Il rapporto dice anche che nel periodo 2013-2015 le nazionalita’ che risultano incidere maggiormente sul totale degli arrivi di minorenni in Italia sono quella siriana, eritrea, egiziana e somala. Al mese di ottobre del 2016 i minorenni stranieri non accompagnati che hanno presentato una domanda d’asilo in Italia sono stati 4.168, ovvero il 48,3% dei minorenni (accompagnati e non) e il 4,2% rispetto al totale (adulti + minorenni) dei richiedenti asilo. Secondo i dati Eurostat, con 4.070 richieste di protezione presentate dai minorenni, nel 2015 l’Italia si posizionava al sesto posto in Europa. Nel corso dello stesso anno, i principali Paesi di cittadinanza sono stati Gambia, Nigeria e Mali. Altro dato significativo e’ quello rappresentato dai minori migranti che poi diventano irreperibili sul nostro territorio: e’ infatti progressivo l’aumento del loro numero nel corso degli ultimi anni: si e’ passati infatti dai 1.754 del 2012 ai 6.508 di fine novembre 2016. In termini percentuali, hanno raggiunto la massima incidenza nel corso del 2015 arrivando al 34% del totale dei minorenni non accompagnati (presenti nelle strutture + irreperibili), valore che a fine novembre 2016 e’ sceso al 27,4%. Il rapporto Unicef Italia/CNR-IRPPS contiene anche una sezione rivolta alla descrizione delle fonti statistiche disponibili, una di analisi dei dati e un’ultima dedicata alle interviste di un gruppo di minorenni arrivati in Italia dopo il 2014. Per Giacomo Guerrera, presidente di Unicef Italia, questo permette di “restituire volti e storie ai minorenni coinvolti nelle migrazioni, approfondendo le motivazioni che spingono a spostarsi, valutando se esiste un legame di causa-effetto tra il Paese di provenienza e la riuscita della migrazione, analizzando storie di ‘successo’ o ‘insuccesso’ degli esiti, approfondendo il caso dei minorenni irreperibili e i percorsi da essi intrapresi”. E in questo contesto, al fine di analizzare la condizione dei minorenni migranti e rifugiati giunti in Italia, e’ stata avviata appunto una collaborazione con l’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali (IRPPS) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), che dei temi migratori si occupa da anni.
A sua volta Corrado Bonifazi, direttore dei CNR – IRPPS sottolinea che l’indagine “mira a costituire sia un valido e aggiornato strumento di advocacy da adoperare insieme alle istituzioni rispetto alla condizione dei minorenni migranti e rifugiati giunti sul territorio con i recenti arrivi (via mare e non), sia una pubblicazione volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle cause che spingono i minorenni e le loro famiglie a migrare, sulle situazioni che affrontano lungo le rotte attraversate e sulle condizioni che si trovano a vivere una volta giunti in Italia. L’indagine vuole anche essere uno strumento utile per individuare piani di intervento sistematici per far si’ che l’attenzione ai piu’ recenti arrivi via mare, non abbia carattere esclusivamente emergenziale. Venga cosi’ garantita piena tutela dei diritti di questi minorenni, in conformita’ agli obblighi contratti dall’Italia a livello internazionale e da quanto previsto dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”. Sono tante le storie all’interno del rapporto si trovano storie: di chi parte per sfuggire alla poverta’ (ragazzo albanese di 17 anni); di chi parte per sfuggire all’oppressione (ragazzo senegalese e ragazzo afghano di 17 anni); della fuga (egiziano di 18 anni); di chi sta male per le percosse (ragazzo gambiano di 16 anni); di una vita sul treno (ragazzo ucraino di 15 anni); di chi vuole lavorare regolarmente (ragazzo egiziano di 16 anni); di chi e’ stato rimandato in Italia per effetto del Regolamento di Dublino (bambino iracheno di 9 anni); di chi vorrebbe giocare a calcio (ragazzo gambiano di 16 anni); di chi non e’ visibile amministrativamente (bambino e bambina di 5 e 8 anni). Unicef Italia promuove infine la petizione “Per ogni bambino sperduto”, rivolta all’Unione europea, per chiedere la protezione dei diritti e l’accesso ai servizi di base per i minorenni rifugiati e migranti. La petizione puo’ essere sottoscritta online su firma.unicef.it