L’udienza oggi e’ iniziata con la richiesta di costituzione di parte civile avanzata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, dai ministeri della Giustizia, dell’Interno, dell’Economia e delle Finanze, dal Comando generale della Guardia di finanza, dall’Agenzia dei beni sequestrati alla criminalita’ organizzata e da alcune aziende sottoposte ad amministrazione giudiziaria.
CALTANISSETTA – Al via a Caltanissetta, davanti al Gup Marcello Testaquadra, l’udienza preliminare nei confronti dell’ex presidente della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, Silvana Saguto – oggi assente – e di altri 18 indagati. L’inchiesta scaturisce dalla presunta grande mole di illeciti nella gestione dei beni confiscati alla mafia. Le ipotesi di reato contestate, in tutto 77, vanno dalla corruzione al falso, dall’abuso d’ufficio alla truffa aggravata. Davanti al Gup, il ‘Sistema Saguto’, un ‘cerchio magico’ composto da magistrati, rappresentanti dello Stato e professionisti. Il ‘re’ degli amministratori giudiziari, Gaetano Cappellano Seminara, ha invece scelto il rito immediato. La richiesta del suo legale e’ stata accolta ieri e il processo iniziera’ il 2 ottobre.
L’udienza oggi e’ iniziata con la richiesta di costituzione di parte civile avanzata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, dai ministeri della Giustizia, dell’Interno, dell’Economia e delle Finanze, dal Comando generale della Guardia di finanza, dall’Agenzia dei beni sequestrati alla criminalita’ organizzata e da alcune aziende sottoposte ad amministrazione giudiziaria.
“Abbiamo – ha detto il legale dell’Avvocatura dello Stato – un’associazione a delinquere finalizzata ad inquinare la gestione dei beni sequestrati. I beni sequestrati alla mafia e destinati successivamente alla collettivita’, non possono servire per le carriere dei figlioletti o a ingrossare i conti correnti di qualcuno”. A sostenere l’accusa in aula, il procuratore capo di Caltanissetta, Amedeo Bertone.
L’udienza oggi e’ iniziata con la richiesta di costituzione di parte civile avanzata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, dai ministeri della Giustizia, dell’Interno, dell’Economia e delle Finanze, dal Comando generale della Guardia di finanza, dall’Agenzia dei beni sequestrati alla criminalita’ organizzata e da alcune aziende sottoposte ad amministrazione giudiziaria.
“Abbiamo – ha detto il legale dell’Avvocatura dello Stato – un’associazione a delinquere finalizzata ad inquinare la gestione dei beni sequestrati. I beni sequestrati alla mafia e destinati successivamente alla collettivita’, non possono servire per le carriere dei figlioletti o a ingrossare i conti correnti di qualcuno”. A sostenere l’accusa in aula, il procuratore capo di Caltanissetta, Amedeo Bertone.
Rinviata al 13 luglio, alle 16, per una mancata notifica di conclusione delle indagini nei confronti di un imputato.