Si e’ proceduto anche all’analisi dei dati finanziari relativi al periodo 2012/16 e all’esame dei principali aspetti problematici che si ripercuotono negativamente sugli equilibri di bilancio delle predette amministrazioni, al punto da comprometterne, in molti casi, la funzionalita’ e la resa continuativa dei servizi’.
PALERMO – ‘Nonostante il notevole impegno finanziario della Regione, a sostegno degli Enti di area vasta, in alcuni casi decisivo al fine di scongiurare situazioni di paralisi funzionale, risulta preoccupante il perdurante ritardo nell’attuazione della riforma regionale del sistema di governo di area vasta, nella cui fase transitoria, i liberi Consorzi, ancora retti da Commissari straordinari, continuano ad esercitare le funzioni attribuite alle ex province regionali, ‘nei limiti delle disponibilita’ finanziarie in atto esistenti”. E’ quanto si legge nella relazione su “La finanza degli Enti di area vasta in Sicilia“, della Sezione di controllo della Corte dei conti per la Regione siciliana, redatta dal presidente Maurizio Graffeo, relatore il consigliere Francesco Albo. ‘La relazione esamina il progressivo deterioramento del sistema di finanza pubblica provinciale, oggetto di preoccupata attenzione, nelle piu’ recenti relazioni annuali sulla finanza locale, da parte di questa Sezione di controllo’, scrivono i giudici contabili, che spiegano: ‘Nella prima parte, viene descritto il processo di riordino istituzionale degli enti di area vasta, che ha trovato compiuta disciplina in Sicilia con la legge regionale 4 agosto 2015, numero 15, recante ‘disposizioni in materia di liberi Consorzi comunali e Citta’ metropolitane’, modificata con leggi regionali 2015, numero 28, 1 aprile 2016, n. 5 e 14 agosto 2016, n. 15 e, da ultimo, con legge regionale 26 gennaio 2017, n. 2, in un processo di progressivo avvicinamento alla cosiddetta ‘riforma Delrio’, che attuato in piu’ fasi, ha comportato uno slittamento dell’insediamento degli organi istituzionali e, soprattutto per i liberi Consorzi comunali, una proroga delle gestioni commissariali al 31 dicembre 2017. Nella seconda parte, si e’ proceduto all’analisi dei dati finanziari relativi al periodo 2012/16 e all’esame dei principali aspetti problematici che si ripercuotono negativamente sugli equilibri di bilancio delle predette amministrazioni, al punto da comprometterne, in molti casi, la funzionalita’ e la resa continuativa dei servizi’.
La drastica riduzione dei trasferimenti erariali – sottolinea la relazione della Corte dei Conti – risulta in parte compensata dai trasferimenti regionali, che nel 2016, ammontano a 28,15 milioni di euro, cui si aggiungono 23,9 milioni di euro a titolo di assegnazione straordinaria per garantire il pagamento degli emolumenti al personale dipendente e 5 milioni di euro (19,15 nel 2017) per il trasporto degli alunni disabili. Sul versante dei trasferimenti regionali in conto capitale, vengono evidenziati gli effetti distorsivi della contabilizzazione delle risorse finalizzate alla manutenzione straordinaria di strade provinciali e di edifici scolastici tra le entrate correnti, per via dell’espressa autorizzazione legislativa alla loro parziale devoluzione per il pagamento di quote capitale di mutui’.
‘Nel periodo esaminato – aggiungono i giudici contabili -, si registra un notevole incremento del grado di rigidita’ strutturale della spesa corrente a discapito della spesa in conto capitale, che passa da 140,2 a 30,5 milioni di euro. In molti casi, i livelli di spesa sono insufficienti per la stessa messa in sicurezza del patrimonio (in primis, strade e scuole) e per assicurare il cofinanziamento di importanti progetti di sviluppo. La Corte ha evidenziato altresi’ la riduzione delle entrate tributarie, con un decremento delle riscossioni di 11,7 punti percentuali, e una flessione delle entrate extra tributarie del 28 per cento. Nel quinquennio esaminato la consistenza degli organici del personale ha subito, a causa del blocco del turn-over una drastica riduzione (-19%), particolarmente marcata per il personale con qualifica dirigenziale di ruolo (-51%); ciononostante, i livelli di spesa media pro-capite, a livello regionale (32,09 euro), risultano quasi doppi rispetto al valore medio nazionale (17,18 euro), che risente del processo di riallocazione del personale in esubero presso altre amministrazioni (oltre 16.000 unita’), non ancora avviato inSicilia‘.