segno, una cifra di qualità di Siciliacque, assieme alla volontà di tenere presente quanto in materia di RSI ha voluto indicare la Commissione Europea delineando i tre principi della crescita: sostenibile, inclusiva e intelligente, ed in tale direzione Siciliacque, oltre che alla redazione del Bilancio di sostenibilità annuale, di prossima definizione, sta lavorando al primo documento riguardante il “Piano Strategico di Sostenibilità”.

“Utili all’Italia” non è una classifica, ma una mappa dei migliori pratiche realizzate negli ultimi tre anni dalle aziende più vicine ai cittadini: progetti potenzialmente replicabili in altre parti del territorio, colmando differenze spesso esistenti tra aree diverse.

Le best practice di ‘Utili all’Italia’ dimostrano come responsabilità sociale e ambientale (90 progetti), innovazione tecnologica (83), efficienza energetica (52) e processi di sviluppo aziendale (49) stiano cambiando in meglio servizi che sono alla base della qualità della vita di ogni cittadino.

All’interno del censimento la parte dedicata alla responsabilità sociale e ambientale conta il maggior numero di progetti. Tra questi: rating legalità (una spinta etica e ‘bollino’ di trasparenza anche per l’accesso al credito), fondo per utenze disagiate per le famiglie in difficoltà con le bollette, Banco dell’energia contro il rischio povertà. E ancora, un impianto di depurazione che restituisce all’ambiente 150 milioni di metri cubi di acqua per riuso irriguo o l’applicazione di tecnologie “smart grid” su una porzione di rete di distribuzione di energia elettrica. Dalle buone pratiche relative all’innovazione tecnologica emerge l’impegno delle aziende sul tema della digitalizzazione e del miglioramento dei servizi ai cittadini: sistemi di geolocalizzazione degli interventi, telecontrollo delle reti, gestione delle risorse e reportistica avanzata, tecnologie satellitari per la ricerca di perdite idriche dalle condotte, mappatura delle reti sotterranee, fino all’utilizzo delle fognature per il passaggio della fibra ottica, sistemi di tracciabilità dei rifiuti, interramento dei cassonetti e  valorizzazione dei fanghi di depurazione.

Per quanto riguarda i processi di sviluppo aziendale, emergono buone pratiche legate alla sicurezza sul lavoro, al work force management con la digitalizzazione spinta della regolazione del lavoro quotidiano e all’economia circolare in tutte le sue possibili declinazioni: riduzione dei rifiuti, raccolta differenziata spinta, valorizzazione dei materiali di scarto e trasformazione dei depuratori o degli impianti di trattamento rifiuti, in centri di produzione di biocarburanti. Anche l’efficienza energetica porta con se’ esempi importanti. Dal censimento emergono numerosi investimenti per il ciclo idrico e per gli impianti di trattamento dei rifiuti, la generazione di energia da fotovoltaico o lo sfruttamento di mini-salti idrici per produrre l’idroelettrico; e ancora   l’inserimento di turbine negli acquedotti, il teleriscaldamento e progetti per favorire la mobilità sostenibile elettrica e da biocarburanti.

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