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Sicilia, operazione “Siracusao meravigliao”: vendita di cittadinanza italiana, 7 arresti anche impiegati comunali di Floridia ed Augusta

Redazione

Sicilia, operazione “Siracusao meravigliao”: vendita di cittadinanza italiana, 7 arresti anche impiegati comunali di Floridia ed Augusta

Gio, 18/05/2017 - 13:10

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L’inchiesta della polizia di stato è iniziata dall’anomalo flusso di concessione di cittadinanze nel siracusano: 500 brasiliani ‘nuovi italiani’, tra mazzette e corruzione

Siracusa – “Siracusao meravigliao” per centinaia di brasiliani, almeno 500, ammaliati dalla possibilita’ di diventare italiani in poco tempo. E’ stata battezzata in questo modo l’operazione della polizia di Stato che ha fatto luce su un giro di mazzette e favori attorno a un meccanismo di compravendita di un bene specialissimo quale la cittadinanza italiana, dando esecuzione a sette misure cautelari per corruzione. Tra gli arrestati anche dipendenti dei Comuni di Floridia e di Augusta.

L’indagine, avviata nell’aprile del 2016, ha subito posto l’attenzione su un notevole e anomalo flusso di brasiliani, i quali, dopo aver fatto ingresso in Italia in forza del visto di soggiorno di breve durata, raggiungevano alcuni Comuni della provincia di Siracusa e ottenevano in breve tempo il riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis, per poi richiedere il rilascio del passaporto. Altra costante anomala era che tutto l’iter burocratico era gestito dal Cleber Zanatta, titolare dell’omonima agenzia disbrigo pratiche, con sede nel capoluogo. Gli investigatori del commissariato di Augusta, pertanto, coordinati dal sostituto procuratore Tommaso Pagano, hanno focalizzato le indagini su quelle pratiche caratterizzate, in particolare, da una rapida tempistica di definizione.

Il Comune interessato e’ tenuto a compiere in questi casi una complessa attivita’ amministrativa, che normalmente richiede una meticolosa verifica non solo della documentazione, ma anche delle contro-verifiche nello Stato di origine del richiedente (come la discendenza diretta da un avo italiano, l’assenza di interruzione nella trasmissione della cittadinanza, la non naturalizzazione straniera del parente e l’assenza di dichiarazioni di rinuncia alla cittadinanza italiana dei discendenti). In effetti gli accertamenti hanno permesso di acclarare l’esistenza di una organizzazione criminale, con a capo Zanatta che, con la complicita’ della moglie Sabrina Dos Santos e del fratello Diego, era finalizzata a far ottenere il riconoscimento della cittadinanza con la complicita’ di impiegati comunali corrotti: dietro corrispettivo di denaro, fornivano un contributo decisivo sia nella velocizzazione delle pratiche sia nell’omissione dei controlli. Un’attivita’, quella di Zanatta, molto attiva nel capoluogo e nei centri di Augusta e Floridia dove si mettevano a disposizione dei “clienti” numerose abitazioni, essenziali per individuare la competenza del comune di residenza al rilascio della cittadinanza italiana. Il collaudato meccanismo prevedeva l’aggancio dei ‘clienti’, tramite un blog, “cleberzanatta.com.br”, che proponeva dei pacchetti all inclusive, comprendenti il viaggio, il transfer dall’aeroporto di Catania Fontanarossa alle abitazioni e viceversa, l’alloggio e l’assistenza nell’iter procedurale, assicurandone l’esito positivo in soli tre mesi. Il tutto per 3.500 euro. I neo cittadini italiani, approssimativamente 500, una volta ottenuto il titolo valido per l’espatrio, in numerose occasioni si dirigevano, per lavoro, verso altri paesi dell’Unione europea sfruttando lo status di cittadino comunitario. Documentati profitti per diversi milioni di euro, poi reinvestiti in Brasile in attivita’ economiche ed imprenditoriali, fra cui l’acquisto di terreni per la realizzazione e gestione di un’azienda agricola. Le somme di denaro venivano trasferite in Brasile dalla moglie di Zanatta che, ricevuto il denaro contante, istruita dai fratelli dell’uomo, lo nascondeva addosso in occasione dei viaggi aerei verso il paese d’origine.
Per Zanatta e’ cosi’ scattata la misura della custodia cautelare in carcere ; per la moglie quella degli arresti domiciliari, come per il fratello del capo dell’organizzazione, Diego. Sono ritenuti responsabili dei reati di corruzione, autoriciclaggio e favoreggiamento alla permanenza illegale nel territorio dello stato di cittadini stranieri. Ai domiciliari anche Antonio Mameli, impiegato del Comune di Augusta – Ufficio Servizi Demografici; Angelo Zappulla, responsabile dell’Ufficio Stato civile del Comune di Floridia; Carmelo Lo Giudice, impiegato presso l’Ufficio Stato civile di Floridia, in quanto, nella qualita’ di pubblici ufficiali, ricevevano denaro dai fratelli Zanatta per compiere o aver compiuto atti contrari al dovere d’ufficio. Un impiegato del Comune di Siracusa e’ stato sottoposto all’interdizione dai pubblici uffici per la durata massima prevista dalla legge.