Manca ancora una chiara definizione dello scambio di informazioni a livello di intelligence, ma si parla di un rafforzamento della collaborazione con le Interpol, che e’ un primo passo importante, non scontato alla vigilia del vertice. Soprattutto nella parte che impegna a nuove azioni di contrasto, che saranno definite o quantomeno saranno ipotizzate in una prossima riunione dei ministri dell’Interno sul tema della sicurezza.
STRETTA SUL WEB – Ai primi punti del testo c’e’ un innalzamento dell’allerta soprattutto sulla Rete, sui social network e in tutti i mezzi di diffusione massiva delle informazioni per intercettare qualsiasi forma di proselitismo, radicalizzazione e arruolamento di nuove forze al servizio del terrore.
FOREIGN FIGHTERS – Questo in funzione anche dell’obiettivo di ridurre la possibilita’ che cittadini stranieri possano spostarsi in tutto l’Occidente per unirsi ai guerriglieri gia’ presenti, ovvero il fenomeno dei foreign fighters. CHIUDERE I RUBINETTI – Uno dei metodi piu’ efficaci, che i Paesi membri del G7 si sono impegnati a elaborare e rafforzare, e’ quello di bloccare per quanto e’ piu’ possibile le fonti di finanziamento economico delle cellule terroristiche. “Chiudendo i rubinetti” sara’ infatti piu’ difficile reperire armi e uomini per le loro azioni criminali.
UN EURO IN SICUREZZA, UN EURO IN CULTURA – Contemporaneamente alle strategie militari, saranno rimpinguati i progetti a favore della diffusione della cultura, per aprire il dialogo e rafforzare le politiche di integrazione.
RIDURRE DIVARI SOCIALI E POVERTÀ – Serve, inoltre, un piano per combattere la poverta’ e le diseguaglianze sociali, primo, vero motivo scatenante del fenomeno della radicalizzazione. Perche’ ridurre il divario significa aprire le porte della societa’ anche a chi, oggi, le trova chiuse o addirittura sbarrate.