Il progetto di prevenzione contro le dipendenze da fumo, alcool e droghe rivolto agli adolescenti è stato affrontato dal punto di vista medico-scientifico e dal punto di vista legale.
Fumo, consumo di droghe e abuso di alcool sin dall’adolescenza, anche per via delle numerose social mode e sfide cui sono chiamati a partecipare gli adolescenti che frequentano il web. Sono questi i diversi aspetti al centro dell’incontro conclusivo di questa mattina tenuto dalla Polizia di Stato alla scuola media Rosso di San Secondo di Caltanissetta, che s’inserisce nel progetto educativo organizzato dalla dirigente scolastica Bernardina Ginevra e che è stato curato dall’insegnante referente Alessia Giamporcaro. Circa 120 i ragazzi che hanno assistito alla conferenza che ha avuto lo scopo di sensibilizzarli ai fenomeni sociali e criminali che li vedono come potenziali vittime. Dopo la presentazione dell’iniziativa agli alunni da parte del dirigente scolastico, i rappresentanti della Polizia di Stato, il medico capo Salvatore Di Benedetto, dirigente dell’ufficio sanitario e l’ispettore superiore Salvatore Falzone, dell’ufficio stampa della Questura di Caltanissetta, hanno affrontato l’argomento dipendenze dal punto di vista medico-scientifico e in termini legali. In particolare il dr Di Benedetto ha spiegato che il consumo di droghe e alcol tra i giovani comporta gravi implicazioni non solo nell’ambito sanitario ma anche in quello psico-sociale, data la facilità di associazione con altri comportamenti a rischio, assenze e riduzione delle prestazioni scolastiche, sviluppo di aggressività e violenza, oltre alle possibili influenze negative sulle abilità sociali e sullo sviluppo cognitivo ed emotivo. Inoltre le intossicazioni estreme possono condurre ad alcol dipendenza e tossicodipendenza. L’ispettore Falzone, oltre ad illustrare le norme delle varie leggi che fanno divieto di somministrare e vendere bevande alcoliche e tabacchi ai minori di anni 18, le norme del codice penale, del codice della strada e del testo unico sulla droga, che disciplinano la normativa penale e amministrativa sugli stupefacenti, ha affrontato l’argomento delle numerose social mode e sfide che spopolano nel web, quali i “drinking game”, che inducono a bere ingenti quantità di alcol in pochissimo tempo e nei luoghi o posizioni più improbabili. Tra tali pratiche, che rientrano nel così detto “sballo da esibizione”, il “binge drinking”, dove i giovani sfoggiano vere e proprie maratone di ‘imprese’ etiliche. Una tendenza questa pericolosissima che ha già fatto vittime anche nel nostro Paese. Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza su 7.000 adolescenti intervistati, circa il 18% ha partecipato e il 50% è stato nominato, ossia è stato chiamato a partecipare, a una di queste mode social a catena.
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Grazie alla Polizia di Stato per la sensibilità mostrata verso le varie devianze giovanili, ma mi chiedo come mai essendoci all'interno della Polizia di Stato la presenza di uffici preposti,"l'antidroga "questo non viene mai coinvolto in questi incontri?. Perché devono essere interpretati dei dati e delle statistiche da fogli di carta, e questa, triste, angosciante realtà non deve di concerto essere affrontata con chi con dedizione quotidiana: ascolta, osserva, aiuta, chi sta vivendo questo dramma, conoscendone non solo i fatti sterili ma gli stati d'animo, le paure e l'impotenza nel proteggere i propri figli, e conosce di contro le logiche della malavita........quindi ha tutti gli elementi per far si che i ragazzi sappiano quali sono i comportamenti corretti e quali sono le dinamiche di cui si può essere facile preda e i genitori imparino a riconoscere i segnali allarmanti...............Il lavoro dell'Antidroga non è, solo quello della repressione, sicuramente importante affinché aumenti la percezione della sicurezza, ma è quello di mettere in atto tutte le strategie che hanno come obiettivo la PREVENZIONE