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Immigrazione: catturato “Rambo” il torturatore, trafficante di essere umani

Redazione

Immigrazione: catturato “Rambo” il torturatore, trafficante di essere umani

Mar, 20/06/2017 - 09:11

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Le indagini su Ogais sono state condotte dalla Squadra Mobile di Agrigento, diretta da Giovanni Minardi, e dalla Squadra Mobile di Crotone, diretta da Nicola Lelario, che ha collaborato nella fase della individuazione e della cattura del nigeriano. Entrambi gli Uffici investigativi territoriali sono stati coordinati dalla Seconda Divisione del Servizio Centrale Operativo di Roma.

PALERMO – E’ stato riconosciuto come uno dei responsabili di torture e sevizie consumate in Libia all’interno della safe house di “Ali’ il Libico”, dove i migranti venivano privati della liberta’ personale prima di intraprendere la traversata in mare per le coste italiane. Si tratta di John Ogais, 25 anni, nigeriano, detto “Rambo”. Il giovane, che si trovava nel Cara ‘Sant’Anna’ di Isola di Capo Rizzuto, in Calabria, e’ stato arrestato dagli agenti della polizia di Stato di Agrigento, che hanno eseguito un provvedimento di fermo emesso dalla Procura – Dda di Palermo.
L’indagato e’ sospettato di far parte di un’associazione a delinquere di carattere trasnazionale dedita a commettere piu’ reati contro la persona, ed in particolare tratta di esseri umani, sequestro di persona, violenza sessuale, omicidio aggravato e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina; Ogais, detto “Rambo”, e’ stato individuato come uno dei complici di Sam Eric Ackom, ghanese, tratto in arresto dalla Squadra mobile di Agrigento nel marzo scorso, sempre su ordine della Dda di Palermo e a carico del quale sono state gia’ confermate le accuse da parte delle sue vittime davanti al gip nel corso di un drammatico incidente probatorio.
Le indagini su Ogais sono state condotte dalla Squadra Mobile di Agrigento, diretta da Giovanni Minardi, e dalla Squadra Mobile di Crotone, diretta da Nicola Lelario, che ha collaborato nella fase della individuazione e della cattura del nigeriano. Entrambi gli Uffici investigativi territoriali sono stati coordinati dalla Seconda Divisione del Servizio Centrale Operativo di Roma.
 Drammatiche le testimonianze rese dai migranti ai pubblici ministeri Calogero Ferrara e Giorgia Spiri della Direzione distrettuale antimafia di Palermo che hanno emesso il provvedimento di fermo: “Durante la mia permanenza, all’interno di quel ‘ghetto’ da dove era impossibile uscire, ho sentito che l’uomo che si faceva chiamare Rambo ha ucciso un migrante. So che mio cugino ed altri hanno provato a scappare e che sono stati ripresi e ridotti in fin di vita, a causa delle sevizie cui sono stati poi sottoposti”. “Vi era un altro, tale Rambo, carceriere della Nigeria, che anche se non mi ha picchiato provvedeva a seviziare altri migranti. Le torture cui sono stato sottoposto sono innumerevoli. Per esempio sono stato torturato con i cavetti elettrici in tensione. Mi facevano mettere i piedi per terra dove precedentemente avevano versato dell’acqua, poi provvedevano ad azionare la corrente elettrica. Subivo delle scariche elettriche violentissime. Questo avveniva circa due volte alla settimana. Altre volte mi picchiavano, in varie parti del corpo, con dei tubi. A volte mi legavano le braccia e poi mi appendeva in aria, per picchiarmi ripetutamente e violentemente”. “Una volta, ho avuto modo di vedere che Rambo, il nigeriano, ha ucciso dopo averlo imbavagliato e torturato a lungo, un migrante nigeriano che si trovava li’ con noi”. “Ho assistito personalmente al pestaggio sino alla morte di due persone, un nigeriano minorenne e un altro uomo, anch’esso nigeriano ucciso da Rambo davanti al fratello della vittima. Nello stesso momento dell’omicidio, Rambo minacciava armato di pistola, il fratello della vittima, di non raccontare nulla alla famiglia e di farsi mandare immediatamente i soldi. Aggiungo inoltre di avere assistito a diversi violenti pestaggi operati da Rambo nei confronti di migranti”.