I pm di Palermo contestano due episodi corruttivi alla sottosegretaria. Il primo fa riferimento alle pressioni su un deputato di Ap all’Ars per stoppare una nomina quale consulente dell’Ars in materia di trasporti marittimi regionali, non gradita a Morace; il secondo proprio al ruolo esercitato per il varo della norma conveniente al patron di Liberty Lines, “causando un ammanco alle casse dello Stato di 7 milioni e il notevole arricchimento della compagnia dell’imprenditore”, che “ha fatto consegnare a Simona Vicari un Rolex del valore di circa 5.800 euro”.
“E’ la stessa Vicari del resto che telefonicamente (il 20 novembre 2016) si assume dinanzi al Morace tutti i meriti dell’iniziativa parlamentare. Pare chiaro – scrivono gli inquirenti – come nel caso di specie la senatrice abbia palesemente asservito le proprie funzioni a taluni interessi eminentemente privatistici”.
IL GOVERNATORE E LA FUNZIONARIA. Crocetta, che si dice “molto sereno” e pronto a chiarire tutto, risponde di corruzione in concorso con l’armatore Morace. Un fedelissimo del presidente, scrive il Gip, sarebbe stato informato della volonta’ di bloccare la nomina del consulente non voluto da Morace. E’ sempre l’imprenditore “che – sulla faccenda dell’Iva – parlando al telefono racconta di aver invitato il presidente della Regione sulla sua barca e di avergli pagato l’albergo a Filicudi. Morace – si legge nella misura – riferiva che gli avrebbe inviato una cosa sulla questione dell’Iva”. Il governatore sarebbe poi intervenuto in ordine alle compensazioni per le tratte relative ai collegamenti con le isole minori.
Riferisce una funzionaria regionale dalle cui dichiarazioni e’ partita l’inchiesta: “E’ Crocetta a decidere la convocazione di un tavolo tecnico per un proficuo confronto e per ricercare una soluzione. All’esito di tale incontro si convenne tra Crocetta e l’armatore Vittorio Morace che l’amministrazione avrebbe valutato la possibilita’ di elevare sino al massimo dell’80% la liquidazione delle spese”. “Non ho nulla da temere e chiariro’ tutto”, replica oggi Crocetta.
MONOPOLIO LIBERTY. Documentato dagli inquirenti “un notevole attivismo” dell’armatore Ettore Morace, “nel tessere una vasta e diversificata rete di supporto politico-istituzionale, a livello regionale e nazionale”, finalizzata “al rafforzamento della posizione di quasi monopolio della Liberty Lines e all’aggiudicazione di fondi regionali ‘gonfiati'”. L’inchiesta ha preso il via dal riscontro di gravi irregolarita’ circa l’affidamento, proprio a favore della Liberty Lines, dei servizi di collegamento a mezzo unita’ veloci per le isole Egadi ed Eolie. Accertato un sovradimensionamento della compensazione finanziaria, ottenuto attraverso “l’indebita ingerenza” di Salvatrice Severino, gia’ dirigente del Servizio 2 Trasporto regionale aereo e marittimo dell’assessorato alle Infrastrutture, nonche’ del deputato Fazio”, secondo i magistrati “stabilmente asservito a Morace”.
Da parte sua, l’altro arrestato, Montalto, sfruttando il suo ruolo, avrebbe ottenuto da Morace “l’assunzione di un amico giornalista, presso l’ufficio stampa di Liberty Lines; la piu’ che favorevole liquidazione del trattamento di fine rapporto con Siremar spa “dell’amica Marianna Caronia”.
Morace si e’ pure attivato per ottenere un intervento presso il Consiglio di giustizia amministrativa al fine di ottenere il ribaltamento della sentenza del Tar Sicilia del 21 febbraio per effetto della quale la compagnia aveva perso 24 milioni di euro.
Tra gli altri indagati anche l’ex deputata regionale Marianna Caronia, che avrebbe ottenuto “la piu’ che favorevole liquidazione del trattamento di fine rapporto con Siremar spa”. Infine il Gip ha disposto la sospensione dai pubblici uffici di Orazio Gisabella, carabiniere in servizio in un’altra regione.
L’ARMATORE OO7. Non e’ tutto. Morace, insieme al fratello Gianluca, secondo i Pm, ha imbastito “un’attivita’ di intercettazione abusiva nei confronti di un dipendente, sospettato di essere in accordo con la concorrenza”, attraverso un’agenzia di investigazioni private del capoluogo campano e l’installazione di uno spyware sul telefono cellulare del dipendente. In questo modo gli armatori sono riusciti a incamerare importanti informazioni che confermavano i loro sospetti. Infine, spiegano gli inquirenti, “il Gruppo Franza aveva posto a sua volta in essere manovre per danneggiare il concorrente Morace, condotte anche grazie al concorso del militare dell’Arma Gisabella”.