Sicilia, inchiesta Trapani. Corruzione, Crocetta interrogato dai magistrati: “Nessun favore a Morace”

Io in realtà l’ho danneggiato – dice Crocetta, al termine dell’interrogatorio, tenuto in presenza dell’avvocato Vincenzo Lo Re -. Quello che mi viene contestato non ha a che vedere con vicende personali, vacanze a Filicudi o argomenti simili”.

TRAPANI  – Il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta ha respinto per tre ore e mezza le accuse di corruzione che gli vengono mosse dalla Procura di Palermo. Interrogato dal procuratore aggiunto Bernardo Petralia e dai sostituti Luca Battinieri e Francesco Gualtieri, il governatore esclude di avere fatto favori all’armatore Ettore Morace, patron della compagnia di navigazione trapanese Liberty Lines, finito in carcere e poi agli arresti domiciliari nell’ambito dell’indagine “Mare Monstrum”: “Io in realta’ l’ho danneggiato – dice Crocetta, al termine dell’interrogatorio, tenuto in presenza dell’avvocato Vincenzo Lo Re -. Quello che mi viene contestato non ha a che vedere con vicende personali, vacanze a Filicudi o argomenti simili”. Il reato e’ diverso e non riguarda fatti di costume: “Mi si contesta di aver chiesto ai dirigenti dell’assessorato ai Trasporti di prorogare, oltre la scadenza di settembre, dei collegamenti con le Eolie”. La politica del presidente sui collegamenti e sul recupero delle corse marittime non effettuate per le condizioni avverse del mare avrebbe dunque svantaggiato l’armatore, costringendolo a recuperare i servizi non assicurati. In cambio dei favori, il governatore siciliano avrebbe ricevuto cinquemila euro per il suo movimento “RiparteSicilia”: ma anche questo sarebbe stato “registrato regolarmente e fatto attraverso un bonifico, dunque e’ tutto tracciabile”.
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